BOEMIA

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1992)

BOEMIA

L. Neme¿kal

(lat. Boiohaemum; ceco Čechy; Bajnochaiman, Behaim, Behaimare, Bohemia nei docc. medievali)

Regione dell'Europa centrale comprendente due importanti formazioni geologiche, il massiccio montuoso dei Randgebirge e l'ampio e articolato bacino superiore dell'Elba e del suo affluente Moldava. Tra questi due sistemi si estende il territorio collinare della Media B. e quello del Brdy, un po' più elevato, mentre la catena boemo-morava separa la B. dalla Moravia.Il nome originario della B. deriva dai Boi, popolazione germanica di ceppo celtico stanziata nella zona occidentale del paese, mentre quello di Čechy deriva dalla stirpe slava insediata nel medio territorio dell'Elba e nella valle inferiore del fiume Moldava, stirpe che faceva derivare la propria origine dal mitico progenitore Čech. La tribù dei Češi raggiunse la supremazia nei secc. 9°-10°, sotto la guida della dinastia dei Přem'yslidi, fondatori di uno stato feudale che rapidamente divenne uno dei più forti in Europa e restò tale fino al 1526, quando i territori boemi vennero annessi ai domini della monarchia asburgica.B. Chropovský

Storia

B., Moravia (v.) e Slovacchia (v.), ovvero i territori costituenti il nucleo storico fondamentale dell'od. Cecoslovacchia, erano già popolate nel quarto decennio del sec. 6° da tribù slave. L'unificazione delle tribù avvenne con maggiore rapidità in Moravia, area dalla quale prese quindi avvio il processo di formazione dello stato boemo. In coincidenza con la necessità di organizzare la difesa contro gli Avari e i Franchi, già nel terzo decennio del sec. 7° la Moravia fu la prima sede della lega delle tribù slave sotto la guida di re Samo e si ampliò fino a divenire alla fine del sec. 8° la Grande Moravia - estesa su un territorio comprendente a E la Slovacchia e a S quella che era stata anticamente la provincia romana della Pannonia - sottomettendo anche le popolazioni insediate a O del fiume Morava. Il principe Bořivoj (m. nell'889) si sottomise al re della Grande Moravia, Svatopluk (m. nell'894), e, convertito al cristianesimo di rito slavo, venne battezzato dall'arcivescovo moravo s. Metodio.Grazie alla sua posizione geografica, la B. resistette all'invasione delle tribù magiare che all'inizio del sec. 10° posero fine allo stato della Grande Moravia; la Slovacchia rimase parte del regno di Ungheria (fino al 1918), mentre il fulcro dello sviluppo di una organizzazione nazionale indipendente delle tribù slave si spostò in Boemia.La dinastia dei Přem'yslidi, insediata nel possente castello di Praga, consolidò il predominio sulle altre tribù (tra cui sono da ricordare gli Slavnikidi) con l'avvento di Boleslao I (909-967 o 972), nipote di Bořivoj, che si impadronì del trono facendo assassinare nel 935 il fratello Venceslao, ben presto canonizzato e venerato quale patrono della nazione. A Boleslao si deve la prima moneta d'argento boema, il denaro, e la costruzione, presso la chiesa di S. Giorgio nel castello di Praga, del primo monastero boemo, affidato alle Benedettine.Durante il regno di Boleslao II (m. nel 999) lo stato boemo si consolidò ulteriormente; nel 973 venne fondato anche il vescovado di Praga, suffraganeo del metropolita di Magonza fino al 1344. Il principe fece erigere nel 993 a Břevnov, presso Praga, il primo monastero maschile benedettino, affidato dal secondo vescovo di Praga, s. Adalberto, a monaci provenienti dall'Italia.Dopo la costituzione del principato, nei secc. 10° e 11° l'impegno più importante per la dinastia fu costituito dall'annessione della Moravia, che dal 1019 ca. venne unita alla Boemia. Il principe Bretislao I (m. nel 1055) diede al paese una solida organizzazione amministrativa e le prime leggi. I sovrani del Sacro romano impero germanico tentarono a più riprese di sottomettere il principato di B. al vassallaggio, ma costretti a chiedere aiuto militare ai principi boemi, soprattutto per le loro campagne in Italia, finirono per concedere loro dignità regia, da prima, nel 1085, a Vrastilao II (m. nel 1092), quindi, nel 1158, a Ladislao II (m. nel 1173). Nonostante incessanti conflitti di potere durante tutta la seconda metà del sec. 12°, la B. si mantenne autonoma nei confronti dell'impero, le cui leggi non venivano riconosciute; così pure non esistevano in B. castelli o terre di proprietà imperiale.Alla fondazione del vescovado di Praga fece seguito, nel 1063, quella del vescovado di Olomouc, in Moravia; nel frattempo il cristianesimo di rito slavo venne sostituito, nel corso dei secc. 10° e 11°, da quello romano e di conseguenza la lingua latina si affermò definitivamente sia nella liturgia sia nella produzione scritta.Nel Duecento ebbe inizio una nuova fase di prosperità dello stato boemo in coincidenza con le radicali trasformazioni che interessarono lo sviluppo della produzione agricola e l'evoluzione della vita cittadina. Alla colonizzazione delle terre incolte a opera della popolazione locale, legata al notevole incremento demografico nella seconda metà del sec. 12°, si aggiunsero nelle regioni boscose di confine, nel corso del secolo successivo, colonizzatori tedeschi, ai quali si unirono, dopo la scoperta di nuovi e abbondanti giacimenti di argento, artigiani, minatori e commercianti, sempre della stessa provenienza. Costoro importarono gli istituti giuridici più avanzati (enfiteusi, diritto minerario e municipale), dando impulso a un ulteriore sviluppo della B., nei cui territori sorsero numerose nuove città, che valsero a conferirle una fisionomia simile a quella dei Paesi Bassi e dell'Italia settentrionale. I sovrani boemi divennero fra i più ricchi d'Europa, mentre la nobiltà pretese con crescente impegno la partecipazione al governo, erigendo sui propri domini castelli