BOI

Enciclopedia Italiana (1930)

BOI (Boii)

Salvatore AURIGEMMA

Nome di una delle popolazioni galliche che parteciparono tra il 450 e il 400 a. C. all'invasione dell'Italia settentrionale. Si stabilirono a mezzogiorno del Po, nella regione di Mutina (oggi Modena) e di Felsina (oggi Bologna), tra gli Anamari che occuparono la parte occidentale della regione cispadana, nei pressi di Piacenza e di Casteggio, e i Lìngoni che ne occuparono l'estrema parte orientale. Come gli Insubri tra i Galli transpadani, così i Boi furono i più potenti tra i Galli trasmigrati a mezzogiorno del Po; sì che s'impadronirono della città principale dell'Etruria cispadana, Felsina, la quale, dal loro nome, venne poi chiamata Bononia.

È assai verosimile che i Boi sian venuti in Italia, come gli altri Celti stanziatisi al di qua delle Alpi, dalla Gallia transalpina. Taluno ha supposto che provenissero dalla tribù celtica dei Boi da cui si denominò l'odierna Boemia, i quali dimorarono poi nel Norico e in Pannonia. Sennonché un nucleo di Boi sembra fosse stanziato nella Gallia già da tempo assai antico; mentre altre immigrazioni di Boi in Gallia avvennero circa l'età di Cesare. D'altra parte il nome Boii significando, come sembra, "i terribili", questa denominazione allusiva al valore guerresco può essere stata attribuita a più di una tribù, indipendentemente da una comune origine. In ogni caso, nei Boi danubiani pare debba vedersi un nucleo della tribù rimasta nelle sedi più antiche del popolo celtico quando gli altri migrarono.

Stando a una notizia di Catone, i Boi risulterebbero distribuiti in 112 cantoni. A giudicare poi dalla suppellettile scoperta nelle tombe, essi dovevano aver già raggiunto, al momento della migrazione, uno stadio d'incivilimento notevole.

I Boi stanziatisi in Italia ebbero coi Romani guerre molteplici. Non è noto se all'incursione dei Senoni nell'Italia centrale nel 284 a. C. i Boi abbiano partecipato. Ma, contrattaccati e vinti i Senoni subito dopo, i Boi discesero nel 283 a vendicarli, alleandosi con gli Etruschi. Nella battaglia al Lago Vadimone, di quell'anno stesso, essi furono pienamente disfatti, e l'anno dopo (282 a. C.), avendo ricevuta una nuova sconfitta dal console Q. Emilio Papo, chiesero ed ottennero la pace.

La guerra riarse nel 238, senza peraltro notevoli successi per i Romani; e poi negli anni 237-236. In quest'anno fiere discordie scoppiarono nel campo dei Boi raccolti contro la colonia latina di Ariminum (Rimini); poi nel 225 la guerra si riaccese, con la partecipazione degl'Insubri, dei Lìngoni, dei Taurini, e dei Gesati transalpini. Dopo un primo successo riportato contro i Romani presso Chiusi, i Galli subirono una disfatta irreparabile al Capo Telamone (a. 225 a. C.); e uno dei vincitori, il console L. Emilio Papo, penetrò allora per la prima volta nel cuore del paese dei Boi, devastandone il territorio. I consoli del 224 invasero nuovamente il paese, e costrinsero i Boi alla pace con la cessione di parte del loro territorio. Dipoi una sollevazione di Boi fu provocata dalla deduzione delle colonie di Cremona e di Placentia; e i Romani furono lungamente molestati nella valle del Po durante la seconda guerra punica. Finalmente i Boi vennero definitivamente assoggettati nel 191 a. C. da P. Cornelio Scipione Nasica, cugino dell'Africano, e privati di metà del loro territorio. Qualche anno dopo, nel 189 a. C., fu dedotta a Felsina una colonia latina che si denominò Bononia.

I Boi transalpini circa il 60 a. C. lasciarono le loro sedi di Boemia e trasmigrarono nel Norico e nella Pannonia. Dal Norico 32.000 Boi penetrarono nella Gallia insieme con gli Elvezî, e Cesare permise loro di fissarsi nel territorio degli Edui, su preghiera di questi. La loro città fu detta Gorgobina. Quanto ai rimanenti Galli stanziati lungo il Danubio, essi vennero distrutti dal re dei Daci Boerebistas contemporaneo di Augusto, in maniera sì piena che il loro territorio fu poi detto "deserto dei Boi". Da questi Boi sono da distinguere i Boisci, stabiliti lungo il corso inferiore del Danubio.

Bibl.: P. Contzen, Die Wanderungen der Kelten, Lipsia 1861; E. Desjardins, Géographie historique et administrative de la Gaule romaine, Parigi 1876-1885, II; E. Pais, Storia critica di Roma durante i primi cinque secoli, Roma 1918, segg., passim; G. De Sanctis, Storia dei Romani, Torino 1907 segg., passim; Ibm, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Altertumswiss., III, coll. 630-633; Grenier, La Gaule et les Gaulois, 1923; P. Ducati, Storia di Bologna, I, Bologna 1928, capitoli VIII e IX.

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