BENZINA

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)

BENZINA (VI, p. 662; App. I, p. 360)

Giorgio Roberti

La percentuale di benzina ottenuta dal petrolio negli Stati Uniti è stata nel 1941, ultimo anno precedente l'entrata in guerra, del 43%; nel 1947 è scesa invece a 39%. Nel 1939 la benzina ottenuta negli Stati Uniti risulta così suddivisa:

benzina ottenuta per distillazione del petrolio 29.287.000 t.;

benzina ottenuta con processi di pirogenazione: 32.707.000 t.;

benzina ottenuta da gas naturali 6.139.000 t.

In Italia il consumo di benzina è stato nel 1938 di 438.000 t. e nel 1946 di 311.000 t. Ecco le caratteristiche prescritte in Italia (1947) per i varî tipi di benzina, auto, avio e benzine solventi distinte secondo i punti iniziali e finali di distillazione:

Il numero di ottano 60 per le benzine auto è dettato da circostanze contingenti, e cioè dal fatto che i grezzi del Medio Oriente che alimentano le raffinerie italiane, non dotate ancora di impianti di reforming, dànno per distillazione benzine con numero di ottano inferiore a 50; dal punto di vista del rendimento dei motori oggi impiegati in Italia, il numero di ottano dovrebbe essere superiore a 70.

Durante la seconda Guerra mondiale gli eserciti anglo americani usavano benzina auto a numero di ottano 80, contenente fino a 0,79‰ di piombo tetraetile, e benzine avio con numero di ottano variabile secondo i tipi tra 86 e 107, con una percentuale massima di piombo tetraetile di 1,21‰.

Per ottenere un innalzamento del numero di ottano di una benzina di un determinato greggio, oltre ai trattamenti termici ed alla aggiunta di sostanze varie (v. carburanti, App. I, p. 360 e antidetonanti in questa App.) basta diminuire la temperatura finale della distillazione. Il grafico seguente mostra, per una data benzina, la relazione tra numero di ottano (N.O.) e punto finale di distillazione (P.F.D.).

L'iso-ottano che si aggiunge alle benzine avio, viene ora in gran parte preparato per alchilazione, facendo cioè reagire l'isobutano con i butileni in presenza di un agente alchilante che può essere acido solforico, acido fluoridrico o cloruro di alluminio.

Altre sostanze che hanno la stessa funzione dell'iso-ottano e che vengono preparate per alchilazione sono: il neo-esano (2-2 dimetilbutano) da isobutano e da etilene, ad alta temperatura e pressione, senza catalizzatori, il quale presenta rispetto all'iso-ottano il vantaggio di una maggiore volatilità; l'isopropilbenzolo, da propilene e benzolo, e l'isobutil-benzolo, da isobutilene e benzolo, impiegato in Inghilterra sotto il nome di victane.

Benzine solide. - Per ridurre i pericoli che presentano le benzine, soprattutto in relazione ad azioni belliche, pericoli dovuti alla infiammabilità ed alla fluidità, sono stati studiati processi per ottenere la solidificazione della benzina. Un processo consiste nel formare un'emulsione del tipo "olio in acqua" usando come fase disperdente una soluzione o sospensione acquosa di sostanze capaci di rapprendersi in un prodotto solido, come cementi o resine sintetiche (per es., urea-formaldeide). Il prodotto solido ottenuto può contenere anche il 97%, in volume, di benzina che si può ricuperare con una resa di circa il 90% mediante azione della pressione.

La benzina solida può essere conservata anche sott'acqua o in recipienti di materiali varî, purché si eviti la possibilità di evaporazione.

Masse di benzina solida colpite da proiettili non dànno luogo ad incendî o a fuoruscita di liquido.

Carburanti di sostituzione. - Tra le sostanze usate come carburanti in sostituzione della benzina, sono da citare, in aggiunta a quelle già ricordate (v. App. I, p. 360), l'idrogeno, l'ammoniaca e l'acetilene.

L'idrogeno è stato tra l'altro impiegato in qualche sommergibile tedesco per la navigazione subacquea. Durante la navigazione in emersione una piccola dinamo, azionata dal motore ad olio, fornisce la corrente ad una piccola cella elettrolitica sotto pressione che produce idrogeno ed ossigeno.

L'impiego dell'ammoniaca è stato proposto in Italia, quello dell'acetilene praticato in Svizzera durante il secondo conflitto mondiale.

G. Claude, in Francia, sfruttando l'ottimo coefficiente di solubilità dell'ammoniaca per l'acetilene, ha sperimentato miscele, mantenute liquide a 15° alla pressione di 10 atmosfere, a 50° a 30 atm., contenenti in peso 78% di ammoniaca e 22% di acetilene (allo stato di vapore, 15% in volume di acetilene) aventi un potere calorifico di 6000 Cal/kg. (di cui circa 2400 dovute all'acetilene).

In prove al banco il consumo, in Cal/HP/ora, è stato, con detta miscela, di 2250 contro 2400 impiegando benzina.

Bibl.: G. Egloff, in Industry and power, maggio 1947; G. Claude, in C.R. Acad. Sc., CCXXI (1941), p. 585; per le benzine solide: R.B. Shackleton, Fuel, in Science and practice, XXVII (1948), p. 19.

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