BELGIO

Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)

BELGIO (VI, p. 505)

Giuseppe CARACI
Ugo FISCHETTI
Pino FORTINI
Alberto BALDINI
Anna Maria RATTI
F. L. GANSHOF
Fernand DE VISSCHER

Popolazione (p. 508). - L'aumento della popolazione, secondo i censimenti 1930 e 1935, è sintetizzato nella seguente tabella:

ll calcolo complessivo per l'inizio del 1937 darebbe circa 8.330.000 abitanti. Il movimento naturale della popolazione mostra come gl'indici di natalità e di mortalità abbiano continuato a contrarsi, ma i primi più dei secondi; perciò anche l'attivo demografico si è andato riducendo, fino a cifre che sono tra le più basse tra le europee:

D'altra parte, l'eccedenza delle immigrazioni sulle emigrazioni, che aveva segnato una media di 5929 individui all'anno nel periodo 1921-5 e di 17.111 in quello 1926-30, s'è andata attenuando fino a rovesciare la situazione dopo il 1934 (eccedenza di 2492 emigrati in quest'anno, di circa 4000 nel 1936), ciò che è in evidente rapporto con la crisi economica che il paese attraversa.

Quanto alla partizione linguistica, il censimento 1930 ha rilevato leggiere differenze in rapporto ai precedenti:

La popolazione agricola rappresentava, nel 1930, l'8,22% della totale (contro il 10,51% nel 1910 e l'8,25% nel 1920); quella industriale il 22,95% (contro il 23,04% nel 1910); gli addetti al commercio il 6,98% (contro il 7,04% nel 1910).

Il numero degli Italiani viventi nel Belgio, che era di 3543 nel 1900, di 4498 nel 1910, di 3723 nel 1920, saliva a ben 33.491 nel 1930: di questi poco meno della metà (14.335) nella provincia del Hainaut, con due forti contingenti in quelle di Liegi (7402) e del Brabante (5944).

Condizioni economiche (p. 511). - Dal 1929 al 1934 il volume degli scambî è diminuito del 60,6% in valore nelle importazioni, del 56,8% nelle esportazioni. Queste rimangono sempre inferiori a quelle; la proporzione percentuale in confronto alle esportazioni è tuttavia salita dall'84,1 al 98,4% tra il 1930 ed il 1934. Il saldo della bilancia commerciale tende perciò a ridursi, come conseguenza delle misure di contingentamento prese dal governo. Il Belgio partecipava col 4,1% al commercio mondiale nell'anteguerra (1913); la proporzione, dopo essere scesa al 2,506 nel 1925, è risalita al 3,1% nel 1935 (Italia: 2,7%).

Aviazione civile (p. 515). - La rete belga comprende attualmente le seguenti linee, tutte gestite dalla "S.A.B.E.N.A.": Londra-Bruxelles-Colonia, in collaborazione con le "Imperial Airways"; Londra-Parigi-Bruxelles-Amburgo-Copenaghen-Malmö-Stoccolma, in collaborazione con l'"Air France"; Bruxelles-Düsseldorf-Essen-Berlino, in collaborazione con la "Luft-Hansa"; Bruxelles-Praga, in collaborazione con la Státní-Aerolinie; Bruxelles-Parigi, in collaborazione con la "Air France" e la società olandese "K.L.M."; Bruxelles-Francoforte sul Meno, in unione con la Luft-Hansa; Bruxelles-Anversa-Ostenda; Le Zoute-Ostenda-Londra; Bruxelles-Congo Belga, in collaborazione con la "Air Afrique"; Bruxelles-Anversa.

I principali cantieri industriali sono: l'Avions Farey (Gosselies), le Officine di costruzioni aeronautiche belghe (Bruxelles), le Costruzioni aeronautiche R. Renard (Evere), la Società anonima belga di costruzioni aeronautiche (Bruxelles), gli stabilimenti I. Stampe e M. Vertogen (Anversa).

Principali associazioni: Reale Aero Club del Belgio, Reale Aero Club di Anversa, Aero Club delle Fiandre (Gand), Section Gantoise de vol à voile, Federazione dei clubs belgi dell'aviazione da turismo di Bruxelles, Club nazionale di aviazione di Bruxelles, varî aero-clubs in diverse città minori, ecc.

Marina mercantile (p. 515). - È costituita da 200 unità per complessive tonn. lorde 420.454; piroscafi in maggioranza: 124 per 244.027 tonn. lorde; ma da qualche tempo l'armamento nazionale si è andato attivamente rivolgendo all'uso del motore Diesel.

L'industria armatoriale ha gravemente sofferto per la crisi mondiale; nel 1934 il naviglio da traffico si era ridotto del 30% in confronto al 1929; l'erario è intervenuto corrispondendo all'armamento un premio di navigazione di franchi o,50 a tonnellata per le navi in esercizio. Sono stati stanziati all'uopo 25 milioni di franchi all'anno, e altri 160 milioni da erogarsi nei tre esercizî 1935-37 per incoraggiamento alle costruzioni navali. L'aiuto è stato efficace, e l'industria delle costruzioni navali ha ripreso attivamente (il cantiere John Cockerill di Hoböken che aveva solo 30 operai nel gennaio 1936, ne aveva 2100 nell'aprile 1937).

Per quanto piccola, la marina belga ha un vasto campo di azione; l'azienda più importante del paese, la "Compagnie Maritime Belge (Lloyd Royal)", flotta costituita da 30 navi per 166 mila tonn. lorde, gestisce linee sul Congo, per New York, l'America Meridionale, il Nord Pacifico; la "Deppe", 28 navi per 88 mila tonn., ha servizî per il Mediterraneo occidentale e per il Levante. Esiste anche una linea statale Ostenda-Dover, che comprende le due più veloci motonavi del mondo, Prince Baudouin e Prins Albert (3000 tonn. e 25 nodi).

Bibl.: P. Colin, Belgique, carrefour de l'Occident, Parigi 1933; La Belgique, petit pays, grande nation, 1830-1930, ivi 1934; Belgique et Luxembourg, Guide bleu, ivi 1935; P. Otlet, Plan Belgique. Essai d'un plan général économique, social, culturel, Bruxelles 1936.

Ordinamento.

Forze armate. - Esercito (p. 517). - Le unità dell'esercito belga sono state completate con i seguenti reparti: truppe di difesa del Lussemburgo e di Namur comprendenti 1 stato maggiore, la divisione Cacciatori delle Ardenne (su 3 reggimenti) e il reggimento della fortezza di Namur; le unità ciclistiche di frontiera (3 battaglioni ed 1 compagnia).

