GAZZOLA, Bonaventura

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 52 (1999)

GAZZOLA, Bonaventura (al secolo Domenico Giuseppe)

Paolo Alvazzi del Frate

Nacque a Piacenza il 21 apr. 1744 da una famiglia agiata della borghesia mercantile. Nel 1761, entrato a Faenza nell'Ordine dei frati minori riformati, ricevette il nome di Bonaventura. Pronunciati i voti il 4 apr. 1767, compì i suoi studi, principalmente filosofici e teologici, a Piacenza e Parma, per poi addottorarsi in teologia e diritto canonico presso l'Università di Urbino. Si dedicò quindi all'insegnamento della fisica e del diritto canonico nello Studio di Cesena, dimostrando interesse per le teorie pedagogiche illuministiche che in quegli anni si andavano diffondendo in Europa. Ebbe poi modo di occuparsi dell'educazione di alcuni giovani delle famiglie più importanti della città, quali il futuro cardinale Pietro Francesco Galleffi e Angelo Bandi, pronipote di Pio VI.

A questo periodo risale la pubblicazione del Saggio di studio del nobile fanciullo signor Pietro Francesco Galleffi (Cesena 1782) nel quale il G. indicava gli obiettivi che intendeva perseguire nell'educazione del giovane Galleffi e il metodo cui voleva ispirarsi. L'opera, che è permeata dallo spirito pedagogico innovatore dell'epoca - evidente in particolare appare l'influenza delle opere di Antonio Genovesi - sottolineava l'importanza educativa delle scienze sperimentali, criticava il precoce apprendimento della retorica e delle lingue classiche ed escludeva il diritto, la storia e la poesia dal piano degli studi, in quanto discipline da affrontare in età più matura.

L'apprezzamento per il suo operato da parte di Pio VI, di origine cesenate, fu testimoniato dalla nomina del G. nel 1792 a commissario dei frati minori cismontani e, successivamente, a vescovo della diocesi di Cervia il 1° giugno 1795. Il 7 giugno fu consacrato a Roma dal cardinale Giovan Francesco Albani. Di fronte agli avvenimenti straordinari di quegli anni - l'invasione degli eserciti francesi, l'istituzione delle repubbliche giacobine in Italia e l'esilio del pontefice - il G. tenne un atteggiamento dapprima moderato e conciliante con le nuove dottrine per poi condannare fermamente gli eccessi dei rivoluzionari. La sua opposizione nei confronti del nuovo regime, secondo quanto scrive il Moroni (ma non esistono riscontri), gli costò persecuzioni e anche un periodo di prigionia.

Nel nuovo clima politico introdotto in Italia dalla dominazione napoleonica grazie al concordato, che consentì la riconciliazione tra la Chiesa e lo Stato francese, il G. fu inviato nel dicembre del 1801 a Lione, in qualità di rappresentante ecclesiastico del Dipartimento del Rubicone, alla Consulta incaricata di redigere il testo costituzionale della Repubblica Italiana.

Nella Consulta svolse un ruolo di un certo rilievo e si occupò, in particolare, degli articoli della costituzione relativi alla religione. Presentò il 6 genn. 1802 una memoria, Rimostranza cattolica del vescovo di Cervia sulla costituzione civile, nella quale criticava il progetto costituzionale sottolineando la necessità di porre la religione a fondamento dell'intero ordinamento giuridico.

Notizie a proposito del suo operato nella Consulta si ricavano dalle autografe Memorie storiche sul congresso di Lione, in cui è riportata la Rimostranza, conservate presso l'Archivio segreto Vaticano (Francia, Epoca napoleonica, Appendice, XX) e pubblicate dal Rinieri e dal Da Como, che mettono in risalto la sua intransigenza e il suo impegno nel difendere la causa della confessionalità della costituzione nei confronti del laicismo prevalente.

L'adesione del G. alla corrente degli zelanti, costituita dal clero più tradizionalista che avversava con decisione la politica di riforme e di cauta apertura alle nuove dottrine promossa dal cardinale Ercole Consalvi, è confermata dalla sua partecipazione all'Accademia di religione cattolica, fondata a Roma nel 1801 con intenti chiaramente controrivoluzionari. Il G. diede nuova prova di opposizione al regime napoleonico nel 1802 quando, eletto al Collegio elettorale dei dotti che si riunì nel maggio di quell'anno a Bologna, rifiutò di prendere parte ai lavori dell'assemblea. Nonostante la sua ostilità dichiarata, il G. accettò il 28 marzo 1812 la nomina a barone del Regno d'Italia.

