BONIFACIO di Monferrato

Enciclopedia Italiana (1930)

BONIFACIO di Monferrato

Arturo Segre

Dei quattro marchesi di Monferrato con questo nome, i primi due furono di casa aleramica, gli altri appartennero alla dinastia dei Paleologi.

Bonifacio I, marchese di Monferrato e re di Tessalonica (1192-1207). Fu il più celebre di tutti. Nato intorno al 1150, figlio terzogenito del marchese Guglielmo V il Vecchio (1135-90 circa), successore del fratello Corrado (1190-92), difensote di Tiro, compagno di lui nella terza crociata, fu marito di Eleonora figlia di Umberto III, conte di Moriana (Savoia), poi, forse, di Elena dei marchesi del Bosco; accrebbe l'importanza del suo marchesato, procurandosi fama di buon guerriero e d'uomo di stato. Vedovo la seconda volta nel 1202, andò crociato all'impresa di Costantinopoli (1203-4). Era morto il 24 maggio 1201 il conte Tebaldo di Champagne, uno dei tre capi designati della quarta crociata. Allora il maresciallo Goffredo di Villehardouin, nell'assemblea dei Crociati tenuta a Soissons, propose si sostituisse il defunto con Bonifacio "mult prodom et un des pluis proisie qui hin cest jour vive". Il marchese passò allora in Francia, si abboccò col re Filippo II Augusto, intervenne ad altra assemblea in Soissons, pronunziò ivi il voto ed accettò il comando. Ma al ritorno entrò in Germania e visitò a Hagenau il re dei Romani di parte ghibellina Filippo di Svevia, suo cugino, e là trovò Alessio Angelo, il principe bizantino profugo, vittima col padre, l'imperatore Isacco IV, dell'usurpazione compiuta da Alessio III, suo zio. E là sicuramente fu discussa fra i tre personaggi l'opportunità di una impresa su Costantinopoli. Bonifacio andò a Roma per ottenere il consenso pontificio a simile deviazione della crociata. Il pontefice Innocenzo III si oppose, ma invano. L'impresa di Costantinopoli ebbe luogo, nonostante la scomunica pontificia. Bonifacio si segnalò non tanto per il coraggio personale, quanto per le qualità di condottiero e nella seconda conquista della città (13 aprile 1204) per la temperanza e gli sforzi fatti a diminuire l'entità dei saccheggi e delle violenze crociate. Impeditagli dai Veneziani la corona di imperatore latino, si rese padrone della Tessaglia e fu re di Tessalonica. Ma l'invasione bulgara che tolse la libertà e la vita al primo imperatore latino, Baldovino di Fiandra, riuscì fatale anche a lui. Vincitore in alcuni scontri, rimase ucciso a poca distanza da Rodope ai primi del settembre 1207. Amò le lettere e la poesia in particolare e fu amico di trovadori provenzali. Rambaldo di Vaqueiras gli diresse una lettera epica, forse nel maggio 1205.

Bonifacio II, marchese dal 1225 al 1253. Figlio del marchese Guglielmo VI, lottò senza fortuna con gli Alessandrini, guidati dal conte Manfredo Lancia, ma poi, nel 1252, alleato dei Pavesi, strappò loro le terre perdute. Sposò Margherita figlia di Amedeo VII, il Gran Marchese. Fu sepolto in S. Maria di Lucedio; lasciò fama di slealtà. Fu detto il Gigante.

Bonifacio III, marchese, di casa Paleologo, dal 1483 al 1494. Figlio di Giovanni IV, succedette al fratello Guglielmo VIII e sposò Elena di Brosse, figlia di Giovanni, conte di Penthièvre. Fu alleato di Gian Galeazzo Sforza, duca di Milano, ma concesse la mano della nipote Bianca al duca di Savoia Carlo I il Guerriero. In seconde nozze si unì con Maria figlia di Stefano, despota di Servia e signore di Albania, dalla quale ebbe, nel 1486, Guglielmo IX Giovanni e nel 1488 un secondo figlio, Giovanni Giorgio.

Bonifacio IV, penultimo marchese Paleologo, 1518-30, figlio di Guglielmo IX e di Anna d'Alençon. Nacque nel 1512 e rimase a lungo sotto la tutela della madre e dello zio paterno Giovanni Giorgio. Partecipò all'incoronazione di Carlo V a Bologna e morì lo stesso anno per una caduta da cavallo. Ebbe a successore lo zio, ultimo marchese (1530-33).

Bibl.: Su Bonifacio I, vedi Riant, Innocent III, PHilippe de Souabe et Boniface de Monferrat, examen des causes qui modifièrent au détriment de l'empire grec le plan original de la croisade, in Revue des questions historiques, XVII (1875), pp. 121-74; XVIII (1875), pp. 6-75; K. Hopf, Bonifaz von Montferrat, der Eroberer von Konstantinopel, und der Troubadour Rambaut von Vaqueiras, Berlino 1877; C. Desimoni, Il marchese Bonifacio di Monferrato e i trovatori provenzali alla corte di lui, in Giornale ligustico, V (1878), pp. 241-71; V. Crescini, La lettera epica di Rambaldo di Vaqueiras (testo, commento), in Atti e memorie della R. Accademia di Padova, n. s., XVIII (1902); D. Brader, Bonifaz von Montferrat bis zum Antritt der Kreuzfahrt, Berlino 1907; G. Usseglio, Il regno di Tessaglia, in Riv. di storia, arte e arch. di Alessandria, s. 1ª, XXII (1898); id., I marchesi di Monferrato in Italia ed in Oriente durante i secoli XII e XIII, II (Bibl. della Soc. stor. subalp., CI), Torino-Casale 1926.

Su Bonifacio II: A. Dutto, Sulla data di una sollevazione guelfa in Piemonte e di una spedizione milanese fino a Cuneo nel sec. XIII (1231), in Arch. stor. lombardo,. s. 7ª, XX (1903), pp. 460-70; Fr. Guerri, Intorno ad un verso di Lanfrango Cigala, in Studi di filologia romanza, VIII (1901).

Su Bonifacio IV: S. Davari, Federico Gonzaga e la famiglia Paleologo del Monferrato, in Giornale ligustico, XVIII (1891).

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