BERNARDI, Stefano, detto il Moretto

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 9 (1967)

BERNARDI, Stefano, detto il Moretto

Giovanni Scalabrino

Nacque a Verona nel 1580. Frequentò la Scuola degli accoliti di Verona, dapprima come chierico privato, poi come accolito, mostrando una chiara e naturale inclinazione per la musica, che studiò sotto la guida di I. Baccusi, maestro della cappella dei duomo. Nel maggio 1603 faceva già parte dell'Accademia filarmonica di Verona come musico salariato, e aveva preso gli ordini minori, rimanendo come cappellano alla cattedrale fino al 1607, anno in cui chiese di perfezionare a Roma i suoi studi. Il capitolo lo aiutò, inviandolo alla chiesa della Madonna dei Monti, dove il B. entrò come maestro di cappella. Nell'atmosfera romana, dominata dalla figura del Palestrina, egli cominciò a ideare, e a far eseguire, le sue prime opere, dando alle stampe nel 1610 un libro di Motecta binis, ternis, quaternis et quinis vocibus concinenda (Roma, G. B. Robletti), nel 1611 Il primo libro di madrigali a tre voci… Opera terza (Roma, B. Zannetti) e Il primo libro di madrigali a cinque voci, novam. composti & dati in luce (Venezia, R. Amadino). Nel 1611, resosi vacante il posto di maestro di cappella del duomo di Verona, il vescovo e il capitolo richiamarono il B., ormai musicista di notevole fama. Nel maggio cominciò l'insegnamento, con la retribuzione iniziale di 150 scudi, dimostrandosi molto abile ed attivo.

Sotto di lui la cappella fu costituita da dodici cantori (quattro bassi, quattro tenori e quattro alti) cui, nelle solennità, si aggiungevano altri elementi. Molti tra i cantori più celebrati dell'epoca, in Italia e fuori, provenivano dalla sua scuola. Notevole impulso fu dato agli acquisti di testi e di strumenti musicali. L'archivio musicale delle scuole accolitane si arricchì di nuove opere e crebbe l'importanza dello studio degli strumenti, già iniziato sotto il Baccusi.

Nell'anno 1613 il B. venne nominato "maestro di musica" dell'Accademia filarmonica: non meno significativo anche qui fu il suo contributo artistico. Sono di questi anni alcune delle sue più note e stimate composizioni sacre e profane, quali i Psalmi integri quatuor vocibus romanis modulati numeris… Opus quartum (Venezia 1613, G. Vincenti), i Concerti academici con varia sorte di Sinfonie… Libro primo, Opera ottava (Venezia 1615, G. Vincenti), le Missae quinque domini Stephani B. et aliorum quatuor vocum, cum basso continuo ad organum (Anversa 1619, P. Phalèse) e i Concerti sacri scielti, & trasportati dal secondo. & terzo libro de madrigali a cinque voci con il basso per l'organo… dal R.P.F. Gio. Girolamo de' Servi nuovamente composti et dati in luce (Venezia 1621, A. Vincenti). Nel 1615 il B. pubblicò a Verona presso A. Tamo la Porta musicale per la quale il principiante con facile brevità all'acquisto delle perfette regole del contrappunto viene introdotto, manuale d'insegnamento elementare che egli ampliò in successive edizioni e a cui doveva seguire una seconda parte sui contrappunti doppi, sul modo di ben cantare, ecc., che non vide però mai la luce.

Nella sua città il B. si fece anche raccoglitore ed editore, nel 1619, di alcuni Scherzi poetici di diversi autori per le nozze Cossali-Verità ,nei quali figurano due sue poesie; nel 1622, sempre a Verona, fu stampata La Badoeride, divisa in nove Idilli cantati dalle nove Muse del nostro fiorentissimo Monte Baldo, da lui musicata e dedicata a Giorgio Badoer.

Dopo undici anni di attività, il B. lasciò i suoi incarichi veronesi e la sua patria, per prendere servizio presso l'arciduca Carl Joseph, vescovo di Breslau e Bressanone. Ottenne molti favori dall'arciduca (da lui chiamato "Mecenate della musica" e a cui dedicò varie composizioni), che però morì nel 1624. Il 24 maggio dello stesso anno il B. si recò a Salisburgo, presso l'arcivescovo conte Paris von Lodron (fondatore della locale università), che forse lo conosceva personalmente e che lo introdusse nella cerchia degli artisti della città, ove si attendeva la consacrazione del duomo costruito da Santino Solari. Del periodo salisburghese non si sa molto del B.: da alcuni documenti che riguardano le sue prebende risulta che nel luglio 1627 era considerato dottore in diritto civile ed ecclesiastico, poiché con questa qualifica era solito sottoscrivere le sue composizioni. In occasione dell'inaugurazione dei duomo egli fu incaricato di comporre il Te Deum (ora smarrito), eseguito il 24 sett. 1628 durante la traslazione delle reliquie dei santi Ruperto e Vigilio; mentre il giorno successivo diresse l'imponente Messa solenne a cinquantratré voci e l'Hymnus in onore di s. Ruperto, composti espressamente da O. Benevoli. Nel 1632, dal marzo all'aprile, egli ricevette gli ordini maggiori (suddia conato, diaconato e sacerdozio) nel duomo, di cui in seguito divenne maestro di cappella, come è attestato dal frontespizio degli Encomia sacra (motetti a due, tre, quattro, cinque e sei voci stampati a Salisburgo da G. Kyrner nel 1634), nel quale figura come "canonicus St. Mariae ad Nives et Metropolitanae Ecclesiae Praefectus ". è certo, comunque, che a Sailisburgo il B. raggiunse l'apogeo della sua carriera artistica; assai stimato dall'arcivescovo, lo accompagnò durante un viaggio a Nogaredo nella primavera del 1628: ciò gli permise di fermarsi a Verona e a Venezia, sede, quest'ultima, del suo principale editore, il Vincenti.