Le truppe coloniali belghe sono costituite dalle forze armate di presidio nel Congo Belga. Sono poste agli ordini diretti del governatore generale della colonia e comprendono truppe da campo (3 battaglioni, 11 compagnie di fanteria, 2 batterie di artiglieria, 3 compagnie genio, 2 compagnie ciclisti e 1 compagnia collegamenti), truppe per il servizio territoriale (15 compagnie), un centro d'istruzione e una scuola per allievi sottufficiali.

Aviazione militare (p. 518). - Dal comando dell'aviazione militare (con sede a Bruxelles), dipendono: a) un reggimento di aviazione a ricognizione (con sede a Bierset) su tre gruppi; un reggimento di avazione da caccia e combattimento (con sede a Nivelles) su tre gruppi; un reggimento misto (con sede ad Evere) su due gruppi: uno da bombardamento e l'altro da ricognizione; una compagnia da aerostazione a Evere; b) la scuola di aviazione di Evere; c) la scuola di pilotaggio di Wevelghem; d) gli stabilimenti aeronautici di Evere; e) gli aeroporti militari di Evere (Bruxelles), Tirlemont, Diest, Nivelles, Bierset e Wevelghem.

Complessivamente la forza di linea è di circa 250 apparecchi, nella quasi totalità di costruzione inglese.

Finanze (p. 518). - Lo sviluppo dell'attività economica, dopo la stabilizzazione del 1926, agì favorevolmente anche sulle finanze; il 1928 e il 1929 diedero avanzi considerevoli. Dal 1930 però, in seguito prima agli sgravî fiscali adottati, poi alla sopravveniente depressione economica e alla sospensione delle riparazioni tedesche, le entrate di bilancio declinarono toccando il minimo nel 1932, mentre si imponevano nuove spese militari. Con provvedimenti varî si fronteggiò la situazione nel 1932 e 1933, ma nel 1934, a causa soprattutto delle spese per la disoccupazione, il deficit fu assai forte e fu necessario ricorrere largamente al prestito. Questo aumento del debito interno è stato però in parte compensato dalla diminuzione di quello estero per effetto della svalutazione delle monete straniere superiore a quella del franco belga. Il 30 marzo 1935, sospesa la convertibilità e istituito il controllo dei cambî, il governo fu autorizzato a svalutare il franco al 75-70% della parità del 1926. La nuova parità fissata provvisoriamente il 31 marzo al 72% (gr. 0,150632 di oro fino) è divenuta definitiva il 31 marzo 1936 e a tale data è stata ripristinata la convertibilità e soppresso il fondo di stabilizzazione dei cambî. Le plusvalenze della riserva aurea, 4,3 miliardi, sono state utilizzate, oltre che per rimborsare in parte la Banca degli anticipi al Tesoro, per finanziare il bilancio straordinario e le spese dell'Office de Redressemment économique. Il 26 settembre 1936 il Belgio ha poi aderito all'accordo tripartito anglo-franco-americano. La svalutazione, grazie anche alla politica di freno al rialzo dei prezzi, non ha prodotto gravi spostamenti all'interno e ha favorito il commercio d'esportazione, cosicché in concorrenza anche della migliorata congiuntura mondiale, si è verificata una notevole ripresa di cui ha risentito pure il bilancio dello stato.

Il prestito interno del febbraio 1937 (i miliardo e mezzo) ha poi consacrato la restaurazione della fiducia.

Al 31 dicembre 1936 il debito estero era di 20,6 miliardi e quello interno di 34,1 (di cui 32,4 consolidato).

Al 31 dicembre 1937 i biglietti in circolazione ammontavano a 22,1 miliardi e la riserva a 17,6 miliardi in oro e 4,5 in divise.

Con le leggi dell'agosto 1934, del giugno e luglio 1935 è stata attuata un'importante riforma del sistema bancario tendente a separare nettamente le banche di deposito dalle banche di credito industriale (alla Société générale de crédit fu attribuito il compito di mobilitazione dei crediti bancarî all'industria) e il credito fu assoggettato a varie norme di disciplina e di controllo. I principali istituti bancarî del Belgio, oltre alla Banque Nationale de Belgique (1850), che ha il privilegio dell'emissione ed è sottoposta al controllo del governo, sono: la Société Générale de Belgique (1822), strettamente connessa con lo sviluppo industriale del paese e che in seguito alla suddetta riforma ha devoluto la sua attività puramente bancaria a un nuovo importante istituto, la Banque de la Société Générale de Belgique, la Banque de Bruxelles (1871, riformata nel 1935), la Banque du Congo Belge (1909), la Banque d'Anvers (1827), la Caisse générale de Reports e de Dépôts (1874) e il Crédit Anversois (1922).

Bibl.: H. Hue, La Réforme monétaire en Belgique, Parigi 1937; v. inoltre le pubblicazioni periodiche della Soc. d. naz., specie l'Annuario.

Storia (VI, p. 520).

Il dopoguerra. - Terminata la guerra mondiale, il Belgio si trovò di fronte alla necessità della ricostruzione: una parte del paese era stata ridotta a campo di battaglia, i mezzi di trasporto erano disorganizzati, l'attrezzatura industriale sistematicamente distrutta o predata dai Tedeschi. L'arduo compito fu affrontato con energia e condotto a termine con successo in pochi anni.

D'altro canto, si faceva sentire la necessità di adattare le istituzioni dello stato alla mentalità democratica prevalente allora in tutta l'Europa, e di sviluppare ancora di più la legislazione sociale, che già prima del 1914 era assai progredita. La revisione della costituzione, nel 1921, instaurò il suffragio universale puro e semplice all'età di 21 anno, senza tuttavia estenderlo alle donne; nello stesso anno veniva promulgata una legge che fissava l'orario di otto ore per il lavoro nell'industria.

Queste riforme erano state opera di governi di coalizione, dei quali facevano parte ministri appartenenti ai tre partiti: il cattolico, in cui era cresciuta di forze la frazione democratica, il socialista, che dalle elezioni del 1919 aveva veduto accrescersi notevolmente i proprî effettivi, e il liberale, che aveva invece visto diminuire i suoi (gabinetti Delacroix, 1919-20; Carton de Wiart, 1920-21). Nel 1921 succedette loro una coalizione cattolico-liberale (gabinetto Theunis), che si trovò alle prese con serie difficoltà finanziarie, dovute alle ripercussioni della guerra, specie per il gravoso carico della ricostruzione, e con gravi problemi di politica estera.

