CLESIO, Bernardo

Enciclopedia Italiana (1931)

CLESIO, Bernardo

Giuseppe Gerola

Cardinale. Bernardo Cles, noto nel mondo umanistico col nome di Clesio, nacque l'11 marzo 1485 nell'omonimo castello della valle di Non nel Trentino. Dopo essersi addottorato presso l'università di Bologna, fu chiamato nel 1514 al vescovado di Trento, interrompendo la lunga serie dei presuli tedeschi, che da un secolo e mezzo dominavano nel principato vescovile, e inaugurando la serie dei vescovi indigeni. Della nuova carica prese possesso con pompa mai più veduta. Nel 1530, trovandosi a Bologna quale rappresentante di Ferdinando re dei Romani alla incoronazione di Carlo V, fu dal pontefice innalzato al cardinalato. Il favore di Ferdinando per poco non gli valse la tiara nel conclave del 1534. Nel 1539, nominato amministratore del vescovado di Bressanone, aprì in tal modo ai nobili trentini le porte di quel principato. Ma a Bressanone morì, colpito d'apoplessia, il 28 luglio dell'anno medesimo. Dei vescovi di Trento va considerato come il più illustre. Per il principato riebbe Riva, che gli servì di rifugio nei torbidi giorni della sollevazione rustica del 1525, e così pure i Quattro vicariati; permutò definitivamente la giurisdizione di Bolzano con quella di Pergine; riordinò l'archivio vescovile, provvedendo alla compilazione del Codice clesiano; e pubblicò lo statuto di Trento. Riaprì pure la zecca, battendo monete d'argento di grande modulo con la propria effigie.

In religione ed in politica fu deciso avversario della rifoma e devoto partigiano dell'imperatore, soprattutto nelle guerre contro il Turco. Passò una parte della vita in Germania ai servigi di Ferdinando, esercitando con rara sagacia le funzioni di cancelliere supremo e di intimo consigliere del re dei Romani, sì da esser chiamato dal Cuspiniano "la seconda mano" di lui. L'odio per tutto quanto sapesse di protestantesimo tedesco, lo faceva guardare a Roma, come ad ancora di salvezza. E dell'umanesimo e dell'arte italiana fu cultore e mecenate insigne. Come ebbe rapporti con Erasmo, col Brassiano, col Cocleo, con l'Echio, e con gli altri dotti tedeschi del tempo, così coltivò amichevoli relazioni col Bembo, con l'Aretino, col Nogarola, con il Vergerio e con altri umanisti nostrani.

Amante dello sfarzo e della gloria, il C. stampò profonda orma nella storia artistica della regione. Attuata la diversione del torrente Fersina, incoraggiò in tutti i modi la rinascita edilizia che doveva convertire l'accigliata Trento medievale, in una ridente città del più puro rinascimento italiano. S. Maria Maggiore di Trento, le parrocchiali di Civezzano e di Cles, i palazzi governativi di Cavalese e di Cles, i castelli di Toblino, di Pergine, di Stenico ed ancora Cles, e tanti altri edifici sacri e profani del Trentino risentono talmente della diretta influenza di lui, che dal munifico cardinale suole denominarsi lo stile di quei monumenti. Ma nel "Magno palazzo" eretto in prosecuzione del vecchio castello del Buonconsiglio a Trento, come suntuosa residenza per sé e degno alloggiamento degli imperiali e reali suoi ospiti, il C. volle lasciare ai posteri il proprio ricordo, profondendo i proprî stemmi su tutti i tesori d'arte colà radunati. Dopo i grandi pittori e scultori, che avevano contribuito a quella fabbrica, dai Dossi al Romanino e al Fogolino, dallo Zacchi al Vicentino e al Longhi, un'altra schiera di artisti italiani stava per rinnovare anche la residenza di Bressanone, quando la morte troncò all'inizio i generosi divisamenti,

Bibl.: Manca una biografia del C. Intanto potrà vedersi: Numero unico in onore di B. C., Cles 1914; K. Ausserer, Kardinal Bernhard von Cles und die Papstwahl des Jahres 1534, in Mitteilungen des Instituts für österr. Geschichtsforschung, XXXV, Innsbruck 1913; G. Gerola, Una delle ultime lettere del C. da Bressanone, in Archivio per l'Alto Adige, V, 2, Gleno 1910; cfr. anche Archivio trentino, VII, i; Rivista tridentina, XI, 3; Studi trentini, III, 4 ecc. Per l'arte al tempo del C., si veda da ultimo: C. Ausserer e G. Gerola, I documenti clesiani del Buonconsiglio, in Miscellanea veneto-tridentina di storia patria, II, Venezia 1924; G. Gerola, Il castello del Buonconsiglio, Trento 1926; A. Morassi, I pittori alla corte di Bernardo Clesio a Trento, in Bollettino d'arte, IX, 6-8, Milano 1929-30.

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