Corio, Bernardino

Enciclopedia machiavelliana (2014)

Corio, Bernardino

Anna Maria Cabrini

Nacque a Milano l’8 marzo 1459 da nobile famiglia; il padre svolse attività diplomatica al servizio di Francesco Sforza e nel 1474 divenne stipendiato del figlio Galeazzo Maria, presso il quale Bernardino fu accolto come cameriere ducale.

Ebbe contatti e rapporti con importanti personaggi e – in una misura che non è agevole definire – con il mondo culturale della corte milanese. Svolse alcuni incarichi per gli Sforza, fino alla caduta di Ludovico il Moro nel 1499. Nel 1503 fece pubblicare da Alessandro Minuziano la sua Patria historia, insieme con le Vitae Caesarum (da Cesare ad Arrigo VII), con belle xilografie. Nuove ricerche hanno consentito di collocare la data della morte tra il novembre 1504 e l’aprile 1505 (Meschini 1995). La Patria historia, composta dal 1485, è scritta in volgare (su cui cfr. Bongrani 1986) e suddivisa in sette parti, di ampiezza diseguale; narra con un taglio annalistico la storia di Milano dalle origini al 1499. L’opera è largamente debitrice di cronache e storie precedenti (in particolare a Giovanni Simonetta per il periodo della vita di Francesco Sforza), ma a partire dagli anni di Galeazzo Maria si infittisce l’apporto personale e documentario. Il Moro la considerò con favore e diede a C. l’accesso agli archivi ducali.

L’opera di C. ha una presenza rilevante nelle Istorie fiorentine di M. per quanto riguarda il quadro delle guerre e della politica italiana nel Quattrocento. Dato il carattere peculiare della Patria historia, non è improbabile che questa costituisca il tramite (che potrebbe però non essere esclusivo) attraverso cui M. si avvalse dei Commentarii di Simonetta, le cui tracce nelle Istorie rimandano indubbiamente – per numerosi riscontri letterali – al volgarizzamento di Cristoforo Landino, a sua volta inglobato in larga misura, con tagli e qualche aggiunta, nella riscrittura fatta da C. e reso dunque in qualche tratto più agile e disponibile nell’ambito di quest’ultima. Se così è, il confronto sarebbe operante a partire dal libro V delle Istorie (almeno da V xxii) e quanto osservato varrebbe per tutta la parte relativa a Francesco Sforza, con la cui morte (1466; VII xii) hanno termine i Commentarii. La questione non ha un rilievo solo filologico, dal momento che in C. assume minore risalto il carattere encomiastico dell’opera di Simonetta. Il passo indubbiamente più interessante in relazione al modo in cui M. si appropria – non solo liberamente ma con una incisiva mutazione di peso, ampiezza e senso – di spunti qui tratti dalla fonte è il drammatico confronto tra gli oratori milanesi della Repubblica ambrosiana e Francesco Sforza (VI xx-xxi; cfr. B. Corio, Storia di Milano, a cura di A. Morisi Guerra, 1978, pp. 1253-56). Per quanto riguarda il seguito del libro VII e il libro VIII delle Istorie, la presenza di C. si riscontra in più capitoli (tra cui si segnalano VII xxii, xxviii, xxxi; VIII xiii, xviii, xx, xxv, xxvi), ma soprattutto è il fondamento della narrazione della congiura e morte di Galeazzo (VII xxxiii-xxxiv; cfr. B. Corio, Storia di Milano, cit., pp. 1398-1410: dell’uccisione del duca, nel 1476, C. si dichiara testimone oculare), come già rilevò Tommasini in relazione alle confessioni di Girolamo Olgiati, riportate da C. (O. Tommasini, La vita e gli scritti di Niccolò Machiavelli nella loro relazione col machiavellismo, 2° vol., 1911, p. 542). La riscrittura di M. si avvale di un montaggio magistrale delle diverse parti di cui si compone il racconto di C. e assurge a un risultato di grande efficacia rappresentativa: potenziando gli spunti della fonte ne trae il quadro di una paradigmatica congiura antitirannica, sul monito della cui lezione l’autore chiude il VII libro, già annunciando l’altra cruciale congiura su cui si apre il libro VIII, quella dei Pazzi. Anche su quest’ultima, pur non risultando C. una specifica fonte, non è privo di interesse il confronto.

Bibliografia: La più attendibile edizione moderna della Patria historia, esemplata sulla princeps, è quella a cura di Anna Morisi Guerra, Storia di Milano, Torino 1978.

Tra gli studi critici si vedano: G.M. Anselmi, Ricerche sul Machiavelli storico, Pisa 1979; P. Bongrani, Lingua e letteratura nell’età sforzesca, Parma 1986; S. Meschini, Uno storico umanista alla corte sforzesca, Milano 1995. Sui giudizi contrastanti relativi al valore della Patria historia e per una rinnovata valutazione si veda: S. Meschini, Bernardino Corio storico del Medioevo e del Rinascimento milanese, in Le cronache medievali di Milano, a cura di P. Chiesa, Milano 2001, pp. 101-73.

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