Durante la conferenza della pace, che doveva condurre al trattato di Versailles, il Belgio aveva infatti rivendicato, in materia di riparazioni, una condizione privilegiata, giustificando tale richiesta in base alla violazione della sua neutralità; ma non aveva ottenuto se non la priorità su 2500 milioni di franchi oro. Erano state accolte anche le sue rivendicazioni territoriali, annettendo al territorio belga i "circoli" tedeschi di Eupen e di Malmédy, riunione in favore della quale erano stati addotti argomenti d'ordine storico e linguistico; di fatto, poi, una parte notevole della popolazione non si prestò bene all'assimilazione. Infine, per imperiose ragioni d'ordine militare ed economico, il Belgio si sforzò di ottenere, Schelda, che gli assicurasse sul fiume, a valle di Anversa, diritti simili a quelli dell'Olanda. Gli eccessi d'una campagna nazionalista, alla quale il governo si manteneva estraneo, e che giungeva sino a rivendicare l'annessione al Belgio della Fiandra Zelandese e del Limburgo olandese, contribuirono a inasprire gli animi e a impedire un accordo. I negoziati, interrotti da parte belga nel 1920, furono poi ripresi e condussero alla stipulazione di un trattato, che nel 1927 fu respinto dal parlamento olandese nel timore che il nuovo regime avvantaggiasse Anversa a scapito di Rotterdam. Per contro, già nel 1921 poté essere conclusa l'unione doganale con il granducato di Lussemburgo.

La preoccupazione della propria sicurezza aveva condotto il Belgio a concludere nel 1920 un accordo militare difensivo con la Francia. Tuttavia la politica estera del Belgio non era legata a quella francese; almeno, al pari che con la Francia, il Belgio cercava d'intendersi con l'Inghilterra, la potenza più interessata al mantenimento dell'indipendenza belga. Il Belgio partecipò all'occupazione del bacino della Ruhr, dal 1923 al 1924, solo allo scopo di salvaguardare i suoi diritti alle riparazioni dovute dalla Germania; allorché nel 1923 fu scatenato sulla riva sinistra del Reno un movimento artificiale tendente all'indipendenza o all'autonomia della Renania, le autorità belghe ne impedirono la diffusione nel territorio tedesco che esse controllavano, cioè nella regione di Aquisgrana.

Gli anni 1925 e 1926 rappresentarono una data importante nella storia belga del dopoguerra. Le elezioni del 1925 condussero al potere un governo di coalizione democratico-cristiaua e socialista (gabinetto Poullet), la cui politica, non esente da demagogia, contribuì a provocare un forte deprezzamento della moneta, il cui corso d'altronde era instabile e tendeva al ribasso fin dal momento dell'armistizio. Si dovette ricostruire nel 1926 un ministero tripartito (gabinetto Jaspar), nel quale entrò il banchiere Francqui, allo scopo di procedere a una stabilizzazione della moneta, che venne compiuta, in considerazione del carattere prevalentemente industriale dell'economia belga, a un livello basso, il quale consacrava la maggior parte della svalutazione avvenuta (il nuovo franco corrispondeva a 1/7 del franco oro). Alla fine dello stesso anno 1920 il principe ereditario Leopoldo sposò la principessa Astrid di Svezia.

I tre anni che seguirono la stabilizzazione - in particolare il 1927 e il 1928 - furono per il Belgio un periodo di attività economica straordinariamente intensa, caratterizzata dallo sviluppo eccezionalmente rapido e abbondante dell'attività industriale, aecompagnato da rialzi vertiginosi in borsa dei valori, specie coloniali. Fenomeni analoghi erano infatti avvenuti nella colonia del Congo e nel territorio africano di Ruanda-Urundi (già appartenente all'Africa Orientale Tedesca) posto sotto il mandato belga dalla Società delle nazioni nel 1922. Nuovi aumenti dei salarî, resi a loro volta necessarî dal rincaro della vita, assicurano ai ceti operai una partecipazione a questa prosperità. In realtà, si era accresciuto sfrenatamente l'attrezzamento industriale e i valori di borsa erano saliti a quote non giustificate, per effetto della speculazione sregolata.

Nel 1927, i socialisti si ritirarono dal governo per iniziare un'agitazione, che terminò con uno scacco, per la riduzione del servizio militare a sei mesi. I governi di coalizione tra cattolici e liberali che si succedettero al potere (gabinetti Jaspar, fino al 1931, e Renkin, 1931-1932) dovettero risolvere i gravi problemi sollevati dalla questione fiamminga. Nel dopoguerra il movimento, che già da prima del 1914 spingeva le popolazioni fiamminghe a domandare un regime che permettesse loro di svilupparsi pienamente mantenendo la loro lingua, ricevette un formidabile impulso in seguito all'adozione del suffragio universale puro e semplice: le masse di tutta la regione settentrionale, di lingua esclusivamente fiamminga, poterono far valere le loro aspirazioni. Il discorso della Corona del 22 novembre 1918 aveva del resto promesso alla Fiandra l'uguaglianza di diritto e di fatto con la Vallonia. L'adempimemo di questa promessa si fece attendere: nel 1921 fu promulgata una legge sull'uso delle lingue nell'amministrazione, nel 1923 un'altra legge rendeva parzialmente fiamminga l'università di Gand. Ma queste concessioni strappate all'accanita resistenza delle minoranze di lingua francese in territorio fiammingo, degli ambienti bruxellesi e di numerosi elementi valloni, non bastavano poi a soddisfare le rivendicazioni dei Fiamminghi: e così si rafforzava il movimento nazionalista fiammingo, pronto a cercare la realizzazione del suo ideale anche a costo di provocare una slogatura, se non proprio una frattura, nel corpo del Belgio.

Le autorità responsabili videro il pericolo e, dal 1928 in poi, fu attuata una serie di leggi che miravano a rendere esclusivamente fiamminga tutta la vita pubblica della Fiandra: nel 1928 si creavano unità fiamminghe nell'esercito; nel 1930 l'università di Gand e nel 1932 l'insegnamento elementare e medio e l'amministrazione di tutto il territorio fiammingo erano resi interamente fiamminghi. Una legge relativa all'amministrazione della giustizia fu approvata nel 1934.