dai nomi tedeschi, secondo la moda culturale del tempo.Přemysl Ottocaro I (1197-1230) ottenne per la dinastia il trono ereditario, riconosciuto anche dal pontefice (1204). Nel 1212 l'imperatore Federico II ratificò una norma in base alla quale all'estinzione della dinastia gli imperatori potevano concedere la B. in feudo solo a un re scelto e accettato dai Boemi, i cui sovrani divennero rapidamente i più importanti fra gli elettori imperiali. La nobiltà austriaca, dopo l'estinzione della dinastia dei Babenberg, elesse duca Přemysl Ottocaro II (1253-1278), dando inizio all'orientamento politico che tentava di estendere sull'Austria il dominio boemo. Ottocaro II, detto 'di ferro e oro' per la sua potenza e ricchezza, sottrasse al re d'Ungheria la Stiria (1260), annettendola alla regione austriaca; nel 1269 ottenne inoltre la Carinzia e la Carniola, giungendo fino ai confini dell'Italia settentrionale, e nel 1271 la Slovacchia; ma contrasti interni con la nobiltà boema provocarono la sua sconfitta nello scontro con Rodolfo I d'Asburgo e la perdita dei territori conquistati.Suo figlio Venceslao II (1271-1305) rafforzò il potere regio con una solida politica economica; l'abbondante produzione di argento rese possibile, con la partecipazione di banchieri fiorentini, battere una nuova moneta, il grosso praghese, che rimase in uso per secoli.A causa dell'opposizione dei nobili, Venceslao II non riuscì a codificare il diritto terriero, né a fondare un'università a Praga; nel 1300 divenne re di Polonia e un anno dopo ottenne la corona ungherese per il figlio, Venceslao III (1305-1306), che peraltro dovette rinunciarvi a vantaggio del candidato papale Carlo Roberto, mantenendo invece i diritti sulla corona di Polonia. Con l'assassinio di Venceslao la linea maschile della dinastia dei Přem'yslidi si estinse e il trono di B. rimase vacante.Le trasformazioni sociali del sec. 13° influirono anche sul successivo sviluppo culturale. Fattore trainante rimase il clero, al quale facevano capo l'istruzione e la produzione dei testi in lingua latina, soprattutto nei numerosi monasteri e presso i capitoli: fra essi ebbe grande fama la scuola capitolare a Praga. Spinta inoltre dall'esigenza di sviluppare una letteratura nella lingua nazionale, la nobiltà favorì e impose opere letterarie in ceco, mentre alla corte di Praga venivano accolti trovatori tedeschi e suggestioni culturali italiane.Le lotte per il trono ebbero fine quando la nobiltà boema designò come re il figlio dell'imperatore Enrico VII, Giovanni di Lussemburgo (1310-1346), marito della figlia di Venceslao II, Elisabetta, erede del regno. Malgrado la difficoltà a integrarsi nell'ambiente boemo e benché costretto a notevoli concessioni nei confronti della nobiltà locale, Giovanni riuscì ad ampliare notevolmente il territorio del regno (Alta Lusazia e Slesia), anche se le annessioni della Carinzia e di parte della Lombardia non furono durature. Grazie alla sua abilità diplomatica egli riuscì inoltre a ottenere l'elezione del figlio Carlo al trono imperiale (1346) e, con l'intervento del pontefice Clemente VI (1344), la dignità di arcivescovado metropolitano al vescovado di Praga.Carlo IV (1346-1378) rafforzò nuovamente la monarchia in B., consolidando il sistema ereditario (il Lussemburgo venne affidato al fratellastro Venceslao, m. nel 1383). Benché educato, come già il padre, alla corte francese, a differenza di questi apprese la lingua boema, si dichiarò erede dei Přem'yslidi e sostenne caldamente il culto di s. Venceslao. Nella Bolla d'oro imperiale (1356) Carlo IV codificò la costituzione privilegiata del regno boemo, al quale annesse l'Alto Palatinato (1349), il resto della Slesia (1353), la Bassa Lusazia (1363) e infine il Brandeburgo (1373), che gli assicurò un altro voto come elettore. Il principale sostegno - tanto nelle diverse guerre quanto nel viaggio a Roma per l'incoronazione a imperatore del Sacro romano impero (1355) e infine nella memorabile campagna d'Italia del 1368-1369 - gli venne dal potere militare boemo, mentre sul piano politico poté contare sull'appoggio della Chiesa boema e, in particolare, del primo arcivescovo di Praga, Arnošt di Pardubice, e del suo successore, Jan Očko di Vlašim. La maggiore fonte finanziaria per la sua politica proveniva all'imperatore dal patriziato cittadino, fortemente appoggiato dal sovrano nelle proprie attività commerciali.Carlo IV dedicò particolare attenzione a Praga, sua residenza preferita, che egli volle con ampi interventi trasformare in una sorta di 'seconda Roma': vi promosse un'intensa vita di corte e nel 1348 vi fondò la prima università del mondo germanico-slavo. Egli fu di fatto uno dei maggiori intellettuali, mecenati e committenti del suo tempo, mantenendo contatti sia epistolari sia personali, insieme al suo cancelliere Giovanni di Středa (m. nel 1380), con gli umanisti italiani, tra i quali conobbe e apprezzò Petrarca (1356). Autore di una notevole autobiografia, egli commissionò a Praga la prima traduzione integrale della Bibbia in ceco e in tedesco, oltre a quella di varie opere di autori latini.Il figlio di Carlo IV, Venceslao IV (1378-1419), eletto anche re di Roma nel 1376, non riuscì a mantenere l'equilibrio politico stabilito dal padre ed entrò in conflitto con il terzo arcivescovo di Praga, Jan z Jenštejna (m. nel 1400), perdendo l'appoggio della Chiesa. Il suo legame con la piccola nobiltà e la borghesia suscitò inoltre l'opposizione dell'alta aristocrazia, fino allo scontro aperto (1399-1400).Le conseguenze della regressione economica (crisi del mercato, declino del commercio, carestia) e le ricorrenti epidemie di peste inasprirono i rapporti fra i diversi strati sociali, provocando conflitti sociali, nazionali e religiosi che sfociarono nella rivoluzione ussita (1419-1436).

