Bronenosec Potëmkin

Enciclopedia del Cinema (2004)

Bronenosec Potëmkin

Naum Kleiman

(URSS 1925, La corazzata Potëmkin, bianco e nero, 72m a 18 fps); regia: Sergej Ejzenštejn; produzione: Goskino; sceneggiatura: Nina Agadžanova-Šutko, Sergej Ejzenštejn; fotografia: Eduard Tissé; scenografia: Vasilij Rachal′s; musica: Edmund Meisel (Germania 1931, riedizione sonora curata da Phil Jutzi), Nikolaj Krjukov (URSS 1950, riedizione sonora curata da Grigorij Aleksandrov), Dmitrij Šostakovič (URSS 1976, riedizione sonora curata da Dmitrij Vasil′ev).

Il film si basa su un avvenimento storico realmente accaduto all'epoca della prima rivoluzione russa (1905): la rivolta dei marinai della corazzata Principe Potëmkin di Tauride ancorata nel Mar Nero. Il dramma è strutturato in cinque 'atti'. 1. Uomini e vermi: sulla nave regna il dispotico arbitrio degli ufficiali e i marinai si rifiutano di mangiare il boršč di carne putrefatta. 2. Il dramma nella baia di Tendra: per ristabilire l'ordine a bordo il comandante minaccia di fucilare alcuni uomini presi in ostaggio; il marinaio Vakulinčuk impedisce l'esecuzione, ma muore durante i disordini che si verificano quando l'equipaggio si sbarazza degli ufficiali. 3. Il morto invoca vendetta: gli abitanti di Odessa si radunano intorno alla tenda dove giace il corpo di Vakulničuk; le esequie si trasformano in un comizio di protesta contro l'assolutismo. 4. La scalinata di Odessa: i pescatori, a bordo delle loro barche, procurano vettovaglie ai rivoltosi; i civili, che accolgono i marinai sulla scalinata del porto, cadono vittime della feroce repressione cosacca. 5. L'incontro con la flotta zarista: per reprimere l'insurrezione della corazzata vengono inviate le navi della flotta del Mar Nero; ma i marinai delle unità navali e quelli della Potëmkin si rifiutano di sparare gli uni contro gli altri.

"Bronenosec Potëmkin ‒ come affermò lo stesso Sergej Ejzenštejn ‒ sembra un film di cronaca, ma colpisce come un dramma". Compimento della perfezione classica e dei principi di equilibrio preannunciati dal precedente Stačka, Bronenosec Potëmkin non ha racconto tradizionale né protagonisti dai connotati psicologici individuali: nelle situazioni operano 'eroi collettivi' che incarnano la forza della Rivoluzione (i marinai in rivolta), la Nazione/Popolazione pacifica (i solidali abitanti di Odessa) e il Regime dispotico (gli ufficiali, i soldati che puniscono la popolazione civile, la flotta zarista). Accuratamente selezionati, i 'tipi' (tanto gli attori quanto i non professionisti) raggiungono un livello di stilizzazione tale da rimandare immediatamente al loro referente sociale. Il montaggio delle immagini garantisce uno sviluppo intenso dell'azione, mostrata simultaneamente da più punti di vista, e conferisce allo spettacolo un ritmo musicale. I vari episodi in cui si suddivide il film rispettano l'unità di luogo, tempo e azione della vicenda, mentre all'interno di ogni 'atto' si compie il passaggio da una posizione a un'altra (dalla triste rassegnazione all'aperta difesa della dignità umana, dal rimpianto per la vittima alle manifestazioni di sdegno, dal panico prodotto dalla repressione alla protesta valorosa, fino ad arrivare al trionfo nel rifiuto dell'oppressione).

