Wiese, Berthold

Enciclopedia Dantesca (1970)

Wiese, Berthold

Theodor W. Elwert

Filologo e dantista tedesco (Rostock 1859 - Halle 1932), studiò filologia romanza a Berlino e si laureò con una tesi sulla lingua del Tesoretto di Brunetto Latini (Berlino 1883); fu professore di liceo, lettore di lingua italiana nell'università di Halle fin dal 1889, professore onorario nel 1914. Il W. fu uno dei pochi romanisti tedeschi a occuparsi quasi esclusivamente dell'italiano raggiungendo una rara competenza tanto per la conoscenza della lingua quanto della letteratura, specie delle origini. Ottimo filologo e critico del testo, curò un'edizione critica del Tesoretto e del Favolello del Latini (" Zeit. Romanische Philologie " VII [1883] 236-389; nuova ediz. Strasburgo 1910), delle poesie di Leonardo Giustiniàn (Bologna 1883), di una leggenda di s. Margherita in antico lombardo, del Ninfale fiesolano del Boccaccio, ecc. Insuperato per l'insegnamento universitario rimase il suo Altitalienisches Elementarbuch (Heidelberg 1904; 1928²); ebbe larghissima diffusione la sua storia della letteratura italiana (in collaborazione col Percopo), di cui egli curò la parte antica (Lipsia-Vienna 1899; ristampa 1910; traduz. italiana Torino 1904). Nel campo della filologia dantesca il W. fu, dopo la morte del Witte, lo studioso tedesco più competente. Descrisse i manoscritti danteschi della collezione Hamilton (" Zeit. Romanische Philologie " VIII [1884] 37 ss.); segnalò un codice della Commedia ancora sconosciuto, affine all'italiano 77 della bibl. Naz. di Parigi (Kleigkeiten zu Dante, in Festschrift Voretzsch, Halle 1927); diede un elenco dei manoscritti della Commedia conservati nelle biblioteche tedesche (in " Deutsches Dante- Jahrbuch " XI [1929] 44-52).

Ebbe anche il merito di curare per la biblioteca economica del Reclam una nuova traduzione della Vita Nuova (1921) sulla base della traduzione del Foerster e di quella del Witte e del Kannegiesser, nonché delle poesie di D. nella traduzione del Witte da lui riveduta e annotata (1921), e della traduzione witteana della Commedia, da lui riveduta e rifatta (1922). Aggiunse, sempre per il Reclam, un commento al poema (1922) che rimane, fra i commenti più succinti, quello più pregevole per l'esattezza dell'informazione.