Nei rapporti con l'estero, il Belgio, dall'evacuazione del bacino della Ruhr nel 1924, aumentò il carattere pacificatore della sua politica, tendendo, innanzi tutto, a contribuire al mantenimento d'una salda intesa con l'Inghilterra, la Francia e l'Italia, nell'interesse della pace, al mantenimento di amichevoli rapporti con l'Olanda, unita alle provincie fiamminghe dalla cultura comune, e al ristabilimento di rapporti di buon vicinato con la Germania. Insomma, una politica assai vicina a una neutralità volontaria tra grandi potenze i cui interessi si sono trovati varie volte in conflitto. Il Belgio, del resto, non trascurò mai di partecipare attivamente ai negoziati internazionali. Il ministro degli Affari esteri É. Vandervelde ebbe parte importante nella conclusione degli accordi di Locarno nel 1928, che garantivano i confini tra la Germania, la Francia e il Belgio stesso; il suo successore P. Hymans esercitò una forte azione conciliatrice nella Società delle nazioni e nelle grandi conferenze internazionali, specie a L'Aia nel 1929 e a Losanna nel 1932. A varie riprese, il Belgio cercò di agire in favore della libertà degli scambî internazionali, specie mediante la convenzione di Ouchy, del 1932, con l'Olanda; ma i suoi sforzi cozzarono contro il nazionalismo economico delle grandi potenze.

Nel 1930 il Belgio, dopo aver salutato con gioia le nozze della principessa Marie José con Umberto di Savoia principe di Piemonte, erede al trono d'Italia, celebrò con grande solennità il centenario della sua indipendenza. Ma, subito dopo le feste, si presentarono nuovi motivi di preoccupazione: la crisi economica e l'intensificarsi dei movimenti nazionalistici in Germania. Il gabinetto Renkin e soprattutto il gabinetto de Broqueville (dal 1932) dovettero dedicare a tali problemi la più vigile attenzione. La crisi economica generale e il chiudersi di numerose frontiere estere provocarono gravi perdite all'agricoltura, al commercio e all'industria del Belgio, che vivono, in larga misura, con l'esportazione. L'eccessivo attrezzamento industriale degli anni di prosperità rese la crisi anche più acuta. Disoccupazione e miseria crebbero in proporzione inquietante. D'altra parte l'aggravio dei soccorsi ai disoccupati e il minor gettito delle entrate misero in pericolo la finanze dello stato. Per risanarle, almeno parzialmente, non fu possibile seguire l'ordinaria procedura parlamentare. Nel 1932 e nel 1933, come al momento della stabilizzazione, nel 1926, il potere legislativo dovette conferire al re - cioè al governo - il diritto di emanare decreti-legge. Quanto al pericolo potenziale rappresentato dai movimenti nazionalistici tedeschi, esso costrinse il Belgio, preoccupato di conservare, con la pace, la propria indipendenza, a prendere misure militari, per meglio assicurare, in ogni evenienza, la propria difesa.

Il 17 febbraio 1934, il re Alberto I incontrava in un accidente la morte sulle rocce di Marche-les-Dames. La sua morte fu sentita da tutti i Belgi, senza distinzione di partito, lingua o classe sociale, come un lutto personale. L'azione svolta dal re era stata notevolissima. Rispettoso dei doveri impostigli dalla costituzione, egli tuttavia, grazie all'immenso prestigio assicuratogli dal suo eroico atteggiamento nella guerra mondiale, aveva esercitato un'azione costante e molto profonda sul governo del paese: questo deve in gran parte a lui di aver potuto vivere, senza troppe scosse gravi, i difficili anni del dopoguerra. Preoccupato degl'interessi morali e intellettuali della nazione, il re Alberto provocò nel 1928 la creazione d'una ricchissima fondazione, il Fondo nazionale di ricerca scientifica. Gli successe il figlio Leopoldo III.

Preoccupazione dominante durante il primo anno di regno di Leopoldo III furono le gravi ripercussioni della crisi economica mondiale sul Belgio. I governi della coalizione liberale-cattolica che si succedettero al potere sotto la direzione del conte di Broqueville e del Theunis (19 novembre 1934) cercarono di risolvere tali difficoltà mediante una politica di deflazione. Ma questa non era abbastanza radicale per poter riuscire; e, d'altra parte, urtava contro la violenta opposizione del partito socialista, che aveva adottato come programma un piano, dovuto al sociologo Henri de Man, per rianimare la vita economica. Il 25 marzo 1935 il re fece appello al vicegovernatore della Banca Nazionale, P. van Zeeland, che costituì un governo composto di cattolici, di socialisti e di liberali, e con la partecipazione del de Man. Il nuovo ministero per porre fine alla situazione angosciosa in cui si trovava il paese, procedette alla svalutazione della moneta: provvedimento, questo, che permise all'economia belga di approfittare del miglioramento contemporaneamente manifestantesi nella situazione economica mondiale. E così, in pochi mesi, la disoccupazione diminuì in modo sensibile, e una notevole ripresa si verificò nell'attività industriale, commerciale ed anche agricola del Belgio. Migliorò pure, sia pure indipendentemente, la situazione economica del Congo.

In quell'atmosfera di ripresa sopravvenne la nota dolorosa della morte della regina Astrid, in seguito a un incidente automobilistico in Svizzera (29 agosto 1935): sentita da tutti i Belgi come un dolore personale, tanta era l'affezione che la regina aveva saputo cattivarsi con la sua bontà.

Il miglioramento economico è proseguito sino alla primavera del 1937. Ma le difficoltà di ordine politico si sono invece acuite. Molti Belgi, di diversa origine e condizione, si sentono a disagio nel quadro dei partiti politici ed aspirano a liberarsi dalla loro tirannia. Nelle classi medie, molta gente, che ha crudelmente sofferto della crisi economica e dell'evoluzione generale del dopoguerra, ha palesato la sua ostilità ad un tempo ai socialisti e ai comunisti da una parte, e al grande capitalismo dall'altra. Si aggiungano gli errori commessi da uomini politici immischiati nella vita degli affari.

A raggruppare i malcontenti e a denunziare "gli scandali" sorse un movimento di giovani, il "rexismo", capeggiato da un oratore di valore, Léon Degrelle. Il rexismo adottò subito un atteggiamento di violenta opposizione contro il governo di van Zeeland e nelle elezioni del 24 maggio 1936 conquistò un numero di seggi in parlamento eguale a quello del partito liberale.

