CAGLIARI

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)

CAGLIARI (VIII, p. 268; App. I, p. 330)

Osvaldo BALDACCI
Emilio LAVAGNINO

Dal 1921 lo sviluppo urbanistico di Cagliari è stato particolarmente intenso. A nord-est è sorto il rione di S. Benedetto, caratterizzato da edifici pubblici e da moderni palazzi. Ad oriente, sulle pendici del colle di Bonaria, va sviluppandosi un quartiere a villini. La città si è ampliata anche in direzione di S. Avendrace, specialmente con opifici, e lungo le falde sud-occidentali del colle di Buoncammino, abbellendosi con moderne strade (viale L. Merello, via Vittorio Veneto). In questa zona sorgono i grandiosi edifici della incipiente città universitaria (1939). Di pari passo il centro urbano si è sviluppato demograficamente (1921, ab. 61.758; 1931, ab. 78.112) con un forte ritmo percentuale (26,4%), che è andato però successivamente annullandosi (1936, ab. 78.632; 1944, ab. 78.987). Al 31 dicembre 1947 il comune contava 129.151 ab. residenti. La provincia contava alla stessa data, 637.046 ab. residenti in 152 comuni.

Cagliari, per la presenza nelle sue vicinanze dell'aeroporto di Elmas, come sede del comando F. A. Sardegna e come base di sommergibili, ecc., fu una delle prime città sottoposte ai bombardamenti aerei francesi, cui seguirono con crescente intensità quelli inglesi ed americani (dal febbraio al giugno 1943), che non lasciarono illesa nessuna zona cittadina. Si calcola che oltre il 75% dei fabbricati sia stato distrutto o reso inabitabile. Una fattiva opera di ricostruzione fa risorgere rapidamente Cagliari dalle sue rovine; attualmente (1948) fra gli edifici pubblici solo pochi attendono gli ultimi restauri, come il Palazzo delle poste, il Palazzo comunale e la stazione ferroviaria. Il rinnovamento edilizio è più intenso nei rioni maggiormente colpiti (Marina, Stampace), dove sono state apportate modifiche anche al piano regolatore. È inoltre in principio di attuazione un traforo che attraverserà la collina del Castello, unendo il rione di Stampace con quello di Villanova.

Il movimento commerciale ha ripreso assai presto nel porto quasi completamente restaurato. L'industria molitoria e quella del cemento si sono già particolarmente affermate, mentre le saline sono ritornate in piena produttività, ed anche l'industria enologica ricomincia ad alimentare un discreto traffico internazionale.

A Cagliari circa il settanta per cento degli edifici di carattere monumentale è stato colpito dai bombardamenti aerei. Distrutte dalle esplosioni sono state la chiesa del Carmine, quella di S. Caterina e l'altra di S. Domenico. In S. Agostino, un edificio cinquecentesco, è stata sfondata la cupola e si sono avute notevoli lesioni nelle volte e nei bracci, tuttavia è già stato possibile restaurare la volta e la cupola. Così nella chiesa di S. Eulalia, ove gran parte delle volte e dell'abside erano crollate, sono già stati eseguiti i restauri necessarî.

Molto danneggiata è anche la chiesa di S. Anna dove veniva squarciata la grande cupola, elemento dominante nel profilo stesso della città. Anche qui sono molto avanti i necessarî lavori di restauro. Altri lavori sono stati eseguiti nelle chiese di S. Giacomo, edificio di impianto quattrocentesco ma restaurato nel XIX secolo, e di S. Giuseppe le cui strutture restavano sconnesse e lesionate.

Nella chiesa del Rosario è stata riparata la facciata settecentesca; in quella di S. Michele sono state restaurate anche le pitture e ripresi gli stucchi della sagrestia, opera di Giacomo Altomonte (1720). Lo stesso dicasi per le belle volte aragonesi della chiesa di Monserrato. Un interessante progetto è stato studiato per conservare la superstite navata di destra della chiesa del Carmine che verrà smontata e quindi ricomposta con gli elementi originarî, ma con la funzione di portico prospiciente un giardino.

Tuttavia, da varî punti di vista, uno dei danni maggiori che dobbiamo lamentare a Cagliari è quello della chiesa di S. Saturnino, che è tra gli edifici più noti e più discussi del Medioevo italiano. A S. Saturnino sono crollati, con parte delle coperture, alcuni muri della navata mediana e del braccio di levante. Anche lì si lavora a reintegrare le strutture abbattute dalla guerra.

Danni notevoli a Cagliari sono anche quelli subìti dai bastioni di S. Remy, di S. Croce e del Balice; ma sono già state eseguite le necessarie opere di restauro.

TAG

Industria molitoria

Vittorio veneto

Sagrestia

Altomonte

Sardegna