Dylan, Bob

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

Dylan, Bob

Ernesto Assante

Poesia e musica per cantare la pace

Il cantautore Bob Dylan viene considerato il più grande esponente della canzone folk statunitense della seconda metà del Novecento. Ma rappresenta anche una figura decisiva nello sviluppo del rock e della cultura americana, per la sua opera di diffusione di messaggi pacifisti e in sostegno della causa dei diritti umani

Il cantore degli anni Sessanta

Bob Dylan (il cui vero nome è Robert Allen Zimmermann) nasce nel 1941 a Duluth in Minnesota da una famiglia di origini ebraiche. Il giovane Bob sviluppa un'autentica passione per la musica rurale americana, country e blues, e per il nascente rock'n'roll. Studente universitario a Minneapolis, per esibirsi nei locali folk e rock cittadini sceglie il nome di Bob Dylan mutuandolo, si dice, da quello del poeta Dylan Thomas (fatto però in seguito smentito). Attratto dai fermenti culturali della New York di inizio anni Sessanta, vi si trasferisce sulle orme del suo idolo Woody Guthrie, il maggiore interprete della canzone folk di protesta tra gli anni Trenta e Cinquanta.

La fama che si crea attorno al giovane Bob al Greenwich Village lo porta a registrare nel 1961 l'album Bob Dylan, che ancora lo vede legato alla tradizione popolare di cui ripropone alcuni classici. L'anno successivo, tuttavia, mette a fuoco le proprie ambizioni di cantautore e pubblica quello che viene considerato il suo capolavoro, The Freewheelin' Bob Dylan (1963). L'album contiene brani divenuti veri e propri inni generazionali, come Blowin' in the wind, Masters of war, A hard rain's a-gonna fall, fortemente influenzati dalla tensione politica e sociale scatenata dalla guerra fredda e dal conflitto del Vietnam.

Sono anni d'oro per il cantautore, che nel 1963 dà alle stampe The times they are a-changin', culmine della popolarità negli ambienti progressisti americani. La solidarietà e la comunanza di valori con la cantautrice e attivista Joan Baez sottolineano l'impegno per la causa dei diritti civili.

Dalla protesta politica alla ricerca poetica

Poco tempo dopo, per fuggire l'etichetta di cantautore politico, compone Another side of Bob Dylan (1964), dove l'approccio si fa più letterario e ricco di metafore, e Bringing it all back home (1965), in cui prende le distanze dal passato folk a favore di scelte più orientate verso il rock elettrico.

Poesia ricca di humor e uno sguardo trasognato e talvolta surreale, accompagnati da una nuova consapevolezza rock'n'roll caratterizzano sia Highway 61 revisited (1965), trainato da uno dei singoli di maggiore successo di Dylan, Like a rolling stone, sia il seguente Blonde on blonde (1966), primo doppio album della storia del rock.

In seguito all'incidente stradale che nel 1966 mette a rischio la sua vita, Dylan abbraccia una visione più spirituale, come rivela John Wesley Harding (1967), influenzato dalle Sacre Scritture. L'album country Nashville skyline (1969) chiude il decennio della sua gloria e ne apre uno dove la sua produzione a detta dei critici si fa altalenante. Self portrait (1970) delude, New morning (1970) segna il ritorno del musicista a una dimensione più country rock, Planet waves lo vede cimentarsi con atmosfere più raccolte, e Blood on the tracks (1974) lo riporta ai vertici della sua 'conversione elettrica'. Segue quindi Desire (1976), trainato da Hurricane, una canzone di protesta sul caso del pugile di colore Rubin 'Hurricane' Carter ingiustamente accusato di un omicidio.

La svolta spirituale e il messaggio

Dopo un'intensa attività dal vivo, a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, si assiste alla sua conversione alla religione dei Cristiani rinati, parentesi spirituale testimoniata da una manciata di album e poi contraddetta dall'uscita del significativo Infidels (1983).

Gli anni Ottanta e Novanta vedono poi Dylan attraversare il momento del riflusso culturale mantenendo un livello qualitativo importante, come dimostrano Oh Mercy (1989), World gone wrong (1993), Time out of mind (1997), Love and theft (2001).

In conclusione, Bob Dylan, inizialmente portavoce delle esigenze di una generazione di fine anni anni Sessanta, ha saputo emanciparsi dai limiti della canzone di protesta per creare un nuovo linguaggio denso di riferimenti letterari, riportando il verso poetico al centro dell'attenzione del grande pubblico e confermandosi come uno dei più grandi narratori del Novecento.

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