BELLARMINO, Roberto, beato

Enciclopedia Italiana (1930)

BELLARMINO, Roberto, beato

Giuseppe Castellani

Cardinale, arcivescovo di (Capua, uno dei più cospicui teologi della Controriforma.

Roberto Francesco Romolo B. nacque il 4 ottobre 1542 in Montepulciano da Vincenzo Bellarmino e da Cinzia Cervini, sorella di Marcello II, entrò nella Compagnia di Gesù nel 1560, fece gli studî di filosofia nel Collegio romano, passando poi successivamente all'insegnamento delle lettere nei collegi di Firenze e di Mondovì. Nel 1567 venne mandato a Padova per studiarvi teologia, e, l'anno dopo, a Lovanio per terminare i suoi studî, con l'incarico di predicare in latino agli scolari di quell'università. La fama della sua eloquenza attirò ben presto intorno al suo pulpito nella chiesa di S. Michele gran numero d'uditori, e numerose furono le conversioni che ne seguirono, non solo tra gli studenti, ma anche fra gli eretici, venuti perfino d'Inghilterra e d'Olanda per sentire il giovane predicatore. Ordinato sacerdote il 25 marzo 1570, cominciò a insegnare teologia scolastica a Lovanio. Tornato dopo 7 anni in Italia, fu eletto maestro di questioni controverse nel Collegio romano, e iniziò allora quel periodo d'intensa attività, durato 12 anni (1576-1588), che per le opere che ne derivarono, soprattutto le celebri Controversie, segna l'apogeo dell'attività scientifica del Bellarmino.

Ai primi d'ottobre 1589 fu dato da Sisto V come teologo al cardinal legato Enrico Caetani, inviato in Francia per difendere la causa cattolica combattuta dagli ugonotti. Durante questa missione lo stesso Sisto V, a causa della dottrina sul cosiddetto potere indiretto del papa nelle cose temporali sostenuta dal B. nel primo volume delle Controversie (apparso nel 1586), ordinò che questo volume fosse messo all'indice e vi restasse donec corrigeretur; se non che, morto Sisto V (27 agosto 1590), ne fu tosto cancellato.

Di ritorno a Roma l'11 novembre 1590, riprese nel Collegio romano l'ufficio di direttore spirituale, già affidatogli fin dal 1588, e vi ebbe come alunno S. Luigi Gonzaga, che egli assistette fino alla morte (21 giugno 1591). In questo stesso anno Gregorio XIV lo nominò membro della commissione per la revisione della Volgata Sistina. Molte furono le vicende di questa revisione, tanto che l'edizione definitiva, detta Sisto-Clementina, vide la luce soltanto nel 1592 sotto Clemente VIII, e costituì per gli avversarî del B. uno dei principali ostacoli alla sua beatificazione. Nominato rettore del Collegio romano (dicembre 1592), assistette come elettore alla quinta congregazione generale del suo ordine, e fu il primo tra i membri della commissione incaricata dell'ultima revisione della Ratio Studiorum. Fu in segnito anche provinciale di Napoli, teologo e rettore della S. Penitenzieria, consultore del S. Uffizio; in quest'ultima carica collaborò al processo di Giordano Bruno. Nel 1598, eletto esaminatore per la nomina dei vescovi, dovette seguire Clemente VIII nel suo viaggio a Ferrara. Il 3 marzo 1599 fu creato cardinale. Da cardinale fece parte di quasi tutte le congregazioni d'allora. Assistente del cardinal Madruzzi nella celebre congregazione De auxiliis (1600-1605), vi esercitò una grande influenza, rappresentandovi in sostanza le dottrine del Molina. Consacrato poi arcivescovo di Capua (21 aprile 1602) - forse per allontanarlo da Roma, a causa delle sue idee, non in tutto conformi a quelle del papa nella testé menzionata questione - resse con zelo per circa 3 anni la diocesi a lui affidata, finché, ritornato a Roma per la morte di Clemente VIII (3 marzo 1605), dovette entrare in due conclavi, e nel secondo di questi, in cui venne eletto Paolo V, fu tra i cardinali favoriti per l'elezione al papato. Trattenuto a Roma dal nuovo pontefice, che lo volle suo consigliere e aiuto, fu a parte di tutte le più grandi questioni religiose del suo tempo: dell'interdetto di Venezia (1606), della controversia anglicana e gallicana sul potere del papa in materia temporale (1607-12), e del primo processo di Galileo (1615-16). Morì il 17 settembre 1621, in età di pressoché 80 anni, nella casa di S. Andrea al Quirinale.

