BIANCO

Enciclopedia Italiana (1930)

BIANCO (dal germ. blank)

G. Gio.
P. B. D. M.

Luce bianca per definizione è la luce solare, o meglio la luce diffusa in una giornata di nuvole chiare. La sensazione prodotta da questa luce è la sensazione del bianco: si ritiene che essa risulti dalla simultanea eccitazione, in egual misura, delle tre sensazioni fondamentali dell'occhio che, secondo le teorie più moderne, corrispondono all'arancio, al verde e al violetto. Vi sono luci pseudo-bianche, le quali dànno la stessa sensazione, ma hanno composizione fisica diversa; la differenza visiva viene in evidenza quando si illuminano oggetti colorati.

Per contro, qualunque luce che, come la luce solare, contenga abbondanza di tutti i raggi visibili dello spettro, in proporzione non troppo diversa da quella del sole, non è distinguibile da essa per coloro che vi siano immersi, e produce sugli oggetti colorati i medesimi effetti cromatici; e la differenza fra le due luci si nota solo per mezzo del confronto diretto.

Si chiama oggetto bianco qualunque oggetto che rimandi per diffusione tutti i raggi dello spettro visibile, o nella loro totalità o con un lieve assorbimento, uguale per tutti i raggi: così la schiuma del mare, e qualunque pigmento formato da minute particelle rifrangenti e riflettenti senza assorbimento selettivo.

La questione se il bianco, in confronto col nero, si debba considerare come colore, va risoluta così: nella cromia sottrattiva (acquarello, tintoria, ecc.) il bianco vale come assenza di colore, mentre il nero vale come colore massimo o sovrapposizione di tutti i colori; per contro, nella cromia additiva (colorazione per sovrapposizione di luci emanate da lanterne colorate) il nero è la base di partenza e vale come assenza di colore, mentre il bianco è il colore massimo che risulta dalla sovrapposizione di tutti i diversi colori.

I pigmenti bianchi usati nella pittura sono il bianco di piombo e il bianco di zinco, più raramente il bianco di barite, e nella edilizia si adopera la calce, la creta bianca, il gesso, e qualche altra polvere minerale.

Bianco Di piombo: v. biacca.

Bianco di zinco (o ossido di zinco, fiore di zinco, lana filosofica; fr. blanc de zinc; sp. blanco de zinc; ted. Zinkweiss; ingl. zincwhite).- Chimicamente è ossido di zinco (ZnO); fu probabilmente conosciuto anche dagli antichi. Certamente nel Medioevo gli alchimisti ottenevano questo composto scaldando lo zinco in recipienti aperti, sulle pareti dei quali si depositavano fiocchi di ossido (lana filosofica). Sino alla fine del 1700 il bianco di zinco veniva tuttavia usato come pomata, solo a scopo terapeutico. Nella prima metà del sec. XIX in Francia se ne incominciò la fabbricazione industriale per farne delle pitture bianche, e si riuscì a ottenere una polvere molto leggiera, bianca, amorfa, insolubile nell'acqua, adatta a questo scopo.

La preparazione del bianco di zinco è teoricamente molto semplice e industrialmente si fa mediante due processi diversi. Il primo di questi processi, detto metodo europeo, consiste nel far riscaldare fortemente lo zinco metallico, o le scorie contenenti zinco, in storte refrattarie, fino a 1000° cioè fino all'ebollizione del metallo, e trascinarne i vapori insieme con aria in modo da farli ossidare. Il secondo, detto metodo americano, consiste nel torrefare direttamente i minerali di zinco.

La purezza del bianco di zinco così ottenuto varia dal 90 al 99,8%.

Quasi tutto il bianco di zinco che si produce viene usato per pitture a olio o a vernice (smalti). Queste pitture hanno veramente dei pregi, perché non sono velenose, hanno buona forza copritiva e non anneriscono anche se messe in presenza di vapori solfidrici. Non sono però consigliabili per applicazioni all'esterno, perché resistono meno delle pitture bianche a base di piombo.

Quasi tutti i paesi civili fabbricano bianco di zinco. La maggior parte si produce negli Stati Uniti, in Germania, Francia, Inghilterra, Belgio, Olanda. In Italia tale industria è fiorente in Liguria, Piemonte e Lombardia, dove si lavora col processo europeo, e in Sardegna, dove si usa il processo americano. L'esportazione supera di molto l'importazione.

Talvolta col nome di bianco di zinco si vuol intendere un bianco di composizione diversa dall'ossido di zinco, che però più comunemente si chiama bianco Litopone o bianco di Griffith. Questo prodotto è una miscela intima di solfuro di zinco e solfato di bario ottenuto per precipitazione, facendo cioè agire una soluzione di solfato di zinco sopra una soluzione di solfuro di bario.

Il prodotto che si ottiene, dopo essiccato e macinato il precipitato, costituisce una polvere bianca, amorfa, non velenosa, di buona forza copritiva, che non annerisce alle emanazioni solfidriche e che unita all'olio di lino o alle vernici grasse, dà buone pitture, che però talvolta hanno l'inconveniente di annerire temporaneamente se esposte alla luce solare.

Anche questo bianco è prodotto industrialmente su vasta scala in Europa, specialmente in Germania, in Olanda, Inghilterra L Spagna. In Italia (Lombardia) recentemente si è intrapresa la fabbricazione di questo pigmento molto usato anche perché viene sul mercato a prezzi sensibilmente più bassi di quelli che si praticano per l'ossido di zinco.

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