BULBILLO

Enciclopedia Italiana (1930)

BULBILLO (o gemma-bulbillo) (fr. bulbille, caïeu; sp. bulbillo; ted. Zwiebelchen, Knospenzwiebel, Brutknospe; ingl. bulblet)

Carlo Avetta

Bulbi in miniatura, cioè piccole gemme, aeree o sotterranee, turgide, carnosette, ordinariamente nude, che non si sviluppano stando attaccate alla pianta, ma cadendo spontaneamente sul terreno, o sparpagliandosi in esso, se già vi si trovano, emettono radici avventizie e generano vegetativamente altrettanti nuovi individui identici a quelli da cui provengono.

1. Bulbilli sotterranei, in piccolo o grande numero nell'ascella delle squame del bulbo madre (Muscari, Ornithogalum).

2. Bulbilli aerei isolati nell'ascella delle foglie aeree ordinarie (Lilium bulbiferum, Dentaria bulbifera).

3. Bulbilli aerei, isolati, sviluppatisi al posto dei fiori (Ornithogalum viviparum, Hydrocharis morsus-ranae, diverse varietà vivipare di Allium).

4. Bulbilli aerei, sul lembo e più spesso sul margine delle foglie ordinarie (Felci vivipare, Bryophyllum calicinum, Cardamine amara), o all'estremità dell'ultima foglia basale (Allium magicum).

5. Bulbilli acquatici, di piante galleggianti (Hydrocharis, Utricularia, Stratiotes), chiamati anche "ibernacoli"; si staccano d'autunno e scendono in fondo all'acqua dove svernano, per risalire alla superficie in primavera, quando entrano in vegetazione.

Bibl.: J. B. Payer, Nouveau mode de développement des bulbilles, Parigi 1843; A. Terracciano, Contributo alla biologia della propagazione agamica nelle fanerogame, Palermo 1901.

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