BULLA

Enciclopedia Italiana (1930)

BULLA

Bartolomeo Nogara

. Qualunque oggetto di piccole dimensioni che avesse forma arrotondata e convessa (in genere capocchie di chiodi ornanentali) era detto in latino bulla, per la somiglianza con le bullae (bolle) che si formano alla superficie dell'acqua. In senso più ristretto si diceva bulla un astuccio di cuoio o di metallo di figura lenticolare, che si portava appeso al collo ed era formato da due placche concave e sovrapposte, aventi il diametro da 4 a 6 cm., le quali racchiudevano amuleti (praebia) ed erano tenute insieme dall'ansa stessa che faceva da morsa, oppure erano cucite o saldate per tutto il giro degli orli. Il tipo della bulla sembra derivato da una specie di conchiglia che non si trova nel Mediterraneo, e che perciò doveva arrivare nei nostri mari per vie commerciali; infatti piccole conchiglie, attraversate in margine da un foro per essere appese, compaiono più volte nelle collane di corredi funerarî dell'età del bronzo. Ma la bulla ebbe larga applicazione, come parte caratteristica dell'abbigliamento, specialmente nell'Etruria, tanto che tra i Romani era designata con l'appellativo di etruscum aurum. Secondo le fonti letterarie, essa era attributo proprio dei re e dei lucumoni; nelle tombe si trova già fino dal sec. VII a. C., e sui monumenti si vede applicata egualmente a uomini, donne, ragazzi e a divinità, qualche volta sola, come nelle statuette votive dei bambini, o più spesso a tre, a cinque e più, riunite con una catenella, ed usate come collane o come braccialetti.

Dagli Etruschi l'uso della bulla passò ai Romani, dove rimase fino al sec. IV dell'Impero come distintivo proprio dei giovinetti di condizione patrizia, esteso poi ai figli di senatori, di cavalieri e, dopo la seconda guerra punica, a tutti gli ingenui: i figli dei patrizî, dei senatori e dei cavalieri l'avevano d'oro, gli altri di cuoio. Essa si appendeva al collo del neonato come difesa contro il malocchio; era deposta insieme con la pretesta, ed offerta agli dei Lari, al diciassettesimo anno di età. Sembra che anche le giovinette, tra gli altri monili, portassero la bulla, che deponevano maritandosi. Tra gli adulti pare che fosse dapprima portata soltanto dai trionfatori, durante la pompa trionfale, come amuleto contro l'invidia. La bulla poteva essere d'oro, d'argento, di bronzo, di cuoio e di ambra. Bullae di ambra e di bronzo furono trovate nelle tombe più antiche; ma a cominciare dal sec. VII a. C. esse sono generalmente di metallo prezioso, per lo più di oro. Quanto alla forma, la bulla poteva essere rotonda, o a forma di cuore o di mezzaluna; liscia, o decorata di graffiti o rilievi. Le forme più comuni sono quelle rotonde e lisce, ma, specie nelle tombe etrusche, non mancano bullae con la parte anteriore decorata da una testa o da due o più figure a rilievo, racchiuse da ornati diversi a filigrana.

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