Un secondo ministero van Zeeland, ugualmente tripartito, ma in cui l'influenza socialista era più pronunciata, fu costituito all'indomani delle elezioni. Esso si trovò alle prese con le più gravi difficoltà. Nel giugno, scioperi di carattere rivoluzionario con tentativi, d'altronde falliti, di occupazione delle fabbriche. Poi, nei mesi seguenti, una campagna sempre più accanita del partito rexista, che provocava nel paese un'agitazione continua. Nella primavera del 1937 un'elezione parziale contrappose il primo ministro van Zeeland a L. Degrelle. La lotta, di una violenza raramente raggiunta fino allora in Belgio, assunse l'aspetto di un duello tra i partiti tradizionali e i partigiani di un nuovo sistema politico, a tendenza autoritaria. Van Zeeland ottenne, l'11 aprile, un successo schiacciante; ma le cause di malcontento, che avevano servito da trampolino al rexismo, non erano scomparse. Il governo divenne assai impopolare in molti ambienti; e in seguito a incidenti di carattere personale, van Zeeland rassegnò le dimissioni il 25 ottobre 1937. Gli successe un nuovo ministero tripartito, di ugual carattere del precedente, sotto la direzione del liberale P. E. Janson, che a sua volta si è dimesso il 13 maggio 1938 ed è stato sostituito da un altro ministero tripartito, presieduto da P. H. Spaak (v. App.).

Il problema essenziale del Belgio di oggi è quello della sua struttura interna. La popolazione fiamminga, vale a dire la maggioranza del popolo belga, che aveva già ottenuto leggi tali da fare sì che la vita pubblica, nelle provincie fiamminghe, assumesse un aspetto fiammingo, nella maggior parte dei problemi e degli istituti, ha continuato ad aspirare a nuove riforme che le consentano di realizzare pienamente il suo sviluppo nella propria lingua. Queste riforme tenderebbero a sostituire alla struttura centralizzata dello stato, una struttura basata sulla coesistenza, in seno allo stato belga, di due popoli, il fiammingo e il vallone. E sono già in preparazione provvedimenti ispirati a questo principio.

In politica estera, negli ultimi anni si è verificato un evento di importanza capitale. La tendenza a svincolarsi dal legame politico con la Francia, che esisteva da molti anni, soprattutto negli ambienti fiamminghi, venne rafforzata da due fatti nuovi: la rioccupazione della riva sinistra del Reno da parte dell'esercito tedesco, il 7 marzo 1936, e la conclusione dell'intesa franco-russa. Ne derivò un fortissimo movimento di opinione pubblica per la denunzia della convenzione militare franco-belga e degli accordi di Locarno, suscettibili di trascinare il Belgio in complicazioni internazionali: e il 14 ottobre 1936 re Leopoldo III proclamò la necessità, per il Belgio, di una politica esclusivamente belga, che escludesse la possibilità per il paese di essere trascinato in una guerra quando non fosse stato attaccato esso stesso. Susseguenti trattative con la Francia e l'Inghilterra hanno fatto sì che il 24 aprile 1937 queste due potenze hanno liberato il Belgio da ogni impegno ch'esso si era assunto nei loro riguardi, pur mantenendogli la loro garanzia contro ogni aggressione esteriore.

Il 13 ottobre dello stesso anno, la Germania si è pure impegnata a rispettare l'inviolabilità e l'integrità del Belgio e a difenderlo qualora fosse attaccato. Il Belgio, pur rafforzando la sua organizzazione militare, attua pertanto sempre maggiormente una politica di neutralità volontaria.

Bibl.: Basse, De vlaamsche beweging van 1905 tot 1930, Gand 1930-1933, voll. 2; Encyclopédie belge, Bruxelles 1933; Franck, La stabilisation monétaire en Belgique et ses résultats après 20 mois, ivi 1928; Le Roi Albert et son temps, ivi 1933: F. van Kalken, La Belgique contemporaine, Parigi 1930; Histoire de Belgique, 3ª ed., Bruxelles 1931; K. Bährens, Die flämische Bewegung, Berlino 1935; F. Baudhuin, La dévaluation du franc belge, Bruges e Parigi 1935; O. De Raeymacker, Het internationaal statuut van België, Bruxelles 1936; M. van Blankenstein, Woelig België, Amsterdam 1937; F. van Goethem, Het international statuut van België, Bruxelles 1937.

Diritto.

Lineamenti storici. - Nel territorio dell'antica Gallia Belgica elementi giuridici d'origine romana, germanica e feudale formarono, fondendosi insieme, innumerevoli costumanze locali. La loro redazione scritta incominciò sotto i duchi di Borgogna, poco dopo la metà del sec. XV. Mentre quest'opera continuava, l'influsso dell'Alciato, professore a Bourges nel 1529, provocò una brillante rinascita degli studî di diritto romano, ai cui principî fu improntato, in larga misura, lo sviluppo giuridico durante e dopo il sec. XVI. Il 12 luglio 1611, sotto gli arciduchi Alberto e Isabella, fu promulgato l'Editto perpetuo che regolava l'uso del diritto delle coutumes e le integrava, e rimase in vigore come diritto comune delle provincie belghe fino alla fine del secolo XVIII. Durante questo periodo, il diritto belga non risentì che in minima parte l'influsso del movimento giuridico e filosofico che si manifestava nei paesi vicini: onde, se sotto questo aspetto appare in ritardo in confronto dell'evoluzione giuridica generale dell'Europa occidentale, deve a tale circostanza l'avere conservato alcuni caratteri del tutto originali.

Sotto il dominio francese fu estesa alle provincie belghe la legislazione napoleonica, di cui alcune parti essenziali, quali il codice civile e il codice di procedura civile, sono tuttora vigenti.

Diritto pubblico interno. - La costituzione del 7 febbraio 1831 regola l'organizzazione dei poteri e garantisce la libertà individuale dei cittadini. Fondata sul principio della sovranità popolare e sul sistema rappresentativo, essa consacra la dottrina tradizionale della divisione dei poteri, attribuendo il legislativo al re e alle camere, l'esecutivo al re, il giudiziario alle corti e ai tribunali. La preponderanza appartiene agli organi rappresentativi, perché la consuetudine ha introdotto nel Belgio il regime parlamentare (v. anche VI, p. 516). Le recenti estensioni del suffragio sembrano aver accentuato taluni degl'inconvenienti del govemo parlamentare e diverse associazioni politiche studiano progetti di riforma tendenti a stabilire un migliore equilibrio tra il governo e la rappresentanza nazionale.