Bibl.: K. Bosl, Handbuch der Geschichte der böhmischen Länder, Stuttgart 1966; F. Kavka, Petite histoire de la Tchécoslovaquie, Praha 1969; J. Macek, Histoire de la Bohême des origines à 1918, Paris 1984.F. Kavka

Arte

A differenza dei popoli insediati entro il limes romano, le terre boeme non beneficiarono dei diretti influssi dell'antica cultura figurativa romana. Malgrado ciò, già nel sec. 9° gli inizi dell'arte boema appaiono rilevanti, per merito senza dubbio anche della precoce espansione del cristianesimo, da E, nel territorio della Grande Moravia. Negli ultimi decenni gli scavi archeologici hanno dato notevoli risultati, con la scoperta di una serie di chiese di forme e caratteri stilistici vari, ma sempre segnati dall'influsso dell'architettura della costa orientale del mare Adriatico. Dalla Grande Moravia queste tendenze si estesero rapidamente anche a O, nella B., in contemporanea con l'affermarsi della nuova fede religiosa, sostenuta dalla giovane dinastia dei Přem'yslidi.Particolare dell'architettura boema è la diffusione di piccole costruzioni a pianta circolare, le c.d. rotonde, molte delle quali tuttora conservate specialmente nell'area centrale della regione.Dalla fine del sec. 10° le costruzioni assunsero dimensioni maggiori e impianto longitudinale, a opera dell'Ordine monastico benedettino di recente insediatosi in Boemia. L'architettura fu per molto tempo alla guida dell'arte: opere di scultura e di pittura sono note solo a partire dai secc. 11° e 12°, inizialmente legate inoltre esclusivamente all'architettura nella decorazione dei portali e di altri elementi architettonici. In quanto alla pittura, già dalla fine del sec. 11° fiorirono, quasi contemporaneamente, pittura murale e miniatura, raggiungendo rapidamente un alto livello artistico, in stretto rapporto con l'arte romanica di Sassonia e Baviera: una tendenza stilistica che domina tutta la pittura boema fino alla seconda metà del 13° secolo.Nel corso dei secc. 12° e 13°, intorno a vescovadi, capitoli e abbazie dei nuovi Ordini monastici riformati, fiorì una produzione architettonica caratterizzata dalla grandiosità e imponenza delle costruzioni e dalla ricchezza dell'arredo liturgico. In particolare si affermò Praga, sede principesca e quindi regia, intorno al cui imponente castello, fortificato nel sec. 12°, si insediò un'importante colonia di commercianti. Anche nel contado circostante sorsero, nelle vicinanze delle possenti sedi fortificate nobiliari, chiese piccole ma talora artisticamente notevoli.Nella prima metà del sec. 13°, durante il regno degli ultimi Přem'yslidi, lo stile gotico penetrò dalla Francia attraverso i territori tedeschi, importato soprattutto dagli Ordini monastici e in specie da quello cistercense. Le maggiori realizzazioni si ebbero di fatto nelle imprese architettoniche dovute a quest'Ordine. L'architettura boema raggiunse in questo periodo un alto livello, non solo nell'edilizia religiosa ma anche in quella civile, soprattutto castellana. Poco più tardi apparvero le prime miniature di stile gotico e intorno al 1280 si fecero strada influssi italiani, da cui si sviluppò il caratteristico stile 'italianizzante' del 14° secolo. Il fenomeno crebbe nella prima metà del Trecento, sotto la dinastia lussemburghese. Vennero realizzate chiese monastiche di grandi proporzioni le cui forme appaiono desunte direttamente dall'architettura gotica francese, soprattutto per quanto riguarda la planimetria, caratterizzata dallo sviluppo di coro e deambulatorio.Anche la scultura si adeguò alle forme centroeuropee. All'inizio del sec. 14° le scuole morave produssero una statuaria aggiornata sui nuovi punti di arrivo stilistici francesi. L'artista più considerevole appare il Maestro della Madonna di Michle (Praga, Národní Gal.), celebre scultore di statue della Vergine. L'interno delle chiese e dei chiostri si ricoprì di vaste pitture murali in forma di cicli narrativi (molte conservate fino a oggi) e gli scriptoria monastici produssero testi miniati, alcuni dei quali, per es. il Passionale della badessa Cunegonda (Praga, Státni Knihovna, XIV A 17), eccellenti e ben noti in ambito europeo.La creatività artistica raggiunse la maggiore prosperità durante i regni di Carlo IV e del figlio Venceslao IV. Praga, ingrandita con la creazione della nuova città, già di per sé opera di grande respiro urbanistico, divenne non solo la capitale del regno, ma anche il centro culturale dell'impero. Il sovrano, amante dell'arte, favorì personalmente la fioritura di tutte le discipline artistiche, dall'architettura alla scultura, ai dipinti su tavola, alla pittura monumentale e alla miniatura, sviluppata anzitutto nell'ambito della raffinata e colta corte praghese. Con il sovrano gareggiarono in mecenatismo anche gli alti dignitari della corte e gli ecclesiastici di Praga e delle altre città ceche. Emergono personalità artistiche di eccezionale importanza: Peter Parler, il secondo architetto del duomo di Praga, dopo il maestro Mathieu d'Arras; il Maestro dell'altare di Vyšší Brod (Praga, Národní Gal.), fortemente influenzato dal Trecento italiano e da considerare il massimo rappresentante dello stile italianizzante nella pittura boema intorno alla metà del sec. 14°; il maestro Teodorico, pittore della corte imperiale, autore, insieme a Tomaso Barisini, della decorazione pittorica della cappella della Croce del castello di Karlštejn, la residenza di campagna dell'imperatore, le cui pareti egli ricoprì di dipinti su tavola e pitture murali (se ne conservano oggi centoventinove); il Maestro dell'altare di Třeboň (Praga, Národní Gal.), il capolavoro pittorico dell'arte gotica su tavola degli anni ottanta e novanta del 14° secolo. Come i suoi predecessori, anche questo notevole pittore lavorò alla corte di Praga, ma i suoi dipinti furono spesso esportati.L'arte boema raggiunse in età gotica l'apice del suo sviluppo emergendo a livello europeo, a N delle Alpi, per qualità, versatilità e varietà stilistica. Anche la scultura conta opere di valore, fra cui la famosa serie di busti nel triforio interno della