CAIMI, Bernardino, beato

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 16 (1973)

CAIMI (de Chaimis, de Caymo), Bernardino, beato

Anna Morisi

Nacque nella prima metà del XV secolo da famiglia milanese; alcuni lo dicono fratello di quel Bartolomeo con il quale è stato talvolta confuso. Vestì l'abito francescano nell'osservanza milanese e divenne "magister theologiae" (si veda il breve dell'8 marzo del 1472, in Bullarium franciscanum, n.s., III, n. 156).

In alcuni documenti degli anni 1467 e 1474 egli risulta essere presente nel convento di S. Angelo in Milano (Archivum franciscanum historicum, VII[1914], p. 109; XIX [1926], p. 300), ma nel 1475 si trovava come guardiano a Lodi (documento, del 26 ottobre in Archivum franciscanum historicum, XLVI[1953], p. 270). Nell'anno 1477 moriva Giacomo d'Alessandria, guardiano del Monte Sion, e il 22 gennaio dell'anno successivo il C. veniva inviato in Terrasanta con la funzione di commissario con il compito di reggere quei luoghi e di provvedere all'elezione di un nuovo guardiano (cfr. G. Golubovich, Serie cronologica dei reverendissimi superiori di Terra Santa, Gerusalemme 1898, p. 32; S. Tosti, Descriptio codicum Franciscanorum bibliothecae Riccardianae Florentinae, in Archivum franciscanum historicum, XIV [1921], p. 246; A. Arce, Dos custodios de Tierra Santa desconocidos (1484-1490), in Archivum franciscanum historicum, LVII[1964], pp. 418 s.); il 10 aprile dello stesso anno fu eletto il p. Giovanni Tomacelli.

Di un secondo viaggio del C. in Terrasanta con gli stessi compiti della prima volta, viaggio che sarebbe avvenuto nel triennio 1487-1490, non restano testimonianze sicure (A. Tessier, I custodi diTerra Santa, in Misc.francescana, I [1886], p. 61; Golubovich, p. 34; Arce, pp. 422 s., 429); al ritorno, dicono i biografi, cominciò a vagheggiare la costruzione di un complesso di edifici che ricordassero i luoghi santi e che riuscirà più tardi a realizzare con il Sacro Monte di Varallo.

Divenuto guardiano di S. Angelo in Milano (cfr. lettera alla duchessa Bona del 1477 0 1479, in E. Motta, Il beato R. C. …, pp. 8 s.), fu nel 1481 coinvolto nelle questioni per la suddivisione dei proventi della predicazione della crociata, che insorsero tra il duca e il vicario generale dell'osservanza, Angelo Carletti da Chivasso, nunzio e commissario apostolico T. M. Sevesi, Beato Michele Carcano, in Arch. franciscanum historicum, XXXIII[1940], pp. 368 ss.). Questi in data 14 genn. 1482 nominò il C. insieme a Bartolomeo Porro coadiutore con facoltà di predicare la crociata e di scegliersi dei collaboratori (Sevesi, 1926). Il 14 febbraio del 1484 il C. riceveva dal pontefice l'ordine di consegnare al duca la somma raccolta da Ugo d'Asti e collocata presso varie persone (Bullarium franciscanum, n. 1817, e cfr. nn. 1807-09). Nel frattempo era stato eletto vicario per la provincia milanese e come tale otteneva l'8 luglio 1482 di poter fondare altri cinque conventi (Bullarium franciscanum, n. 1613).

Secondo il Wadding, seguito anche dagli altri biografi, nel 1483 il pontefice gli avrebbe affidato, una delicata missione presso Ferdinando di Spagna. Bernardino de' Busti, che ricorda il fatto raccontando un miracolo che avrebbe allietato il ritorno a Roma del confratello, dice che ciò avvenne mentre anche lui si trovava presso il pontefice per l'approvazione dell'Officiumconceptionis B. V. M.Orbene, l'approvazione avvenne da parte di Sisto IV nel 1480: si dovrebbe perciò anticipare a tale anno la legazione del C. (B. Busti, Mariale, Argentinae 1502, I, sermo 9, 3; e, per i prodigi dei quali già il C. era protagonista, cfr., anche, sermo 1, 4).

