BONATTI, Giovanni, detto Giovannino del Pio o il Ferraresino

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 11 (1969)

BONATTI (Bonati), Giovanni, detto Giovannino del Pio o il Ferraresino

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Figlio di Benedetto e di Lisabetta Peliccioni, nacque a Ferrara intorno al 1635. Sia il Pascoli sia il Baruffaldi sia il Pio raccontano abbastanza dettagliatamente la sua vita: rimasto orfano di padre, frequentò la scuola di L. Bononi e poi quella di F. C. Catanio, attraverso il quale conobbe il cardinale Carlo Pio junior (da qui il soprannome di Giovannino del Pio). Con la protezione del cardinale, il B., poco più che ventenne, andò a Bologna alla scuola del Guercino e quindi nel 1662 (Baruffaldi, II, p. 238) seguì il suo protettore a Roma, dove frequentò la scuola di P. F. Mola (secondo il Pio sino alla morte di questo, 1666, ma dice anche che frequentò la scuola "sette e più anni"). I biografi concordano nel dare notizia di viaggi del B. a Firenze, Bologna, Modena, Parma, Milano e Venezia, anche se la successione cronologica di questi spostamenti non concorda. Secondo il Pascoli (p. 213), "vide da per tutto il visibile, e da per tutto qualche settimana dimorò; ma più d'un anno" a Venezia, e ritornando a Roma, avrebbe soggiornato ancora a Ferrara; secondo il Baruffaldi a Venezia si fermò tre anni; secondo il Pio avrebbe compiuto tutti questi viaggi prima di giungere a Roma alla scuola del Mola.

Il Pascoli e il Baruffaldi scrivono che il B. eseguiva per il cardinal Pio copie di quadri dei più importanti artisti; secondo il Cittadella (p. 292) egli fu anche direttore e custode della collezione del cardinale, parte della quale costituì (1750), con la collez. Sacchetti, il primo nucleo di quella che è oggi la Pinacoteca Capitolina (Pastor; Pietrangeli). Ma il 22 luglio 1670 il B. avvertì i primi sintomi della tisi, e a causa di tale malattia il suo lavoro si fece più saltuario. Fu accademico di S. Luca: eletto e ammesso il 30 sett. 1663, partecipò a varie sedute tra il 1º ott. 1673 e il 1676 spesso con la carica di "paciere". Morì a Roma il 12 marzo 1681 e fu sepolto nella Chiesa Nuova.

Le sembianze del B. ci sono state tramandate da un disegno di Dom. Sani conservato al Museo Nazionale di Stoccolma (inv. 3027/1863: v. Clark); e da un ritratto nella sala dell'Archivio dell'Accademia di S. Luca, (inv. Pitture, VI, n. 541) di autore ignoto che lo mostra in età avanzata e dal quale è tratta l'incisione riprodotta nel Baruffaldi; l'incisione di G. Zauli (Ritratti ital. della raccolta Cicognara-Morbio, catal. di vendita XVIII, C. Lang, Roma s.a. [ma 1929], nn. 442, 441, 445) è tratta da un ritratto giovanile attribuito al Guercino, ma più probabilmente di S. Bombelli, che fu, contemporaneamente al B., alla scuola del Guercino (Baruffaldi, II, p. 248).

Alcune opere del B. furono ereditate dai suoi nipoti: i tre figli del fratello Francesco e quelli della sorella Elisabetta Pomatelli (lo stampatore Bernardino e Francesco, dal B. istruito nella pittura; v. Baruffaldi).

Dei numerosi lavori del B. citati dal Baruffaldi e dal Pascoli sono oggi reperibili: a Roma, nella Pinacoteca Capitolina, Ester eAssuero (da P. F. Mola) e la Pala di S. Zaccaria (dal Veronese) pervenuti con la collezione del Pio nel 1750; dalla stessa collez. proviene la grande tela con Rinaldo e Armida nella Pinacoteca Vaticana (n. 891); sempre a Roma, nella sacrestia di S. Maria dell'Anima, la Visitazione; in S. Croce in Gerusalemme, S.Bernardo e S. Cesareo (restaurato di recente, cfr. I. Toesca, in Boll. d'arte, L [1965], p. 115); nella capp. Spada in S. Maria in Vallicella, S. Carlo e gli appestati; altra versione in piccolo formato a Firenze, depositi della Galleria Palatina, b. 1346, inv. 1890; un bozzetto già nella coll. Costabili a Ferrara (Laderchi) figura nella vendita Baslini (cat. vendita Sambon, Milano 1888, n. 44). Nella coll. Costabili erano pure quattro disegni, uno dei quali per il S. Carlo: compaiono nel Catalogue de la coll.Costabili..., Impresa G. Sambon, Milano 1885, nn. 103-107, mentre è assente l'Autoritratto (tela) a mezzo busto, grandezza naturale, già citato dal Laderchi. Un Ecce Homo ceduto alla Pinacoteca nazionale di Ferrara nel 1839 da F. Pasini è oggi nel deposito della stessa galleria.