cattedrale di Praga (1380-1390), i primi veri ritratti di contemporanei dell'Europa transalpina. Di questo periodo è anche il Maestro della Madonna di Krumlov (Vienna, Kunsthistorisches Mus.), uno dei massimi scultori europei del periodo di transizione fra il Gotico e il Rinascimento. Lo stile che si afferma in questo periodo nella scultura boema è stato definito schöner Stil per le caratteristiche schöne Madonnen, ma anche per la deliberata scelta di forme di squisita bellezza e grazia.Diffuso rapidamente nell'Europa centrale, questo stile ebbe grande risonanza, lunga durata e, quale corrente particolare del Gotico internazionale, dominò per secoli nell'Europa occidentale, ben al di là dei confini della Boemia. Oltre alla pittura, scultura e architettura, ne è caratteristica espressione la produzione di manoscritti miniati, all'avanguardia e alla guida della pittura europea. Gli ultimi codici di questa serie appartengono al periodo iniziale del movimento ussita, che interruppe i legami dell'arte boema con l'Ovest.J. PešinaIn età altomedievale la cultura boema, nell'insieme omogenea, a tutti i livelli sociali, conserva tratti della tradizione slava. In seguito, con lo sviluppo della cultura cittadina e aristocratica, la B. entra a far parte di una storia artistica più propriamente europea, da prima tardocarolingia e ottoniana, quindi, a partire dal sec. 11°, romanica e infine gotica dalla seconda metà del 13° secolo.Sullo sviluppo dell'arte in B., inizialmente dipendente da modelli bizantino-latini, prevalgono in seguito influssi italiani e francesi, quindi, all'inizio del Duecento, sassoni, bavaresi e turingi. Nella prima età gotica si registra una forte diffusione dell'arte borgognona; in seguito subentrano stimoli provenienti dalla Sassonia e dall'Assia, che qui si sviluppano in una variante locale. In piena età gotica emerge decisamente la scuola parigina, permeata di elementi tedeschi, che lascia il posto sotto Carlo IV alla fioritura di un Gotico boemo, di carattere completamente francese.Nel suo complesso l'arte medievale boema costituisce nel continente un'unità artistica a sé, caratterizzata dall'assimilazione e dall'adozione di temi e forme tratti da un patrimonio europeo comune, e tuttavia creativa, in grado di produrre opere di precisa autonomia e novità, spesso di altissimo livello.Gli inizi dello sviluppo dell'architettura e in generale dell'arte boema sono legati in modo specifico al culto cristiano e, dato che il cristianesimo si diffuse anzitutto nell'ambito delle corti principesche, le prime architetture religiose sorsero all'interno dei complessi fortificati, identificandosi con la particolare categoria delle cappelle castrensi.Il più antico luogo di culto boemo, la chiesa di S. Clemente, venne fatta edificare nel proprio castello di Levý Hradec dal principe Bořivoj, che fondò una chiesa, dedicata alla Vergine, anche nel castello di Praga, dopo avervi trasferito la propria residenza.La B. dipendeva dal vescovado di Ratisbona, al quale non si deve inizialmente la costruzione di vere e proprie chiese, ma solo di semplici rotonde dotate di absidi (Budeč, Plzeň), tra cui la rotonda di S. Vito, fondata da s. Venceslao nel castello di Praga, che presenta quattro absidi disposte a croce. Si cominciarono quindi a innalzare piccole chiese caratterizzate da absidi di notevole profondità (chiesa della Vergine Maria a Budeč). L'edificio più significativo sul piano monumentale, a tutt'oggi indagato da un punto di vista archeologico, è la basilica di S. Giorgio nel castello di Praga, insieme alla chiesa scoperta a Libice, sede centrale della stirpe degli Slavnik.Nel documento pontificio che autorizzava l'istituzione del vescovado di Praga (973-976) si ricorda la costruzione, presso la rotonda di S. Vito, della residenza del primo vescovo Ditmaro e dell'abbazia benedettina femminile presso la chiesa di S. Giorgio.Dalla fine del sec. 10° i monasteri benedettini in B. contribuirono a un tempo a diffondere la cultura religiosa e a rafforzare il potere ecclesiastico: nel 993 Boleslao fondò il monastero di Břevnov e nel 999 quello di S. Giovanni Battista a Ostrov, mentre l'abbazia di Sázava, destinata a monaci slavo-bizantini, venne fondata dal principe Oldřich nel 1009, trasformata nel 1070-1095 e in seguito rimaneggiata anche in stile gotico.L'accentramento delle forze politiche přem'yslidi comportò l'edificazione di costruzioni romaniche nella capitale: oltre al castello ha notevole importanza il Vyšehrad, dove si conserva ancora oggi la rotonda di S. Martino (1074), e soprattutto la cattedrale di S. Vito, edificata a partire dal 1060 con impianto basilicale a tre navate su colonne.Nel corso del sec. 11° si diffusero sul territorio boemo piccole chiese di carattere privato, la più antica delle quali è il S. Pietro a Bílina (1061), mentre a partire dall'inizio del sec. 12° si manifestò la tendenza a più complesse articolazioni spaziali. La tipologia fino ad allora consueta delle rotonde si arricchì di una torre cilindrica (S. Giorgio a Říp, Podolí) e apparve una più complessa tipologia di impianto centrale, quadrangolare, con torre prismatica e quattro absidi (S. Giovanni Na Zábradlí a Praga, Řeporyje, S. Pietro a Poříčí nad Sázavou).L'edilizia monastica cistercense è rappresentata dalla chiesa di Praga-Strahov (1182) e da quelle presso la Vergine Maria alla Catena (1170) e di Milevsko (1190). Per tutto il sec. 12° nell'architettura boema predominò la tipologia a pianta centrale, come mostrano le chiese con tribuna (Poříčí nad Sázavou, Neústupov, Čáslav).In quanto all'edilizia civile, nel 1135 Sobeslao I (1090 ca.