Il re non ha altri poteri all'infuori di quelli attribuitigli dalla costituzione. La sua persona è inviolabile, ma i suoi atti non hanno effetto se non controfirmati da uno dei ministri, soli responsabili. Il re veglia all'esecuzione delle leggi e nomina ai pubblici impieghi; conferisce i gradi nell'esercito, di cui ha il supremo comando; fa i trattati, il più spesso sotto riserva dell'approvazione da parte delle camere; convoca le camere, all'infuori delle riunioni che esse tengono di loro pieno diritto, può scioglierle, ecc. Fra le disposizioni relative al potere giudiziario, sono degne di nota quella che consacra l'istituzione della giuria "in tutte le materie criminali e per i delitti politici e di stampa" e quella che proclama l'inamovibilità dei giudici.

Il diritto di nomina dei giudici superiori, da parte del re, è limitato da un diritto di presentazione da parte delle corti medesime, del senato e dei consigli provinciali. Corti e tribunali non possono giudicare della costituzionalità delle leggi.

Le libertà individuali dei cittadini hanno nel Belgio le più ampie garanzie. Sono espressamente consacrate la libertà individuale, l'inviolabilità del domicilio, la libertà dell'insegnamento in tutti i gradi, ecc.

Quanto alla libertà della lingua, sanzionata nell'art. 23 della costituzione, il principio regionalistico, su cui si fonda la legislazione recente in materia, le ha inflitto gravi restrizioni. I culti godono, senza alcuna eccezione, di una libertà che esclude ogni intervento dello stato, salvo l'obbligo costituzionale, da parte di esso, di pagare gli emolumenti e le pensioni dei ministri dei culti.

Gl'istituti del comune e della provincia sono fra i più tipici del diritto pubblico belga. La provincia, a dire il vero, procede storicamente dagli antichi dipartimenti francesi, del periodo posteriore al 1794; di tale sua origine ha conservato il carattere di sezione dello stato, investita di certe funzioni di amministrazione generale. Ma essa costituisce nello stesso tempo un'entità amministrativa autonoma, la cui competenza si estende a tutti gl'interessi provinciali. Dal comune dipende, oltre a certe funzioni generali delegate ad esso dallo stato, la gestione degl'interessi comunali. La sua importanza eccezionale, conforme alle tradizioni nazionali, deriva dal fatto che il concetto d'interesse comunale si estende a tutto ciò che la legge non sottrae espressamente alla competenza del comune.

Il borgomastro, rappresentante del potere centrale, è il solo da cui dipenda la polizia del comune; ha il diritto di richiedere l'aiuto della forza armata. I comuni sono sottoposti alla vigilanza e tutela del governo o della deputazione provinciale permanente. La prassi più recente è orientata nel senso di una preponderanza sempre più netta delle autorità centrali. Talune deliberazioni sono soggette all'approvazione superiore; tutte possono essere annullate dal re per motivi d'illegalità o in quanto contrarie all'interesse pubblico. Il diritto di associarsi concesso a provincie o comuni dalla riforma costituzionale del 1921 ha reso alquanto meno rigido l'inquadramento dell'amministrazione locale o regionale (v. anche VI, p. 516).

Organizzazione giudiziaria. - È regolata dalla legge 18 giugno 1869 e da alcune leggi complementari e si fonda ancora oggi, in una certa misura, sui principî posti dalle leggi e decreti emanati sotto la dominazione francese. In ogni "cantone" siede un "giudice di pace" che ha competenza generale per tutte le azioni fino al valore di 2500 franchi e speciale, senza limitazione di valore, per tutte quelle stabilite dalla legge; quest'ultima è stata molto estesa di recente. In materia penale, giudica delle contravvenzioni e di alcuni delitti (vagabondaggio, ecc.). La giurisdizione ordinaria così civile come penale appartiene ai tribunali di prima istanza, la cui competenza in materia penale è limitata ai delitti, mentre quella per i crimini, e per i delitti politici e di stampa, è riservata alle Corti d'assise, composte d'un consigliere di Corte d'appello, di due giudici assessori e di 12 giurati. A differenza del sistema francese, l'apprezzamento delle circostanze attenuanti appartiene solo ai membri magistrati. Le corti d'appello decidono gli appelli da giudizî resi dai tribunali di prima istanza e dai tribunali di commercio. La Corte di cassazione ha per compito di assicurare il rispetto della legge e l'uniformità della giurisprudenza. Decide unicamente le questioni di diritto e i conflitti di competenza. Presso ciascuno di questi gradi di giurisdizione l'accusa pubblica è esercitata da funzionarî del Pubblico Ministero; ma presso le Corti d'assise queste funzioni sono delegate al procuratore generale presso la Corte d'appello o a un magistrato da lui designato.

Oltre queste giurisdizioni di diritto comune, sono da segnalare i consigli di probiviri, composti pariteticamente di rappresentanti eletti dai prestatori d'opera e dai datori di lavoro, per giudicare delle contestazioni tra queste categorie; i tribunali consolari o di commercio, eletti dai commercianti; i consigli di guerra provinciali e la Corte militare d'appello di Bruxelles, nella quale, accanto ai giudici militari, siede un magistrato.

È allo studio un progetto tendente a creare una giurisdizione amministrativa sul tipo del Consiglio di stato francese.

Diritto civile. - Il Belgio ha conservato il Codice Napoleone, che ha subito modificazioni, tutto sommato, meno radicali che nella stessa Francia. Se però all'opera del legislatore belga si può rimproverare lo scarso ardimento, si deve riconoscere che essa si è dimostrata in genere saldissima.

Per ciò che riguarda la nazionalità, le leggi 15 maggio 1922 e 15 ottobre 1932 restano fedeli al principio dello ius sanguinis, eccetto che per i figli d'ignoti e salva la facoltà per ogni nato nel Belgio di optare per la cittadinanza belga.

