CARCANO, Bernabò

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 19 (1976)

CARCANO (Carchanus, de Carcano), Bernabò

Fabio Troncarelli

Nacque a Milano dal nobile Luchino Belloso alla fine del sec. XIV o agli inizi del successivo. Non possediamo alcuna notizia sul primo periodo della sua vita, in cui certamente si dedicò con profitto agli studi letterari e iniziò a ricoprire le sue prime cariche: il primo dato biografico certo che lo riguardi è del maggio 1431, quando, segretario dell'arcivescovo di Milano Bartolomeo Capra, recitò un'orazione in lode del funzionario ducale Sperone di Pietrasanta. Il 3 ag. 1434 celebrò con una seconda orazione l'elezione a vicecommissario dell'urbinate Giovanni di San Marino; in quel tempo doveva già avere una parte di qualche importanza sia nella vita culturale sia in quella politica della sua città.

Del periodo che va dal 1431 al 1438 del C. ci restano infatti, oltre alle due orazioni citate e ad altre di minore importanza (due per matrimoni e una di ringraziamento), numerose lettere che ci attestano le sue relazioni sia con influenti funzionari ducali, sia con famosi eruditi, teologi e giureconsulti; eloquente testimonianza, queste ultime, della cultura e del carattere dell'umanesimo lombardo di quel momento, dominato dalla figura del Panormita.

Per lunghi periodi i documenti ufficiali, comunque, tacciono il nome del C., che non superò mai una posizione di aurea mediocrità. Il 6 marzo 1450, pochi giorni dopo l'avvento al potere di Francesco Sforza, egli fu "confirmatus" capitano di Brinzone, Belegno e Levantina, per sei mesi a partire dal 1º marzo, con lo stipendio di 50 fiorini mensili; nel 1452 è nuovamente citato come cancelliere della Curia arcivescovile di Giovanni Visconti: nel 1454 fece testamento; il 30 luglio 1462 ottenne l'ufficio del prezzo delle biade in sostituzione di Ruggero Scaravazo, grazie all'intervento di Bianca Maria Visconti. La protezione della duchessa non si limitò a garantire una rendita sicura al già anziano C.: con una lettera di suo pugno il 2 ottobre dello stesso anno essa sollecitò l'intervento diretto del vicario di Provvigione perché i prestinai di pane a mistura o di frumento ed i fornai pagassero puntualmente lo stipendio dovutogli e perché gli ufficiali ducali non lo disturbassero inutilmente, né richiedessero il suo intervento se non nei casi di flagrante truffa. Pochi anni dopo, nel 1465, il C. fu nuovamente nominato cancelliere della Curia arcivescovile. Neppure le diverse successioni alla testa del ducato di Milano modificarono la posizione del vecchio letterato: il 3 maggio del 1471 egli venne eletto membro della commissione dei deputati al governo dell'Ospedale Maggiore; si trattava evidentemente, anche in questo caso, di una carica onorifica per giustificare una retribuzione. Allo stesso modo il 10 ag. 1480, per ordine di Gian Galeazzo Sforza e di Bona di Savoia, venne nominato console di giustizia al posto di Ambrogio di Brena, e il 18 di quel mese, prestato il giuramento rituale, prese possesso del suo ufficio. Il C. era ormai molto vecchio e in cattive condizioni di salute: il 3 marzo 1484 venne sostituito da Ambrogio Bracco perché in "decrepita aetate".

Non ci sono rimaste altre notizie su di lui: è presumibile che morisse poco dopo il 1484.

Gli scritti superstiti del C. sono raccolti disordinatamente nel codice H. 48 inf. della Biblioteca Ambrosiana di Milano, ai ff. 45v-46 (orazione per l'elezione di Giovanni di San Marino), 47rv (orazione in onore di Sperone di Pietrasanta), 90rv (lettera del 15 marzo 1438 a Giovanni Visconti, seguita da un'elegia ad Antonio da Rho, ambedue contro l'umanista reatino Tommaso Morroni), 105v (lettera a Branda da Castiglione del 1º ag. 1436; orazione per le nozze del giurista Bartolomeo Capra); 106rv (lettera a Marcheto Baldirono, senza data; lettera a Francesco della Croce del 19 ag. 1434; lettera al consigliere ducale Aloisio Crotto del 1º maggio 1437; lettera a Francesco di Barbavarie del 29 dic. 1432); 108rv (lettera al vescovo di Pavia del 3 maggio 1434; lettera a Iacobo Beccheto del 20 sett. 1434; lettera al vicecommissario Bertole del 7 ag. 1432); 109r (lettera ad Ambrosino de Carugo del 1º febbr. 1432); 110rv (lettera ad Antonio Canobiense del 25 genn. 1433); 111v (lettera ad Antonio Pessina del 1437); 112r-114r (lettera a Iacomello Trivulzio del 9 ott. 1431; lettera ad Antonio Canobiense del 25 sett. 1434; lettere ad Antonio Pessina del 17 maggio 1432; lettera al vicario delle Provvigioni di Milano Angelo Consalvo di Urbino del 14 genn. 1434; al vicecommissario Giovanni del 12 maggio 1438); 120v (orazione per le nozze di un nobile milanese); 123rv (orazione pro gratiarium actione). Nello stesso manoscritto si conservano inoltre una serie di facetiae (aneddoti, raccontini umoristici o moraleggianti, ecc.) scritti dallo stesso C. presumibilmente nel 1463, come risulta da una data apposta in margine alla prima composizione; le facetiae si trovano ai ff. 120r-122v. Tutta questa nutrita produzione presenta un certo interesse sia perché ci permette di ricostruire taluni aspetti della erudizione e della tematica propria alla cerchia di umanisti del primo Quattrocento milanese (le lettere sono sovente esercitazioni retoriche sul modello dei classici) sia perché fornisce interessanti testimonianze sulla vita politica della Milano viscontea, sui suoi costumi, sulle sue cerimonie.

Di questi scritti solo la lettera e l'elegia contro il Morroni furono pubblicate da B. Boralevi (Di alcuni scritti inediti di T. Morroni da Rieti, in Boll. della R. Deput. di storia patria per l'Umbria, XVII [1911], pp. 541-44; cfr. la recensione di R. Sabbadini, in Giorn. stor. della letter. ital., LXIV [1914], pp. 408 ss., in cui inoltre l'elegia è riprodotta in una lezione più esatta).

Fonti e Bibl.: Annali della Fabbrica del duomo di Milano, II, Milano 1877, pp. 146 s., 238 e Append., II, ibid. 1885, pp. 79 s.; I Registri delle lettere ducali del periodo sforzesco, a cura di C. Santoro, Milano 1961, pp. 97, 99, 197, 218; Bibl. Apost Vaticana, Vat. lat. 9265: G. M. Mazzuchelli, Notizie relat. agli scritt. ital., f. 462r; F. Argelati, Bibliotheca scriprorum Mediolanensium, I, 2, Mediolani 1745, col. 297; A. C., Il corredo nuziale di Bianca Maria Sforza Visconti..., in Arch. stor. lomb., II (1875), p. 58; C. Santoro, Gli uffici del dominio sforzesco, Milano 1961, pp. 146, 176, 227.

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