- 1140) trasformò il castello di Praga in una residenza principesca, circondata da mura, e il suo esempio venne seguito anche dal vescovo della città, nella propria sede di Roudnice nad Labem.Inoltre nella città vecchia di Praga vennero erette abitazioni a uno o due piani e un ponte su arcate, l'unico della città, dedicato a s. Giuditta (1166), di caratteristiche forme italiane, come del resto la basilica del monastero premostratense di Doksany; presso il ponte si insediò una commenda dei Giovanniti con una basilica a tre navate (1165-1182). Abbazie cistercensi vennero costruite a Sedlec presso Kutná Hora, a Plasy, Pomuk, Svaté Pole, mentre il monastero di Louňovice pod Blaníkem venne fondato da monache premostratensi.Il più antico esempio di decorazione plastica è costituito da sei colonne, ornate con motivi a intreccio, conservate nella basilica di Spytihnĕv (1092-1096) nel castello di Praga, e precisamente nella cripta occidentale, dedicata a s. Martino. Alla metà del sec. 12° risalgono frammenti di scultura architettonica e di statue provenienti dal monastero benedettino di Ostrov, da vedersi in rapporto con la scultura dell'Italia settentrionale, lombarda e soprattutto veneziana. Sono da ricordare frammenti di una lunetta a bassorilievo proveniente dalla chiesa di S. Giovanni Battista nel castello di Oldříš, raffigurante la Maiestas Domini (Praga, Národní Muz.). Un ricco complesso di sculture romaniche della B. è conservato sulla facciata della chiesetta di S. Giacomo presso Kutná Hora; di spicco è anche il rilievo della torre del ponte di S. Giuditta.Dalla metà del sec. 12° la scultura assume progressivamente importanza autonoma: la produzione artistica legata alla corte continuò a svolgere un ruolo guida, facendosi tuttavia, nel complesso, più ricca ma anche meno raffinata, come attestano esempi relativamente modesti, quali le lunette di chiese come S. Galluo a Poříčí nad Sázavou, Ss. Pietro e Paolo a Řeporyje, Koudrovce, Libčeves, Zahrádka.La pittura romanica, sotto forma sia di pittura parietale sia di miniatura, ha una forte carica di spiritualità nelle espressioni gestuali e anche nella scelta dei temi vuoi simbolici vuoi narrativi, di soggetto così biblico come leggendario (chiese di S. Clemente a Stará Boleslav, Ss. Pietro e Paolo ad Albrechtice, S. Giacomo a Rovná, S. Giorgio nel castello di Praga, S. Bartolomeo a Kondrac e parrocchiale dedicata a s. Maria a Písek).Il più antico esempio di testo miniato documentato è una copia della leggenda latina del vescovo Gumpoldo di Mantova relativa a s. Venceslao, anteriore al 1006 (Wolfenbüttel, Herzog August Bibl., Guelf. 11.2 Aug. 4°); un manoscritto importante di produzione boema è il codice dell'Incoronazione di s. Vito, detto codice di Vyšehrad (Praga, Státni Knihovna, XIV A 13), stilisticamente prossimo alla miniatura bavarese, ma con caratteristiche peculiari e con una ricchezza iconografica che ne fanno un'espressione unica, un'opera di spicco della pittura romanica dell'Europa centrale.Nel sec. 12°, in uno stile influenzato dalla scuola di Salisburgo, venne eseguita una copia del De civitate Dei di s. Agostino (Praga, Kapitulní Knihovna, A.21) e nello stesso periodo fu realizzato il Salterio di Ostrov (Praga, Kapitulní Knihovna, A.57/1); un codice boemo di eccezionale interesse è il Codex Gigas (Stoccolma, Kungl. Bibl., A.148) proveniente dal monastero benedettino di Podlažice (1209-1227).Fin dall'inizio del sec. 10° gli impianti difensivi, che le famiglie nobili utilizzavano come rifugio e forse anche come residenza, cominciarono a essere sostituiti da castelli fortificati, ai piedi dei quali si vennero formando centri, nati in una prima fase come sedi di mercato, che avrebbero in seguito costituito il nucleo d'origine di future città regie di maggiori dimensioni. Città sorsero anche in zone prive di insediamenti, dove agrimensori delimitivano l'area destinata ai nuovi centri, che presentavano impianto ben definito, con piazza centrale attorniata da vie tra loro perpendicolari e collegate (per es. České Budĕjovice e Hradec Králové). Le città sorte prima del Duecento erano caratterizzate invece da un impianto irregolare e da vicoli dal tracciato tortuoso (città vecchia di Praga). Vennero fondate nuove città regie (Praga, Plzeň, Budĕjovice, Kouřim, Kolín, Žatec, Písek), tra cui quelle minerarie costituiscono un tipo a sé, con strutture specifiche per l'estrazione dei metalli preziosi (Kutná Hora).Anche i feudatari fondarono città (Český Krumlov, Jindřichův Hradec, Mladá Boleslav); tra queste, le città vescovili (Pelhřimov, Český Brod, Rokycany) rappresentavano una categoria particolare e spesso godevano degli stessi diritti delle città regie, comprendenti anche le città dono di nozze delle regine boeme (Mĕlník, Chrudim, Jaromĕř, Hradec Králové).I centri urbani erano protetti da una cinta muraria principale, con bastioni, una cinta secondaria, con fossato e terrapieno, rafforzata da porte urbiche e da una serie di bastioni posti a distanza ravvicinata. Il tipo più antico di questi ultimi era di forma semicircolare o semiovoidale (Čáslav, Chrudim), che diventa peraltro cilindrica nelle mura da difesa (Kolín). Al tempo di Carlo IV vennero edificati impianti di fortificazione complessi e monumentali, con alte mura e bastioni aperti verso l'interno (Litomĕřice).Sulla piazza cittadina sorsero case di abitazione aperte a loggiato, a un piano o a due, in pietra e laterizio e di varia tipologia, talora a pianta quadrata, per lo più sviluppate in profondità, a tre ali, con passaggi e ambienti voltati (a botte, a crociera semplice o a crociera costolonata).Lo sviluppo dell'edilizia determinò anche la costruzione di numerosi nuovi castelli regi, come Zvíkov (1270), Křivoklát (1250), Bítov (1250), Bezdĕz (1260), Orlík (1280). Seguendo l'esempio del re, la nobiltà e l'alto clero edificavano castelli di famiglia lungo le vie commerciali: così per es. Šternberk (1241-1242), Rožmberk nad Vltavou (1250), Český Krumlov, Jindřichův Hradec, Telč, Valdštejn, Michalovice, Hrubý Rohozec, Lamberk, Frýdlant, Náchod, Strakonice.Nei secc. 13° e 14° vennero edificate fortificazioni caratterizzate in genere da una torre d'abitazione al centro di semplici impianti (l'esempio più noto si trova a Litovice).Dopo il 1230 si diffuse nell'architettura boema lo stile gotico, in forme bene esemplificate dall'abbazia cistercense di Osek (sala capitolare del 1240 ca.), dalle chiese di Nepomuk e di Tišnov e dal monastero di S. Anežka a Praga (oltre a edifici a Klášter, Hradištĕ nad