Stròzzi, Bernardo

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Pittore (Genova 1581 - Venezia 1644). Allievo di P. Sorri, operò inizialmente a Genova dove venne influenzato dai pittori fiamminghi presenti nella città, tra cui P.P. Rubens, giungendo all'elaborazione di uno stile in cui spiccano le sue vere doti di colorista (Madonna e santi, chiesa dei Sordomuti). Visse anche a Venezia, nel cui ambiente artistico si inserì pienamente, lasciando in esso una profonda impronta. Tra le opere di questo periodo: l'Elemosina di s. Lorenzo (S. Nicola dei Tolentini) e numerosi ritratti (Il vescovo Alvise Grimani).

Vita

A Genova seguì il senese P. Sorri dal 1595 al 1597, quando entrò nell'ordine dei Cappuccini. Il suo impegno artistico iniziò nel 1610, anno in cui lasciò il convento per dedicarsi alla professione e assistere la madre. Trasferitosi a Venezia nel 1630, approfondì la conoscenza di P. Veronese; si affermò rapidamente, ricevendo importanti commissioni pubbliche e private e contribuendo a rinnovare la pittura veneziana, insieme ad altri pittori forestieri come D. Fetti e J. Liss.

Opere

Durante la permanenza  a Genova, inizialmente lo stile dello S. è caratterizzato da una rapida pennellata e dall'uso di luci contrastate e di vivi accostamenti cromatici (Compianto su Cristo morto, Genova, Accademia Ligustica; S. Caterina, Hartford, Wadsworth Athaeneum), che egli aveva derivato dalla conoscenza del manierismo senese, dell'opera di F. Barocci, del manierismo lombardo (G. C. Procaccini, Cerano). Successivamente S. si rivolse ad altri modelli, come i varî maestri fiamminghi presenti a Genova: O. Gentileschi, al quale va forse collegato il maggior interesse di S. per il contrasto di luci ed ombre, ma soprattutto P. P. Rubens, il cui influsso fu fondamentale nella elaborazione del suo stile maturo, caratterizzato dalla grande libertà di tocco e dal colore caldo e brillante (bozzetto del Paradiso per S. Domenico, Genova, Accademia Ligustica; S. Cecilia, Genova, Palazzo Bianco; Madonna e santi). Tra le altre opere del periodo veneziano si ricordano la decorazione del soffitto della Biblioteca Marciana, il S. Sebastiano (S. Benedetto), e tra i ritratti, tutti di grande qualità, che rappresentano un aspetto importante della sua produzione, Il doge Francesco Erizzo (Vienna, Kunsthistorisches Museum); Il vescovo Alvise Grimani (Washington, National gallery of art); il Cavaliere di Malta (Brera).

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