La data della morte del B. è incerta: si sa che, nel 1634, egli aveva lasciato Salisburgo per ragioni ignote, ma che solo nel 1638 cessarono le sue prebende; ora, poiché le edizioni della raccolta completa dell'editore Vincenti cominciano dal 1637, la morte può desumersi avvenuta intorno al 1636.

Musicista versatile e fertile, come appare dalla sua copiosa produzione e dalla varietà dei generi musicali da lui trattati (motetti, salmi, messe, madrigali, sinfonie, canzoni, concerti, litanie, ecc.; molte di queste composizioni furono inserite nelle migliori raccolte coeve e moltissime rimangono manoscritte nelle principali biblioteche italiane ed europee), il B. si rivela ricco d'inventiva e solido contrappuntista. Pur rimanendo molto legato allo stile romano, egli offre una sintesi sufficientemente esatta dei gusti musicali del primo '600. In alcune delle sue composizioni troviamo da lui usato, forse per la prima volta, il vocabolo "sinfonia" (inteso però come equivalente di canzone o sonata). Altra importante innovazione a lui attribuita è l'uso degli "assolo" nella strumentazione dei suoi brani musicali; nelle otto sinfonie a sei voci dei Concerti academici… Op. ottava del 1615 appaiono infatti le indicazioni: "tutti ", "solo ", "due violini" ecc., che danno la misura dell'esatto valore innovativo del B. nella storia dello stile concertante. Musicista assai celebrato nel suo tempo, egli meritò gli elogi dei suoi contemporanei che lo ammirarono per le armoniose proporzioni delle sue composizioni e per la vaghezza melodica delle sue messe. Anche La Porta musicale incontrò molto favore, forse per la sua "chiarezza e concisione" (Fétis). Tra i suoi allievi si possono annoverare i maestri Pietro Verdina e Antonio Bertali.

Fonti e Bibl.: G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, p. 969; R. Eitner, Bibliographie der Musik-Sammelwerke des XVI. und XVIII. Jahrhunderts, Berlin 1877, pp. 413 s.; G. Gaspari, Catalogo della Bibl. del Liceo musicale di Bologna, I, Bologna 1890, p. 295; II, ibid. 1892, passim (v. Indice,p. 537); III, ibid. 1893, pp. 48 s., 180; E. Vogel, Bibliothek der gedruckten weltlichen Vocalmusik Italiens. Aus den Jahren 1500-1700, I, Berlin 1892, pp. 87-90, 578; H. Spiess, S.B., in Salzburger Chronik, XXXV (1899), nn. 58-65, pp. 1 ss.; A. Spagnolo, Le Scuole accolitali di grammatica e di musica in Verona, in Atti e mem. dell'Acc. d'agric., scienze, lettere, arti e commercio di Verona, s. 4, V,1 (1904-1905), pp. 198-201; H. Spiess, Aus der musikalischen Vergangenheit Salzburgs bis 1634, in Musica divina, II, Wien 1914, p. 314; K. A. Rosenthal, Zur Stilistik der Salzbuger Kirchenmusik des 17. Jahrhunderts,in Beethoven-Zentenarfeier. Internationaler musikhistorischer Kongress, Wien 1927, pp. 202 s.; K. A. Rosenthal, Steffano Bernardis Kirchenwerke, in Studien zur Musikwissenschaft, XV(1928), pp. 46-51; F. Posch, Steffano Bernardis weltliche Vokal-und Instr. Werke, Salzburg 1935; C. Schneider, Geschichte der Musik in Salzburg,Salzburg 1936, pp. 56, 60-61; G. Turini, L'Accademia filarmonica di Verona dalla fondazione (maggio 1543) al 1600 e il suo patrimonio musicale antico, Verona 1941, passim (v. Indice,p. 332); H. Spiess, Ein ital. Bericht über den Besuch des Grossherzogs Ferdinand II. von Toscana in Salzburg in Jahre 1638, in Mitteil. d. Gesellschaft für Salzburger Landeskunde, Salzburg 1946-1947, pp. 33-48; G. Turrini, Il patrim. music. della Bibl. Capit. di Verona dal sec. XV al XIX, Verona 1952, pp. 20 s., 22-25, 40, 66, 74 s., 77, 79; W. S. Newrnan, The Sonata in the Baroque Era, Chapell Hill 1959, pp. 20, 76, 97, 118 s., 206; F.-J. Fétis, Biographie univ. des Musiciens, I, Paris 1860, p. 369; C. Schinicil, Diz. univ. dei Musicisti, I, pp. 164 s.; Supplemento, p. 86; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker,I,pp. 468-470; Encicl. Ital., VI,p. 748; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, I, coll. 1775-1778; G. Grove's Dict. of Music and Musicians, I, London 1954, p. 677; Enciclopedia della Musica Ricordi, I, Milano 1963, pp. 248 s.

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