Benedetto XV, riassumendo gli esami e gli studî condotti a termine fin dal 1753 da Benedetto XIV, promulgò il 22 dicembre 1920 il decreto della santità eroica del Bellarmino. Pio XI, dopo l'approvazione dei miracoli, lo dichiarò beato il 13 maggio 1923. Il suo corpo si venera nella chiesa di S. Ignazio in Roma; la sua festa si celebra il 13 maggio.

Scritti: Non meno di 30 sono le opere che il B. ha lasciate, fra dogmatico-polemiche, esegetiche, ascetiche e d'istruzione pastorale e morale. Il suo capolavoro sono le accennate Controversie ossia Disputationes de controversiis christianae fidei adversus huius temporis haereticos, tenute nel Collegio romano dal 1576 al 1588. In esse l'autore, adattando la sua trattazione ai bisogni del tempo, si propose d'ordinare organicamente in un sol corpo - quindi una vera Summa nel suo genere - tutti i punti controversi della fede, fino allora trattati separatamente e dispersi in un gran numero di opere. Il primo volume fu pubblicato a Ingolstadt nel 1586, il secondo nell'88 e il terzo nel '93. La prima edizione completa, riveduta dall'autore, è quella di Venezia, 4 in-folio, 1596. Se ne fecero in seguito parecchie altre edizioni. Pregevoli soprattutto quella di Parigi 1608, di Praga 1721, di Roma 1832. Tra le altre opere ricorderemo: Dottrina cristiana breve, Roma 1597; poi Dichiarazione più copiosa della dottrina cristiana, 1598. Il B. compose questo piccolo e grande catechismo per ordine di Clemente VIII. L'operetta, scritta in una forma dialogica semplice e precisa, si diffuse presto in tutti i paesi, ebbe moltissime edizioni e venne tradotta in più di 60 lingue. Inoltre: Institutiones linguae hebraicae, Roma 1578; In omnes Psalmos dilucida expositio, Roma 1611; De scriptoribus ecclesiasticis, Parigi 1617; De editione latina vulgata, Würzburg 1749; De ascensione mentis in Deum..., Roma 1615; De aeterna felicitate sanctorum, Roma e Anversa 1616; De gemitu columbae, Roma e Anversa 1617. Una raccolta di 50 lettere latine fu pubblicata dal Fuligatti, Ven. Servi Dei R. B... epistolae familiares, Roma I650; altre lettere, anteriori al cardinalato, si possono vedere in Le Bachelet, Bellarmin avant son cardinalat, Parigi 1911.

L'influenza esercitata dall'autore delle Controversie fu straordinariamente grande. Cattolici e protestanti, al primo apparire di quest'opera, la giudicarono unanimemente come la più possente difesa del cattolicismo.

Bibl.: Per la biografia, oltre alla lettera di Tommaso Sailly (in Annuaire de l'Université Cathol. de Louvain, 1841, p. 169 segg.), testimonio della predicazione a Lovanio, la prima fonte da consultare è l'Autobiografia, pubblicata prima nella Positio... B. Summarium, 1675, n. 30, pp. 118-131, poi a parte a Lovanio nel 1753; anche da Döllinger e Keusch, Die Selbstbiographie der Kard B., Bonn 1887; e da Le Bachelet, B. avant son Cardinalat, Parigi 1911, pp. 442-64; L. v. Pastor, Storia dei papi, trad. it., vol. XI, cap. XI. Per la bibliografia e la lista completa delle opere, vedi C. Sommervogel, Biblioth. de la C. d. J. s. v., e Auctarium Bellarminianum, Parigi 1913. Sulla dottrina e influenza del Bellarmino, J. De la Servière, La théologie de Bellarmin, Parigi 1911. Su questioni particolari di cui è cenno sopra, si vedano anche: Le Bachelet, B. à l'Index, in Études, CXI (1907), p. 227 segg.; id., B. et la Bible Sixto-Clémentine, Parigi 1911; C. Bricarelli, Galileo Galilei e il card. R. B., in Civiltà Cattolica, p. 481; IV, pp. 118, 415 (oltre gli studî più noti sull'argomento: v. Galilei). Notevole la polemica sulla santità del B. fra il Baumgarten (Neue Kunde von alten Bibeln, mit zahlreichen Beiträgen zur Kultur und Literaturgeschichte, Roms am Ausgange des sechzehnten Jahrhunderts, Krumbach 1923) e P. Tacchi Venturi (Il beato R. B. Esame delle nuove accuse contro la sua santità, Roma 1923). L'opera più recente sul B. è J. Brodrik, The life and work of blessed R. F. B., voll. 2, Londra 1928.

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