Nel campo del diritto di famiglia, sono da notare le disposizioni in favore del matrimonio, quali le leggi: 30 aprile 1896 (che attenua le prescrizioni del codice relative al consenso dei genitori); 11 febbraio 1920 (che sopprime l'impedimento al matrimonio tra cognati e cognate, purché non vi sia rottura di matrimonio precedente per divorzio); 8 febbraio 1906 (che autorizza le seconde nozze tra coniugi divorziati). Nonostante le rivendicazioni moderne, è stato mantenuto il principio dell'incapacità della donna maritata; tuttavia essa ricupera l'esercizio della piena capacità giuridica in caso di separazione personale (legge 20 marzo 1927) e dispone dei suoi emolumenti per i bisogni della famiglia (legge 7 agosto 1922).

Ma l'elemento più caratteristico del diritto vigente consiste in ciò, che è in facoltà del marito di rendere la moglie capace, mediante autorizzazione in forma autentica (legge 20 luglio 1932).

In materia di filiazione, la ricerca della paternità è ammessa solo in casi eccezionali, ma la prova di relazioni con la madre all'epoca del concepimento può servire come base a un'azione per gli alimenti (legge 6 aprile 1908). La patria potestà è stata privata del diritto di correzione, di cui agli articoli 375 segg. del codice; la legge 15 maggio 1912 attribuisce questo potere disciplinare al "giudice dei minorenni"; il tribunale di 1ª istanza può pronunciare, per cause gravi, la decadenza dalla patria potestà.

La legge 10 agosto 1909 ha riconosciuto alla madre il diritto di esercitare la tutela.

Circa le persone giuridiche, dopo un lungo periodo di sfavore da parte della giurisprudenza, la legge 27 giugno 1921 ha adottato un sistema assai liberale, che sotto certe condizioni e purché siano osservate certe forme di pubblicità, riconosce la personalità giuridica delle associazioni senza fine di lucro e degl'istituti o fondazioni con fini di pubblica utilità.

In materia di proprietà e diritti reali, la principale modificazione alle norme del codice si trova nella legge 16 dicembre 1851, che organizza la pubblicità dei trasferimenti inter vivos dei diritti reali immobiliari nonché il regime dei privilegi e delle ipoteche. L'ipoteca, anche legale, è sempre speciale, gravante cioè su beni determinati, e pubblica. D'altra parte, in deroga al principio consuaudinario, che in fatto di mobili il possesso vale titolo, la legge 24 luglio 1921 assicura, mediante la pubblicazione, l'efficacia della rivendicazione di titoli al portatore al proprietario che ne sia stato spossessato involontariamente. Una ricca legislazione assicura, in margine alle disposizioni del codice, la tutela dei diritti detti intellettuali (proprietà letteraria e artistica, ecc.).

Nelle successioni ab intestato, meritano d'essere segnalate due riforme importanti. Il coniuge superstite, non divorziato né separato, che, secondo il codice, in presenza di parenti ammessi alla successione era escluso da ogni diritto, ha diritto a una quota che, normalmente, è della metà. (legge 20 novembre 1896); con la legge 11 ottobre 1919 il diritto alla successione in linea collaterale è stato limitato ai parenti in quarto grado (anziché in dodicesimo).

I principî generali del codice in materia di obbligazioni sono stati rispettati quasi integralmente; tuttavia il sistema della responsabilità fondata sulla colpa ha subito gravi restrizioni in favore del sistema della responsabilità oggettiva consacrato da certe leggi d'interesse sociale, quali le leggi relative alle indennità per gl'infortunî sul lavoro (leggi 24 dicembre 1903 e 30 dicembre 1929), e per i danni causati da malattie professionali (legge 24 luglio 1927).

Quanto ai contratti, le disposizioni del codice sono rimaste immutate per quanto concerne il matrimonio, nel quale, in difetto di convenzioni speciali, il regime di diritto comune è quello della comunione legale dei beni. Mentre per parecchio tempo il legislatore ha cercato di svincolare la libertà dei contraenti da certe restrizioni, proclamando, per es., libera la fissazione del tasso degl'interessi convenzionali (legge 5 maggio 1865), ora si tende piuttosto - in generale - a restringere l'autonomia delle parti, come dimostra la legislazione recente sulle locazioni dei fondi rustici (legge 7 marzo 1929) che impone la durata minima di nove anni per le locazioni e un preavviso di due anni per la rescissione. Altri esempî d'interventi legislativi in materia contrattuale sono le leggi 11 giugno 1877, 25 marzo 1891 e 10 marzo 1900, relative rispettivamente ai contratti di assicurazione, di trasporto e di lavoro.

Procedura civile. - Il codice francese del 14 aprile 1806, sempre in vigore, ha subito recentemente modificazioni importanti.

Oltre alle modificazioni risultanti dalle leggi sull'organizzazione giudiziaria e la competenza, e l'abolizione dell'arresto personale in materia civile (legge 27 luglio 1871), ricorderemo solo le leggi 12 agosto 1911, che sopprime i preliminari di conciliazione e 15 agosto 1854, che muta il complesso delle disposizioni relative alle espropriazioni forzate; infine, e soprattutto, il decreto reale del 30 marzo 1936 che, grazie, principalmente, allo sviluppo della procedura sommaria, ha apportato notevoli rimedî al formalismo ingombrante del vecchio codice.

Diritto penale. - I principî generali che ispirano il codice penale belga del 9 giugno 1867 sono comuni alla maggior parte degli stati europei; conviene piuttosto insistere sulle modificazioni che furono arrecate applicando le dottrine criminologiche più recenti. I reati, distinti secondo la gravità delle pene in crimini, delitti e contravvenzioni, suppongono insieme un elemeuto materiale e un elemento psichico.

Questo sistema, fondato sulla teoria classica del libero arbitrio, è oggi completato da due leggi importanti: quella del 15 agosto 1912 sulla protezione dell'infanzia che, prescindendo dalla questione del discernimento, applica ai delinquenti minori di 16 anni misure di correzione e prevenzione, dalla semplice ammonizione all'internamento in speciali stabilimenti, e quella di difesa sociale (9 aprile 1930) che, pur sottraendo alla pena i delinquenti affetti da squilibrio mentale, assicura il loro internamento in uno stabilimento penitenziario adatto al loro stato. La teoria dell'individualizzazione delle pene trova notevole applicazione nella legge 23 agosto 1919, che lascia al giudice grande larghezza nell'apprezzamento delle circostanze aggravanti o attenuanti. Alla stessa teoria si possono ricondurre ugualmente le disposizioni della legge 9 aprile 1930, che sottomette i recidivi e i delinquenti abituali, oltre che alle pene ordinarie, a una misura di sicurezza, cioè la messa a disposizione del governo, che implica l'internamento in uno stabilimento la cui natura varia secondo l'individuo.