Jizerou, S. Bartolomeo a Kolín e S. Stefano a Kouřim); tuttavia le piccole chiese dei villaggi continuarono ad adottare forme romaniche almeno sino alla metà del Duecento, quando si sviluppò in esse uno stile autonomo, caratterizzato soprattutto dall'uso del presbiterio quadrato.All'epoca di Venceslao II (1271-1305) nell'architettura boema si verificarono profondi cambiamenti, con la costruzione di grandi chiese abbaziali del tipo 'a cattedrale' (Sedlec), realizzate con ampia partecipazione di mano d'opera cistercense.Il passaggio dall'edilizia del primo Gotico a quella del Gotico maturo è attestato dalla chiesa di Hradec Králové e dai castelli di Konopištĕ, Kokořín, Lipnice e Cimburk.Per merito di Carlo IV l'architettura boema assunse in Europa un ruolo di importanza primaria, con sue forme autonome ben definibili con il termine di Tardo Gotico boemo. L'imperatore promosse nel 1344 i lavori di trasformazione del castello di Praga e la costruzione della cattedrale di S. Vito, avviata da Mathieu d'Arras e affidata in seguito a Peter Parler. Gli stessi due artisti collaborarono forse anche nel cantiere del castello di Karlštejn (1348-1364), una delle architetture fortificate più significative d'Europa; Peter Parler costruì a Praga le chiese della Vergine Maria alla Catena e di S. Maria delle Nevi, guidò la ricostruzione del S. Bartolomeo a Kolín, portò a compimento l'edificazione di S. Barbara a Kutná Hora e realizzò il ponte di Carlo. I suoi successori alla guida del cantiere di famiglia realizzarono le chiese di Český Krumlov e di Milevsko e i castelli di Krakovec, Točník, Nový Hrádek e Kost. Sotto l'influsso dell'opera di Mathieu d'Arras sorsero a Praga nel 1350 le chiese di Kozlov, a pianta centrale, il monastero di Emmaus e il S. Giacomo a Kutná Hora.Le stesse linee di tendenza, a livello artistico, si riscontrano anche nell'edilizia civile, dalla balconata coperta del municipio, unica nel suo genere, alla torre del ponte nella città vecchia a Praga, agli edifici del Carolinum, a varie case di abitazione privata, sia a Praga sia nella regione.Il movimento ussita interruppe questo slancio edilizio e la successiva fase di sviluppo non si ebbe che durante il regno di Ladislao II Iagello (1456-1516), con gli importanti architetti Mattia Rejsek e Benedetto Rejt. Il primo portò a compimento la porta delle Polveri a Praga e la volta del presbiterio della chiesa di S. Barbara a Kutná Hora, costruendo inoltre l'edificio Kamenný dom a Hrádek Králové e una fontana tardogotica; in quanto a Rejt, tra le sue opere più significative, si possono menzionare la sala di Ladislao nel castello di Praga, la volta della chiesa a tre navate di S. Barbara a Kutná Hora, la chiesa di Louny e il castello di Švihov. Al regno di Ladislao appartengono gli edifici religiosi della B. meridionale con le caratteristiche volte a Masswerk. Nella sua massima parte la scultura gotica della B. è legata alla committenza regia.Eccezionale, in un quadro boemo e in genere nell'area orientale dell'Europa centrale, è il portale dell'abbaziale cistercense di Předklášteří (od. Tišnov), con statue di grandi dimensioni; notevoli anche la Madonna della piccola lunetta nel castello di Šterberk e la lunetta della cappella del castello di Zvíkov, nonché le testine sulle mensole della tribuna della chiesa dei Domenicani a České Budĕjovice. Risale al 1300 una serie di statue della Vergine, originariamente collocate su altari o pilastri di edifici religiosi: la Madonna in trono proveniente dalla B. meridionale (castello di Šterberk) e quelle di Strakonice (Praga, Národní Gal.), del Rudolfinum e dell'abbaziale cistercense di Předklášteří.Alla metà del Trecento si data una serie di importanti sculture lignee: la Madonna della parrocchiale di Broumov, il S. Giovanni Battista a Cheb, la Madonna di Zabrušany e quelle di Hrádek e Bečov.Nell'ambito della scultura prodotta nella cerchia dei Parler, legata principalmente alla cattedrale di S. Vito, si pongono, tra le opere di maggiore efficacia, la statua di S. Venceslao, i monumenti funerari dei Přem'yslidi e vari busti-ritratto e busti di santi. L'influsso di questo cantiere determinò la nascita dello schöner Stil, che trovò espressione anche nella tipologia delle schöne Madonnen (a Plzeň, Krumlov, Třeboň).In una prima fase la pittura gotica continuò a essere dipendente dalla tradizione romanica e solo all'inizio del Trecento si sviluppò una produzione miniatoria di livello straordinario dovuta agli artisti della corte della regina Elisabetta Rejčka e ai pittori del Passionale della badessa Cunegonda (Praga, Státni Knihovna, XIV A 17); intorno al 1340 vennero realizzati la Bibbia illustrata di Velislav (Praga, Státni Knihovna, XIII C 124) e vari codici miniati contenenti leggende. Importante in quadro ampiamente europeo è l'opera del miniatore del Liber viaticus di Giovanni di Středa (Praga, Knihovna Národního muz., XIII A 12) nonché la Bibbia di Venceslao, in sei volumi, così come in genere la pittura di corte del tempo di Venceslao IV (1361-1419).La pittura su tavola conobbe a sua volta un notevole sviluppo. Uno degli esempi conservati di maggiori dimensioni è la predella proveniente da Roudnice nad Labem, oltre al ciclo di nove scene della Vita di Cristo eseguito alla metà del sec. 14° dal Maestro di Vyšebrod, alla cerchia del quale appartengono anche le Madonne di Strahov e di Zbraslav. La pittura su tavola conobbe uno sviluppo straordinario sotto Carlo IV, quando Tomaso Barisini e il maestro Teodorico lavorarono alla decorazione della cappella della Croce di Karlštejn: sono di Teodorico centoventinove immagini raffiguranti le schiere celesti di Cristo, mentre Tomaso Barisini realizzò una Crocifissione e un trittico raffigurante il Cristo dolente. Degna di segnalazione è inoltre, durante il regno di Venceslao IV, l'opera del Maestro dell'altare di Třeboň, nell'ambito della signoria di Rožmberk.Lo schöner Stil trovò espressione in immagini devozionali della Vergine, quali la Madonna di Vyšehrad (Praga, Ss. Pietro e Paolo) e la Madonna con la corona d'oro (abbazia di Zlatá Koruna).

