BUIE d'Istria

Enciclopedia Italiana (1930)

BUIE d'Istria (A. T., 24-25-26)

Elio Migliorini

Grosso comune della provincia di Pola (kmq. 78.44); nell'Istria pedemontana. Vi è diffusa specialmente la bachicoltura e la frutticoltura, e l'esportazione del vino raggiunge una media annua di 15 mila ettolitri. Il capoluogo, d'origine romana (Bullea), fu posseduto nel Medioevo dai conti di Weimar e dai patriarchi d'Aquileia; occupato nel 1412 dai Veneziani, conservò fieramente anche dopo la caduta della Repubblica i suoi caratteri d'italianità. (Ricordiamo che Donato Ragosa di Buie ebbe rapporti con Oberdan e si salvò dal patibolo riparando a Venezia). Monumenti interessanti sono la loggia veneziana, convertita in mercato del pane, e il duomo, del sec. XVI, sorto su un tempio romano.

Posta sulla strada che da Trieste conduce a Pisino per Capodistria (a 57.7 km. dalla prima e a 36.7 da quest'ultima città), Buie è congiunta a Trieste e a Parenzo mediante una tortuosa ferrovia a scartamento ridotto (0.76 m.), che fu aperta nel 1902. Essa è situata sulla cima d'un colle (dell'Eocene superiore), in modo che il suo alto campanile serve da faro diurno alle barche istriane ("spia dell'Istria"). Il porto più vicino è Umago. Il comune conta (1921) complessivamente 7375 abitanti. Buie ne conta 2657, e altri 3000 vivono in 17 piccoli centri (i maggiori sono: Momiano, 433 abitanti; Tribano, 335; Crassizza, 244).

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