BELLEROFONTE DI EGINA, Pittore del

Enciclopedia dell' Arte Antica (1959)

BELLEROFONTE DI EGINA, Pittore del (Algina Bellerophon Painter)

L. Banti

Ceramografo corinzio, uno dei migliori del secondo venticinquennio del VII sec. a. C. (Protocorinzio Medio). Il più conosciuto dei vasi a lui attribuiti, quello a cui deve il nome, è una kotỳle frammentaria da Egina (n. 253) con Bellerofonte su Pegaso, la Chimera, Teseo (la Gorgone è perduta), un leone, un'oca, una sfinge. La Chimera, quasi immobile, come se volesse misurare le forze dell'avversario prima di iniziare la lotta, è potentemente concepita e temibile per la sua stessa immobilità.

Insieme alla Gorgone, occupava tutta la faccia principale, respingendo i due eroi in una posizione secondaria. Anche la sfinge ha una monumentalità quale raramente si trova nella contemporanea pittura protocorinzia e che l'avvicina alla sfinge in avorio da Perachora. Il pittore è vicino al Pittore dei Cani (si confronti l'attacco della spalla nella Chimera e quello dei cani nelle tazze del Pittore dei Cani), ma è più recente. Come lui ricerca le belle linee espressive, ma i corpi non sono più esageratamente tesi, anzi gli animali avanzano tranquilli e dignitosi. Il disegno è ottimo; la tecnica (a figure nere con moderati ritocchi rossi) eccellente; l'incisione sicura. La Chimera su questa tazza ha uno schema rarissimo in Grecia: la testa di capra è all'estremità di un'ala.

Già in un lavoro forse giovanile, una oinochòe da Megara Hyblea con la lotta fra un giovane e un centauro, il pittore rivela le sue ottime qualità. Molto bella è la oinochòe frammentaria Egina n. 273, posteriore alla tazza con Bellerofonte, decorata unicamente con motivi del "fregio animale". La monumentalità e la potenza delle singole figure mostrano l'eccellenza raggiunta dal "fregio animale" protocorinzio alla fine del secondo venticinquennio del VII sec. a. C.

Bibl.: H. Payne, Necrocorinthia, Oxford 1931, p. 11 ss.; W. Kraiker, Aigina. Die Vasen des 10. bis 7. Jhdts., Berlino 1951, pp. 18 e 48, n. 253; 19 e 51, n. 273; F. Matz, Geschichte d. griech. Kunst, I, Francoforte 1949, p. 230; J. L. Benson, Geschichte d. korinthischen Vasen, Basilea 1953, p. 18, n. 13; T. J. Dunbabin-M. Robertson, Some Protocorinthian Vase-painters, in Annual Brit. Sch. Athens, XLVIII, 1953, p. 177. Per lo speciale aspetto della Chimera: T. J. Dunbabin, Bellerophon, Herakles and Chimaera, in Studies Presented to D. M. Robinson, II, Saint Louis 1953, p. 1164 ss.

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