Bibl.:

Fonti. - Soupis památek historických a umĕleckých v republice Československé [Inventario dei monumenti storici e d'arte della repubblica cecoslovacca] (Česká Akademie Cisaře Františka Josefa - Archaeologikā Kommisse), 51 voll., Praha 1897-1937; Umĕlecké památky Čech [Monumenti della B.], a cura di Z. Wirth, 2 voll., Praha 1912-1915.

Letteratura critica. - V. Novotný, České dĕjiny [Storia della B.], 3 voll., Praha 1912-1928; J. Kvĕt, Italské vlivy na pozdnĕ románskou knižní malbu [Influssi italiani sulla miniatura tardoromanica], Praha 1927; Československá vlastivĕda [Storia patria cecoslovacca], VIII, Umĕní [Arte], a cura di Z. Wirth, Praha 1935; A. Cronia, Čechy v dĕjinách italské kultury [La B. nella storia della cultura italiana], Praha 1936; A. Matĕjček, Česká malba gotická. Deskové malířství 1350-1450 [La pittura gotica boema. Dipinti su tavola 1350-1450], Praha 1938; P. Kropáček, Malířství doby husitské [La pittura al tempo degli ussiti], Praha 1946; V. Chaloupecký, J. Kvĕt, V. Mencl, Praha románska [Praga romanica], Praha 1948; A. Matĕjček, J. Pešina, La peinture gothique tchèque 1350-1450, Praha 1950; J. Mašín, Románska nástĕnná malba v Čechách a na Moravĕ [Pittura murale romanica in B. e Moravia], Praha 1954; Z. Drobná, Die gotische Zeichnung in Böhmen, Praha 1956; Z. Wirth, Umĕlecké památky Čech [Monumenti della B.], Praha 1957; A. Hejna, České tvrze [Fortezze boeme], Praha 1961; Z. Wirth, Architektura v českém národním dĕdictví [L'architettura nella tradizione nazionale boema], Praha 1961; J. Homolka, L. Kesner, Národní galerie v Praze. České umĕní gotické [Národní Gal. di Praga. Arte gotica boema], Praha 1964; A. Kutal, České gotické sochařství 1350-1450 [Scultura gotica boema 1350-1450], Praha 1964; České umĕní gotické 1350-1420 [Arte gotica boema 1350-1420], a cura di J. Pešina, Praha 1970; A. Merhautová, Ranĕ středovĕká architektura v Čechách [Architettura altomedievale in B.], Praha 1971; J. Pavel, Dĕjiny umĕní v Československu. Stavitelství, socharství, malířství [Storia dell'arte in Cecoslovacchia. Architettura, scultura, pittura], Praha 1971; L. Kesner, Česká malba gotická. Národní galerie [Pittura gotica boema. Národní Gal.], Praha 1972; A. Kutal, České gotické umĕní [Arte gotica boema], Praha 1972; D. Menclová, České hrady [Castelli boemi], Praha 1972; M. Radová-Štiková, Architektura románska. Nástin románské architektury v Čechách. Románsky dům a jeho doznĕní v gotice [Architettura romanica. Profilo dell'architettura romanica in Boemia. La casa romanica e la sua continuità nel Gotico], Praha 1972; I. Borkovský, Svatojiřská bazilika a klášter na Pražském hradĕ [La basilica e il monastero di S. Giorgio nel castello di Praga], Praha 1975; J. Pešina, Česká gotická desková malba [Pittura gotica boema su tavola], Praha 1976; J. Braniš, Dĕjiny středovĕkého umĕní v Čechách [Storia dell'arte medievale in B.], 2 voll., Praha 1982-1983; Dĕjiny českého výtvarného umĕní. Od počátků do konce středovĕku [Storia dell'arte figurativa boema. Dall'origine alla fine del Medioevo], Praha 1984; A. Merhautová, D. Třeštík, Románské umĕní v Čechách a na Moravĕ [Arte romanica in B. e Moravia], Praha 1984; id., Ideové proudy v českém umĕní 12. století [Correnti di pensiero nell'arte boema del sec. 12°], Praha 1985.B. Chropovský

