Biancheria

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Denominazione generica di tessuti per uso personale: abbigliamento intimo e manufatti per la casa (b. da tavola, da letto, da bagno).

B. intima

L’antichità si limitò a tuniche e camici di lino. Nel 13° e 14° sec. lo sviluppo del commercio e della fabbricazione della tela rese più facile l’uso della b.: si diffusero camicie, sottovesti, mutande, corpetti. Nei primi decenni dell’Ottocento si delinea una più netta divisione fra la forma della camicia femminile e quella maschile; la prima resta fine e flessibile, mentre da Londra vengono le prime camicie maschili con il colletto e il petto inamidato. Nello stesso tempo comincia l’uso di portare camicie diverse per il giorno e per la notte. L’invenzione della macchina da cucire, alla metà dell’Ottocento, industrializzando la produzione della b., ne fa ribassare enormemente il prezzo e ne aumenta la vendita. La produzione attuale adotta taglio, cucito e stiro della sartoria industriale, quella più raffinata ha pure lavorazioni a mano (per la b. femminile permane l’uso di pizzi e ricami). Al cotone e al lino tradizionalmente usati, si sono per lo più sostituite le fibre sintetiche (innovative quelle anallergiche, di ingombro minimo e rapida asciugatura).

Le mutande, note già nel Medioevo – ma Venezia, ancora nel 16° sec., le permetteva solo alle meretrici e la Francia le riteneva immorali – divennero d’uso comune dal 19° sec., con modelli dalla vita alle cosce o alle caviglie. Tra gli esempi del Novecento, boxer con elastico in vita e gamba larga, slip aderenti ed elasticizzati, tanga che coprono soltanto il pube.

Dopo lo strophium romano, un semplice bendaggio, e il corpetto elastico usato con le tuniche della moda Impero, solo nel 1889 viene prodotto l’antesignano del reggiseno moderno: una fascia elastica con due coppe per sostenere il petto, munita di bretelle e chiusura dietro. Riapparso verso il 1910, il reggiseno fu d’uso corrente dagli anni 1920. Contestato dal femminismo, è tornato in auge alla fine degli anni 1980.

2. B. da casa

L’età romana pare che non conoscesse il lino come coperta da letto: si usavano mantelli di lana, pellicce. Nell’alto Medioevo le lenzuola di lino sono oggetti di lusso e come tali proibite dagli statuti monastici. Si diffondono nel basso Medioevo, sia con l’estendersi della lavorazione del lino, sia col crescere della ricchezza e del benessere generale.

I Romani sulla tavola avevano mantilia e i convitati avevano mappae o tovaglioli, che portavano con sé per mettere i resti del banchetto. Nel Medioevo le tovaglie, di lino o di canapa, erano ampie e scendevano a terra, per pulirsi con comodità le mani e la bocca. Nel sec. 17° cominciò l’uso della b. damascata, cioè tessuta a fiorami e ad arabeschi.

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