La pena di morte, sempre conservata nel codice, è praticamente abolita dall'uso costante della grazia sovrana, e commutata nei lavori forzati a vita. Le pene privatrici della libertà personale comportano tutte, in linea di principio, il regime cellulare; ma esso è oggi molto attenuato dal collocamento di certi detenuti sia in scuole o sanatorî speciali, sia in laboratorî in comune. Recenti leggi hanno sviluppato il sistema della condanna condizionale, che permette al giudice di far soprassedere all'esecuzione delle pene non superiori ai sei mesi in favore di persone per l'innanzi incensurate.

Procedura penale. - Il codice francese di procedura penale del 1808 è rimasto in vigore, ma ha subito modificazioni abbastanza numerose, p. es., con le leggi 17 aprile 1878 sui crimini e delitti commessi all'estero da cittadini belgi e anche da stranieri (crimini contro la sicurezza dello stato, crimini e delitti contro la fede pubblica), 18 giugno 1894 sulle domande di revisione, 25 aprile 1896 sulla riabilitazione dei condannati, 14 marzo 1874 sull'estradizione (esclusi tuttavia i delitti politici e i fatti connessi).

Diritto commerciale. - L'antico codice francese del 1807 è stato progressivamente sostituito da una serie di leggi speciali.

Il libro I, dedicato al commercio in genere, tratta della professione di commerciante ed enumera gli atti considerati di commercio. Il contratto di trasporto è oggetto di un titolo speciale: chi esercita i trasporti ferroviarî gode di un regime di favore che attenua la sua responsabilità, sia per l'esclusione dei rischi dipendenti da merci speciali (animali vivi, ecc.), sia per la limitazione del danno da rifondere (p. es., al prezzo commerciale corrente al momento della spedizione). Il regime delle società commerciali, la cui ultima riforma complessiva è del 1913, merita una considerazione particolare. Le società commerciali hanno la personalità giuridica e possono essere ricondotte ai tipi seguenti: società in nome collettivo, con responsabilità illimitata e solidale di tutti i soci; società anonime, con responsabilità limitata, sottoposte a forme rigorose di pubblicità (gli amministratori sono responsabili in solido verso i soci e verso i terzi per le infrazioni agli statuti sociali o alla legge); società di persone a responsabilità limitata (legge 9 luglio 1935) o società di famiglia le cui azioni non sono cedibili a terzi che sotto certe condizioni; società cooperative, a responsabilità illimitata, salvo disposizione contraria degli statuti, e in cui le quote sociali hanno il caratteie speciale della non cedibilità; società in accomandita, che uniscono due gruppi di soci, gli uni responsabili illimitatamente e in solido, gli altri con responsabilità limitata. Quanto al contratto di assicurazione, regolato dalla legge 11 giugno 1874, le compagnie che si dedicano a questo genere di operazioni godono dell'autonomia, con la sola eccezione delle assicurazioni sulla vita, sottoposte al controllo dello stato (legge 25 giugno 1930), e di quelle contro gl'infortunî sul lavoro, subordinate al versamento di una cauzione. Il libro II del cod. comm. contiene le disposizioni sulla navigazione marittima e interna. Soltanto i bastimenti addetti alla navigazione marittima possiedono una nazionalità. Fondato sulla legge 21 agosto 1879, il diritto marittimo belga è stato negli ultimi anni ampiamente modificato per armonizzarlo con le recenti convenzioni internazionali per l'unificazione del diritto marittimo. Quanto al fallimento (libro III cod. comm.), il sistema belga permette al commerciante di buona fede di evitare la dichiarazione di fallimento, sia mediante il concordato preventivo con i creditori, sia, se l'attivo è sufficiente, con la concessione di una moratoria, fissata, in linea di principio, a un anno.

Diritto aereo. - La legislazione belga in questa materia è ancora poco sviluppata: è costituita soprattutto dalla legge del 16 agosto 1922 approvante la convenzione internazionale di Parigi (13 ottobre 1919) e dal decreto reale del 30 maggio 1931 sull'immatricolazione delle aeronavi. Il diritto belga, a differenza di quello italiano, non conosce l'ipoteca sulle aeronavi.

Diritto internazionale. - Il trattato di Londra del 19 aprile 1839, pur sancendo l'indipendenza del Belgio, gli aveva imposto un regime di neutralità perpetua garantita dalle grandi potenze. La violazione di tale neutralità da parte della Germania nel 1914 condusse le potenze firmatarie del trattato di Versailles a riconoscere la necessità di abrogare tale regime. Benché non sia stata ancora ottenuta l'adesione dell'Olanda, il "patto renano" firmato a Locarno nell'ottobre 1925 (v. locarno, XXI, p. 347 seg.) ha constatato l'abrogazione definitiva del trattato di Londra. Il Belgio ha dunque riacquistato il pieno esercizio della sua sovranità. Lo stesso trattato aveva tuttavia imposto al Belgio la partecipazione alla garanzia internazionale sotto la quale aveva posto l'inviolabilità della frontiera renana. In seguito alla smilitarizzazione della riva sinistra del Reno da parte della Germania, il Belgio ha manifestato la sua volontà di essere libero da tali obblighi di garanzia (v. App., p. 254).

Il Belgio è membro fondatore della Società delle nazioni ed è pure una delle potenze firmatarie del cosiddetto Patto Kellogg del 1928.

Bibl.: E. Defacqz, Ancien droit belgique, Bruxelles 1873; P. Errera, Traité de droit public belge, ivi 1916; M. Vauthier, Précis de droit adm. de Belgique, ivi 1928; G. Galopin, Cours de droit civil, Liegi 1911-19; Y. van Biervliet, Cours de droit civil; Nations gén.; Succession, Lovanio e Parigi 1921; Depage, Traité de droit civil belge, Bruxelles 1934; Nypels e Servais, Le Code pénal belge, ivi 1896-99, voll. 4; Goedseels, Comment du C. p. belge, ivi 1928; Braas, Précis d'instr. crim., ivi 1932; L. Frédéricq, Principes de droit commercial belge, Gand 1928-32, voll. 3; Les Pandectes belges, 1878 segg. (voll. 134 fino al 1934); buon riassunto in La vie jur. des peuples, I (Belgique), Parigi 1931.

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