BERTRANDO di Meychones

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 9 (1967)

BERTRANDO di Meychones (Meissenier)

Ingeborg Walter

Nacque all'inizio del sec. XIV, probabilmente a Cahors, figlio o almeno stretto parente di Hugues de Meychones, nipote del cardinale Bertrand du Poujet, cui dovette sicuramente la sua carriera ecclesiastica.

Baccelliere in diritto civile, B. viene ricordato per la prima volta il 7 ottobre 1331, data in cui papa Giovanni XXII gli concesse il canonicato e la prebenda della Chiesa di Lavaur, diocesi suffraganea di Tolosa. Diventato in seguito, in data non precisata, canonico di Mirepoix, quando era ancora solo suddiacono fu nominato da Clemente VI vescovo di Apt in Provenza, il 10 luglio 1348.

Vassallo, come vescovo di Apt, di Giovanna I di Sicilia, contessa di Provenza, per Saignon, Saint-Martin, Roquefure, Clermont e Tourrettes - il 18 giugno 1351 le prestò l'omaggio feudale a Aix -, B. entrò presto in contatto con la corte angioina, in particolare con Luigi di Taranto, secondo marito della regina (forse già durante il soggiorno del principe in Provenza nel 1348), dal quale fu nominato suo procuratore alla Curia pontificia di Avignone con lo speciale incarico di ottenere il consenso di Clemente VI alla sua incoronazione a re di Sicilia. B. si trattenne quasi ininterrottamente presso la Curia, fino a quando Luigi fu incoronato re di Sicilia (1352), ma la scarsa documentazione disponibile non consente di stabilire il suo effettivo contributo alle lunghe trattative.

In ottimi rapporti anche con Innocenzo VI, succeduto a Clemente nel dicembre del 1352, B. fu mandato da lui, all'inizio del 1353, con ampi poteri a Gap per metter pace nelle lotte tra il vescovo e i baroni della diocesi; non ottenne però alcun risultato, cosicché il papa fu costretto a - trasferire il vescovo di Gap alla sede di Névers.

L'anno successivo lo stesso papa inviò B., con incarichi purtroppo non precisati, nel Regno di Sicilia. Approfittando dell'occasione, B. trattò con Giovanna I anche questioni riguardanti la sua diocesi: per indennizzarlo dei danni arrecati alla diocesi dal passaggio della signoria sulla città di Apt alla regina, Giovanna I gli concesse tutti i diritti che deteneva a Saignon e a Auribeau, confermandogli in più tutti i vecchi diritti e libertà della diocesi. Lo mandò poi, insieme col siniscalco di Provenza, Fouque d'Agoult, e con Giovanni de Vicedominis, a Pisa, per prestare in suo nome all'imperatore Carlo IV di Lussemburgo l'omaggio feudale per le contee di Provenza e di Forcalquier (la cerimonia del giuramento avvenne il 10 febbr. 1355). Anche in questa occasione B. si fece confermare i vecchi privilegi imperiali per Apt.

Tuttavia, nonostante gli amichevoli rapporti che l'avevano legato a Luigi di Taranto negli anni tra il 1348 e il 1352, B. nel conflitto sempre più inasprito tra i sovrani angioini - scomunicati sin dal gennaio del 1355 per non aver pagato il censo - e la Santa Sede pare si schierasse decisamente dalla parte pontificia: la sua elevazione alla sede arcivescovile di Napoli (4 giugno 1358) rientrava, infatti, nel quadro della nuova politica di Innocenzo VI, intesa ad estendere la sua influenza all'interno del Regno mediante l'insediamento nelle principali sedi vescovili di uon-áni devoti alla Curia.

Lo attesta chiaramente l'ampiezza dei poteri conferiti a B. dal papa: gli fu permesso di consacrare vescovi e di concedere sepolture ecclesiastiche anche durante l'interdetto che pesava sul Regno e di assolvere dalla scomunica le persone giudicate incapaci di pagare i contributi dovuti alla Chiesa. Infine, il 27 febbraio, gli furono anche concessi i pieni poteri di asbolvere in mortis articulo Luigi di Taranto. gravemente animalato e per questo più disposto a prendere in considerazione una conciliazione con la Santa Sede.

Solo con il ritorno al potere di Niccolò Acciaiuoli, gran simiscalco del Regno, fermamente deciso a risolvere il conflitto, la situazione cominciò a distendersi. Nel dicembre 1359 B. si recò, insieme con l'Acciaiuoli. ad Avignone per condurvi le trattative per un accomodamento, che fu raggiunto nella primavera successiva. In conseguenza furono conferiti a B., il 18 maggio 1360, i pieni poteri di assolvere laici ed ecclesiastici che avessero infranto l'interdetto. A lui fu anche affidato l'incarico di ricevere a Napoli in nome del papa l'omaggio feudale per il Regno di Sicilia da Giovanna I e di portare a costei le lettere pontificie contenenti il punto di vista del papa sulle questioni ancora pendenti tra la Santa Sede e il Regno.

Lasciò Avignone il 15 giugno 1360 con una grossa somma di danaro da trasmettere al cardinale Egidio Albomoz, implicato in una furiosa lotta contro Bernabò Visconti per il possesso di Bologna. Se B. però adempì anche l'ulteriore compito affidatogli, di mettere pace tra Pisa e Firenze, non è noto. Sicuro è solo che il 3 luglio lasciò Genova per mare e che il 6 era a Pisa.

Tornato nel Regno, fu invitato il 30 marzo 1361 da Innocenzo VI ad adoperarsi per una pace tra Luigi di Taranto e il suo ribelle cugino, il duca Luigi di Durazzo. Presiedette infine, nel marzo del 1362, un processo di inquisizione contro i ftaticelli che fino alla sottomissione di Luigi di Durazzo avevano goduto il favore e la protezione del duca.

B. viene ricordato per l'ultima volta il 5 giugno 1362 in occasione del solenne parlamento tenuto a Napoli da Giovanna I. Morì a Napoli il 30 ott. 1362 e fu sepolto nella cattedrale della città.

Fonti e Bibl.: E. Martène et U. Durand, Thesaurus novus anecdotorum, II ,Lutetiae Parisiorum 1717, coll. 915 s., 952, 957, 960; Jean XXII, Lettres communes, a c. di G. Mollat, XI, Paris 1929, n. 55284; Clément VI, Lettres se rapportant à la France,II, a C. di E. Déprez e G. Mollat, Paris 1958, n. 4605; F. Ughelli-N. Coleti, Italia Sacra, VI, Venetiis 1700, col. 131; Gallia Christiana, I, Lutetiae Parisiorum 1715, col. 365; L. Parascandolo, Memorie storiche-critiche-diplomatiche della Chiesa di Napoli, III, Napoli 1849, VI), 141-143, 208 s.; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia,XIX, Venezia 1864, p. 428; F. Tocco, Un processo contro Luigi di Durazzo,in Arch. stor. per le prov. napol.,XII(1887), pp. 32 s.; J.-H.Albanés, Gallia christiana novissima,I, Montbéliard 1899, coll. 252-254; E. Albe, Prélats originaires du Quercy dans l'Italie du XIVe siècle,in Annales de Saint-Louis-des-Franpais,VIII(1904), pp. 346-349; C. Eubel, Hierarchia catholica…, I, Monasterii 1913, pp. 95, 360; E.-G. Léonard, Histoire de Jeanne I, reine de Naples, comtesse de Provence, II, Monaco et Paris 1932; III, ibid. 1936, ad Indicem; Id., Les Angevins de Naples, Paris 1954, p. 402.

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