Nell'aprile del 1814 egli ebbe occasione di ospitare a Cervia Pio VII nel corso del suo viaggio di ritorno a Roma dopo gli anni di esilio in Francia. Sulla base dei colloqui avuti con il pontefice il G. scrisse una Memoria sul concordato di Fontainebleau del 1813 (conservata presso l'Archivio segreto Vaticano). Nominato nel 1814 amministratore apostolico di Montefiascone e Corneto, il G. divenne vescovo di quelle diocesi, in sostituzione del cardinale Jean-Siffrein Maury il 21 febbr. 1820. Anche nel governo delle diocesi affidategli egli ebbe modo di manifestare il rigore tipico degli zelanti e di criticare la cautela che caratterizzò la restaurazione di Pio VII.

Come è stato osservato dall'Aubert (col. 196), l'atteggiamento intransigente del G. e la sua appartenenza al partito zelante possono spiegare la netta opposizione del cardinale Consalvi alla sua promozione. Infatti, solo con l'elezione di Leone XII e l'affermazione delle correnti conservatrici della Curia, il G. ottenne, il 3 maggio 1824, l'elevazione a cardinale dell'ordine dei preti, con il titolo di S. Bartolomeo all'Isola. Fece quindi parte delle congregazioni del S. Uffizio, dell'Indice, della Disciplina regolare e della Lauretana. Partecipò al conclave del 1829 che portò all'elezione di Pio VIII, mentre, a causa delle precarie condizioni di salute, fu costretto a disertare quello del 1831 che elesse Gregorio XVI.

Il G. morì a Montefiascone il 29 genn. 1832.

Fonti e Bibl.: Memorie manoscritte del G. su vari temi della politica ecclesiastica napoleonica sono conservate presso l'Archivio segreto Vaticano, Epoca napoleonica, Appendice, Francia, bb. VI, XX; Italia, bb. XX-XXI (cfr. J. Leflon - A. Latreille, Répertoire des fonds napoléoniens aux Archives Vaticanes, in Revue historique, CCIII [1950], pp. 59-63). Documenti manoscritti si trovano nella Biblioteca civica di Piacenza, Fondo Pallastrelli.

Notizie per l'anno 1830, Roma 1830, p. 34; Diario di Roma, 1832, n. 11, pp. 1 s.; Agostino Maria di Padova, Elogio funebre dell'e.mo e r.mo principe il signor cardinale F.B. G., Roma 1832; J.-P. Migne, Dictionnaire des cardinaux, Paris 1857, coll. 973, 1803; L. Mensi, Dizionario biografico piacentino, Piacenza 1899, p. 200; I. Rinieri, La diplomazia pontificia nel secolo XIX, II, Roma 1902, pp. 95-140; Id., Napoleone e Pio VII (1804-1813): relazioni storiche su documenti inediti dell'Archivio Vaticano, Torino 1906, II, ad indicem; A. Corna, Profili di illustri piacentini, Piacenza 1914, pp. 197-213; T. Casini, La prima sessione del Collegio elettorale dei dotti in Bologna nel 1802, in L'Archiginnasio, X (1915), pp. 44 s.; G. Bertuzzi, I cardinali piacentini ed illustri presuli, Piacenza 1930, pp. 79-82; U. Da Como, I Comizi nazionali in Lione per la costituzione della Repubblica Italiana, II, 2, Bologna 1935, pp. 610-628; V.E. Giuntella, Profilo di uno "zelante": mons. B. G., in Rass. stor. del Risorgimento, XLII (1956), pp. 413-418; C. Mesini, Il cardinale B. G. (1744-1832), in L'Osservatore romano, 13 luglio 1961, p. 5; R. Colapietra, La Chiesa tra Lamennais e Metternich. Il pontificato di Leone XII, Brescia 1963, pp. 34, 42-44, 155, 206, 253, 367; U. Betti, I cardinali dell'Ordine dei frati minori, Roma 1963, p. 72; U. Foschi, Documenti del periodo napoleonico nell'Archivio comunale di Cervia, in Rass. stor. del Risorgimento, LII (1965), pp. 245-248; S. Celli, Festeggiamenti piacentini per la nomina del card. B. G. (1824), in Boll. stor. piacentino, LXI (1966), pp. 24-30; L. Gambara, Alcune lettere di fra' B. cardinale G., ibid., LXIII (1968), pp. 1-19; G. Pignatelli, Aspetti della propaganda cattolica a Roma da Pio VI a Leone XII, Roma 1974, p. 248; R. Aubert, in Dict. d'hist. et de géogr. ecclés., XX, Paris 1984, coll. 195-197; Atti ufficiali della provincia riformata francescana di Bologna, a cura di S. Celli - D. Guidarini - G. Montorsi, Bologna 1993, I, ad indices; G. Moroni, Diz. di erudiz. stor.-ecclesiastica, XXVII, pp. 196 e s. e Indici, ad vocem; R. Ritzler - P. Sefrin, Hierarchia catholica, VI-VII, Patavii 1968, ad indicem.

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