Tutte le fonti ricordano un Martirio di s. Cristina che il B. dipinse per la regina Cristina per il soffitto d'una sala dell'Arcadia, finora non identificato, come pure il S. Francescoda Paola che figurava nel catalogo della raccolta Arese (Arese).

Disegni del B. erano nella coll. di Nicola Pio; oggi sono attribuiti al B. 28 disegni nella cartella LXXXII della coll. Santarelli nel Gabinetto delle stampe degli Uffizi (nn. 7752-7779); altri disegni con antica attribuzione al B. sono nella bibl. del castello di Windsor (cfr. Blunt e Cooke che notano la presenza di disegni simili nel British Museum); Le Blanc cita una incisione con Abate che ridà la vista a un cieco di Ph. Caylus e N. Le Sueur, da opera del B.: essendo della coll. Crozat, proveniva probabilmente anch'essa dalla coll. di N. Pio.

Nella pittura del B. appaiono evidenti i riflessi di una formazione accademica, iniziata a Bologna alla scuola del Guercino, presumibilmente dopo il 1655, in un tempo in cui questi aveva ormai completamente sacrificato il suo genio inventivo e la sua foga cromatica ai fini di un maggiore equilibrio formale e compositivo e di gamme più sottili ed estenuate sull'esempio di Guido Reni, di cui si sentiva continuatore ed erede. Su questa via lo confermò anche l'insegnamento del Mola, che da giovane era stato in rapporto con l'ambiente bolognese, e in particolare proprio col Guercino e con l'Albani, ma aveva poi dato nuovo respiro alla tradizione accademica carraccesca con la conoscenza della pittura veneziana e si era inserito in quella tradizione neoveneta i cui maggiori rappresentanti a Roma erano il Sacchi ed il Maratta.

Le opere del B., che ai suoi tempi riscossero un discreto successo, non superano il livello di una dignitosa accademia.

Fonti e Bibl.: Roma Accad. Nazionale di S. Luca, Arch. Storico, Congregazioni, vol. 43, pp. 149v (elezione), 225 e passim; vol. 45, passim; Biblioteca Apostolica Vaticana, cod. Capponi 257: N. Pio, Le vite di pittori ... in compendio ... ms., (Roma 1724), cc. 111 s., 265; L. Pascoli, Le vite de' pittori... moderni, II, Roma 1736, pp. 211-223; G. Baruffaldi, Vite dipittori e scultoriferraresi, I, Ferrara 1844, pp. 324 s.; II, ibid. 1846, pp. 231-249; C. Barotti, Pitture e sculture che si trovano nelle chiese... di Ferrara, Ferrara 1770, pp. 26-28; C. Cittadella, Catalogo istoricode' pittori... ferraresi, Ferrara 1783, III, pp. 286-303; M. Missirini, Memorie... della romana accademiadi S. Luca..., Roma 1823, p. 462; C. Laderchi, Descrizione della Quadreria Costabili, Ferrara 1841, pp. 28-30; Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateurd'estampes, I, Paris 1854, pp. 617-36; II, ibid. 1856, p. 543 n. 18; G. Campori, Raccolta di cataloghi ed inventari inediti, Modena 1870, pp. 374, 423 s.; L. von Pastor, Storia dei papi, XVI, 1, Roma 1933, p. 134; C. Pietrangeli, Nel bicentenario dellafondazione della Pinacoteca Capitolina, in Capitolium, XXVI (1951), p. 62; A. Blunt-H. L. Cooke, The Roman drawings ofthe XVII and XVIII centuriesin the Collection... at Windsor Castle, London 1960, pp. 20 n. 11, 28; A. M. Clark, The portraits ofartists drawnfor Nicola Pio, in Master Drawings, V (1967), p. 20 n. 198; F. Arese, Una quadreria milanesedella fine del seicento, in Arte lombarda, XII (1967), 1, p. 139; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, IV, p. 274.

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