Monetazione

Le prime monete boeme furono i denari, coniati sotto Boleslao I nella seconda metà del sec. 10°, ma anche dagli Slavnikidi, in particolare negli ultimi decenni del secolo e sino al 995, prima del definitivo predominio della dinastia dei Přem'yslidi. I più antichi denari, del diametro di mm. 20 ca., avevano un titolo di 900/1000, pesavano più di un grammo e avevano un loro corso anche sul mercato internazionale lungo le coste del Baltico. Al principio del sec. 11° il peso e il titolo della moneta diminuirono e la sua diffusione rimase circoscritta entro i confini della regione boema. Intorno al 1050 una riforma monetaria ridusse il diametro della moneta a mm. 16 ca. e il peso a un grammo. Nel frequente ripetersi della renovatio monetae il peso dei denari boemi continuò a diminuire e anche il loro pregio subì un calo costante, in particolar modo nel corso del 12° secolo.Intorno al 1210 si verificò nella monetazione un cambiamento sostanziale con l'introduzione di una nuova moneta: il bratteato. Si trattava di una moneta con il tipo su un'unica faccia, in principio del diametro di mm. 44 ca. e in seguito emessa in due formati, mediogrande (mm. 27) e piccolo (mm. 18). La produzione dei bratteati si basava sulle fonti di materia prima reperibile soprattutto sulla catena boemo-morava; a partire dalla seconda metà del sec. 13° il crescente fabbisogno di denaro portò al moltiplicarsi delle zecche e a un primo tentativo di creazione di un sistema monetario boemo; vennero infatti coniati parallelamente bratteati mediograndi e piccoli riproducenti la stessa immagine.Il giacimento d'argento scoperto nei dintorni di Kutná Hora permise, nel 1300, la realizzazione di un'importante riforma monetaria che, unificando il conio in un'unica zecca - nella stessa Kutná Hora - aveva lo scopo di portare la monetazione boema ad allinearsi al livello europeo del tempo. A quel periodo si deve l'inizio del conio della più famosa moneta boema, il grosso di Praga, che contribuì in modo determinante al rafforzamento dello stato boemo nel 14° secolo. Si trattava di una moneta d'argento, introdotta da italiani, di valore nominale più alto rispetto a quello reale del metallo, il cui peso era originariamente di gr. 4 e il titolo di 938/1000 e che a sua volta era suddivisa in dodici sottomultipli, i c.d. parvi di Praga. Il grosso di Praga doveva essere una moneta 'eterna', invariabile nella forma, nel peso e nell'iconografia; infatti durante l'intero periodo in cui venne coniata - fino al 1547 - rimasero costanti le raffigurazioni della corona e del leone boemi, rispettivamente sul dritto e sul rovescio. Si trattava in quel periodo di una moneta di scambio pregiata e assunta a modello per il conio dei grossi in Polonia, in Ungheria e a Meissen. Sul finire del sec. 14° i grossi di Praga venivano sottoposti a controllo nelle città tedesche e i pezzi autentici venivano marcati con un timbro particolare, la contromarca, divenendo moneta locale. Il sistema dei grossi si ampliò ulteriormente e accanto allo Pfennig veniva coniato lo Heller.A partire dal 1325 in B. si cominciò a battere moneta d'oro, i fiorini e più tardi i ducati, che per mancanza di materia prima locale furono però prodotti in quantità minore rispetto alle monete d'argento. Una piccola moneta tipica del tempo è la prima coniazione boema in rame, il flútky, che rimase in circolazione solo negli anni venti del 14° secolo. Durante la rivoluzione ussita (1419-1436) vennero coniati inizialmente grossi di Praga recanti il nome del defunto re Venceslao IV; la loro produzione regolare però si interruppe in seguito per un lungo periodo. Dopo la rivoluzione ussita si coniarono solo monete di piccole dimensioni, Pfennige e Heller, inizialmente quadrangolari, quindi di forma circolare.Sul piano artistico, fin dai primi coni comparvero sulle monete boeme semplici simboli della divinità e del potere sovrano, come anche della religione cristiana; più tardi si diffusero soggetti figurati - alcuni di origine locale, altri di importazione - resi in modo schematico e, talvolta, geometrizzato. A partire dalla seconda metà del sec. 11° e sino alla fine del successivo le nuove tecniche di incisione offrirono agli anonimi realizzatori dei coni la possibilità di esprimere le loro capacità artistiche. La famosa renovatio monetae ebbe come conseguenza la progressiva svalutazione dei denari boemi, ma nello stesso tempo creò, grazie ai frequenti cambiamenti di iconografia, le condizioni per un indiscusso miglioramento della qualità artistica. Gli incisori desunsero dal ricco repertorio dell'arte romanica figurazioni di qualità comparabile ad analoghe creazioni europee e che esprimono il massimo livello raggiunto nella microplastica romanica boema.Per quanto riguarda le raffigurazioni sui bratteati, per tutta la prima metà del sec. 13° gli esemplari di grande formato si ispirarono al modello di Meissen; anche i bratteati piccoli o mediograndi mantennero una rigidezza formale di carattere ornamentale, sebbene mostrino sotto il profilo iconografico una varietà di gran lunga maggiore, ispirata anche a motivi araldici.I grossi boemi e in particolare il più importante, il grosso di Praga, vennero coniati in forme raffinate e solenni con le immagini della corona regia boema e del leone completate adeguatamente dal carattere ornamentale dell'iscrizione; l'aspetto iconografico del grosso praghese non mutò sostanzialmente per tutto il periodo in cui venne coniato. Le monete auree boeme, che in un primo momento imitarono il modello fiorentino del fiorino, nello sviluppo successivo riprodussero sui ducati l'effigie del responsabile della zecca, sul dritto, e l'immagine del leone boemo, sul rovescio.

Bibl.: J. Smolík, Přazské groše a jejich díly 1300-1547 [I grossi praghesi e i loro tagli, 1300-1547], Praha 1894 (rist. 1971); K. Castelin, O českých ražbách 14. století [Le monete d'oro della B. nel sec. 14°], Numismatický časopis 19, 1950, pp. 55-73; E. Nohejlová-Prátová, Krása české mince [La bellezza delle monete boeme], Praha 1955; F. Cach, Nejstarší české mince [Le più antiche monete boeme], I, České denáry do mincovní reformy Břetislava I [Denari boemi durante la riforma monetaria di Bretislao I]; II, České a moravské denáry od mincovní reformy Břetislava I. do doby brakteátové [I denari boemi e moravi dalla riforma di Bretislao I fino al tempo delle monete bratteate]; III, České a moravské mince doby brakteátové [Monete boeme e morave del tempo dei bratteati], Praha 1970-1974; E. Nohejlová-Prátová, Grossi Pragenses, Numismatický sborník 12, 1973, pp. 55-73.L. Nemeškal

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