Malamud, Bernard

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Scrittore statunitense (New York 1914 - ivi 1986). Figlio di immigrati ebrei di origine russa, pose al centro della sua narrativa l'indagine sulla quotidianità all'interno di un contesto urbano, prevalentemente quello newyorchese, il cui degrado morale s'insinua negli aspetti più riposti della comunità ebraica alterandone sostanzialmente gli equilibrî. Ad eccezione di The natural (1952; trad. it. Il migliore, 1984), incentrato sulle ambiguità del mito americano del baseball, questa intricata dinamica è presente in gran parte delle sue opere, dall'intenso romanzo The assistant (1957; trad. it. 1962), al successivo A new life (1961; trad. it. 1963), al suo unico esperimento in chiave storica The fixer (1966; trad. it. L'uomo di Kiev, 1968). In Pictures of Fidelman (1969; trad. it. La Venere di Urbino, 1972), The tenants (1971; trad. it. 1973) e Dubin's lives (1979; trad. it. 1981) si sovrappone a questo sfondo l'indagine sulla psicologia dell'artista e sui motivi del suo fallimento. Oltre all'ultimo romanzo, God's grace (1982; trad. it. Dio mio, grazie, 1984), vanno ricordate le raccolte di racconti The magic barrel (1958; trad. it. 1964), Idiots first (1963; trad. it. 1966) e Rembrandt's hat (1973; trad. it. 1975). Un romanzo incompiuto è apparso postumo insieme con alcuni racconti: The people and uncollected stories (1989; trad. it. 1993), mentre nel 2019 è stata pubblicata in Italia in due volumi, sotto il titolo di Tutti i racconti, la raccolta dei 55 racconti scritti da M. tra il 1940 e il 1982.

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