Il film non descrive soltanto il carattere democratico della rivoluzione del 1905, ma riflette le tendenze di pensiero di un momento storico (il 1925) in cui ‒ dopo la rivoluzione del 1917, l'inasprimento della guerra civile tra il 1918 e il 1920 e le privazioni del 'comunismo di guerra' degli anni 1920-1922 ‒ si attuò la 'nuova politica economica' e la società iniziò a nutrire speranze nella pace sociale. Sfidando i sospetti della censura (in molti paesi il film venne vietato o tagliato), Bronenosec Potëmkin non celebrava il colpo di stato bolscevico, ma riportava alla luce gli ideali di Libertà, Uguaglianza, Fratellanza. Il suo contenuto etico-sociale e la sua perfetta forma espressiva assicurarono al film un vasto successo di pubblico, un'accoglienza entusiasta da parte dei cineasti e della critica e lo statuto di capolavoro del cinema mondiale (appare immancabilmente negli elenchi dei dieci o venti migliori film mai realizzati).

L'estetica e la tecnica del film appartengono al culmine dell'avanguardia artistica novecentesca. Ejzenštejn fa dialogare le scoperte cinematografiche dei nuovi movimenti artistici e la tradizione classica. Nella 'sospensione analitica' delle riprese e nel 'montaggio sintetico' delle sequenze ritroviamo i principi del cubismo (il movimento del marinaio che, preso dalla collera, distrugge il piatto dell'ufficiale, scomposto in dodici inquadrature); la 'poesia delle macchine', propria del costruttivismo, è utilizzata come metafora (il crescendo dei motori della nave simboleggia le emozioni del 'cuore collettivo' dei marinai insorti); l'espressionismo, con le paure e i tormenti del Massenmensch, serve la visione realistica della sofferenza delle masse; mentre in alcune sequenze scioccanti Ejzenštejn arriva persino al surrealismo (la carne putrefatta vista come una sorta di 'paesaggio' della corruzione del paese). La struttura del film, diviso in cinque 'atti' ‒ dall'evento traumatico iniziale alla catarsi ‒ rimanda alla tragedia classica; Ejzenštejn ricorre inoltre a riferimenti biblici e motivi figurativi evangelici (la 'Pietà' nella celebre sequenza della madre che perde il figlio). Molte immagini del film sono entrate in un'ideale antologia cinematografica: il telone come lenzuolo funebre che ricopre i marinai presi in ostaggio; le nebbie che segnano l'inizio del 'pianto per Vakulinčuk'; la precipitosa discesa della carrozzina con il neonato lungo la scalinata di Odessa, massima espressione di innocenza e inconsapevolezza tra le vittime della repressione. La poetica del film e il suo significato teorico hanno svolto un ruolo importante nella formulazione del futuro linguaggio cinematografico; il film ha influenzato l'opera sia di cineasti (Dreyer, Buñuel, Hitchcock, Visconti, De Santis, Satyajit Ray, Godard), sia di artisti estranei al cinema (la musica di Šostakovič, la poesia di Brecht e di Neruda, la pittura di Francis Bacon).

Interpreti e personaggi: Aleksandr Antonov (marinaio Vakulinčuk), Vladimir Barskij (comandante Golikov), Grigorij Aleksandrov (ufficiale Giljarovskij), Aleksandr Levšin, Andrej Fajt, Marusov (ufficiali), Zavitok (medico di bordo Smirnov), Michail Gomorov (marinaio nel comizio), Ivan Bobrov (marinaio recluta), Konstantin Fel′dman (studente nel comizio), Julija Ejzenštejn (la donna con il porcellino), Aba Glauberman (bambino sulla scalinata), Prokopenko (madre di Aba), Beatrice Vitoldi (madre con la carrozzina), N. Poltavceva (insegnante in pensione), T. Suvorina (donna anziana sulla scalinata), Zerenin (studente sulla scalinata), marinai della flotta del Mar Nero, abitanti di Odessa.

Bibliografia

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M. Le Fanu, S. M. Eisenstein ou la rigueur de l'imagination, in "Positif", n. 340, juin 1989.

Sceneggiatura: La corazzata Potiomkin, a cura di L. Lanza, Milano-Roma 1954; in "L'avant-scène du cinéma", n. 11, janvier 1962; Sergei M. Eisenstein's 'Potemkin'. A Shot-by-shot Presentation, a cura di D. Mayer, New York 1972.

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