Il capitolo generale, celebrato alla Verna il 6 giugno 1484, inviava il C. come commissario nella provincia calabra, con il compito di sedare le discordie e di sopire gli scandali suscitati da Francesco da Filocastro. Il 21 dic. 1486 un breve di Innocenzo VIII lo autorizzava preventivamente ad accettare le donazioni che gli fossero fatte dagli abitanti della Valsesia: i lavori per la costruzione degli edifici del Sacro Monte cominciarono ben presto, ma solo il 14 apr. 1493, quando già erano stati condotti a termine il convento e tre cappelle con il romitorio del S. Sepolcro, Milanino Scarognino, promotore dell'iniziativa e protettore dei frati, introduceva ufficialmente e solennemente il C. in questi luoghi che gli venivano donati dalla comunità di Varallo. Nel frattempo il C. si adoperava in numerose attività: nell'agosto 1488 era guardiano a Lodi, il 29 maggio 1489 era eletto definitore, carica che gli fu confermata il 5 giugno 1491; nuovamente vicario provinciale nel 1490-92 e poi nel 1493 T. M. Sevesi, Le origini della prov. dei frati minori in Milano, in Studi francesc., III-VI[1916-20], p. 51), nel febbraio del 1490 da Lodi si recava a Pizzighettone per predicarvi la quaresima. Sebbene questa sua missione fosse stata causa di discordia tra la popolazione che gli preferì l'apostata Gaspare da Cremona, provocando anche le lagnanze del vicario generale dell'osservanza, Angelo da Chivasso, tuttavia nel marzo del 1491 il C. fondava in quella città un convento e si adoperava in seguito per inviarvi un predicatore. Il 4 marzo 1490 un breve di Innocenzo VIII affidava al C. la direzione spirituale delle monache di S. Maria del Monte di Varese, facendolo succedere al prevosto di Rho, Gasparino Porro, con il quale, in realtà, il C. divise la reggenza. Nel settembre 1491 era presente nel convento di Vigevano, nel gennaio del 1492 veniva chiamato alla corte ducale insieme a Bernardino da Feltre, l'11 ottobre dello stesso anno Alessandro VI gli ordinava di prendere la direzione del monastero di S. Chiara in Como, che nel 1498 sarà causa di non poche discordie con i conventuali (cfr. le due lettere a Ludovico Sforza del 4 e del 25 ottobre, in Motta, pp. 20-22). Il 22 apr. 1494 era presente al capitolo provinciale, celebrato in S. Angelo a Milano, come discreto di S. Maria delle Grazie a Vigevano e come definitore capitolare.

Le lettere del C. testimoniano la sua infaticabile attività non solo per le questioni riguardanti l'Ordine, ma anche in favore di quanti si rivolgevano a lui. Nel settembre del 1494 da Varallo scriveva a Ludovico Sforza pregandolo di accogliere benevolmente il luogotenente del podestà della Valsesia, che lo avrebbe informato dei danni inflitti alla popolazione locale da parte dei sudditi del ducato di Savoia. E i valsesiani, allorché il C. si accingeva a partire per l'Aquila per prender parte al capitolo generale, inviavano il 19 apr. 1495 una lettera al Moro perché interponesse i suoi buoni uffici presso il Sanson, ministro generale dell'Ordine, affinché il C. non venisse trasferito ad altra provincia.

Il Sanson, invece, lo inviò come commissario in Bosnia e in Croazia per metter pace tra i padri di quei paesi: nel 1496 il C. definì la vertenza stabilendo che i capitoli dei frati bosniaci e quelli dei croati venissero celebrati separatamente. Tornò poi a Varallo, dove morì in fama di santità; la popolazione lo venerò come beato.

Incerta è la data della morte: il Mazzuchelli e l'Argelati lo dicono morto il 9 febbr. 1496; la maggior parte dei biografi e dei cronisti dell'Ordine, sulla base dell'epigrafe tombale di Varallo, indicano la data del 9 febbr. 1499. Tuttavia, tenendo conto che la sua ultima lettera fu scritta il 12 ag. 1499, è necessario spostare, sia pure di poco, la data della sua morte oltre questo termine, che coincide anche con l'ultinia notizia sul personaggio.

Un nutrito manipolo di lettere del C., conservate la più parte all'Archivio di Stato di Milano (Sezione storica, Autografi eccles., cart. 6/3 a-b), è stato pubblicato dal Motta; ancora inediti sono i sermoni, dei quali si conserva un manoscritto nella Bibl. civ. di Como(ms.I.3.17). Si tratta di due raccolte: la prima comprende i sermoni secondo le festività dell'anno liturgico, la seconda è il Quadragesimale de articulis fidei, che presenta unatrattazione teologica sistematica degli argomenti. Incerta è la data di composizione e l'uso cui questi testi erano destinati (M. Longatti, Laudi jacoponiche in un codice della Biblioteca Comunale di Como, in Como, 1969, 3, pp.31-41; C. Piana, Il beato B. C. da Milano, in Arch. francisc. historicum, LXIV [1971] pp.303-336).

Fonti e Bibl.: Bullarium franciscanum, n.s., III, Ad Claras Aquas 1949, ad Indicem;L.Wadding, Annales Minorum, XIV, Ad Claras Aquas 1933, pp. 204, 405 s., 439; XV, pp. 56 s., 109, 144; Acta Sanctorum Februarii, II, Antverpiae 1658, pp. 276 s.; Bibl. Ap. Vat., Vat. lat.9263: G. M. Mazzuchelli, Gli Scritt. d'Italia, ff. 74v-75; F. Argelati, Bibliotheca scriptorum Mediolanensium, I, 2, Mediolani 1745, col. 258; E. Motta, Il beato B. C. fondatore del santuario di Varallo. Documenti e lettere inedite, Milano 1891; J. Sbaralea, Supplementum ad Scriptores Trium Ordinum, I, Romae 1908, p. 134; P. Galloni, Sacro Monte di Varallo. Atti di fondazione. B. C. fondatore, Varallo 1909; P. M. Sevesi, Storia del culto prestato ab immemorabili al beato B. C. …, Novara 1909 (recensito, insieme al volume del Galloni, da E. Motta, in Archivio storico lombardo, s. 4, XV [1911], pp. 164-167); Id., Il beato B. C. da Milano predicatore della crociata, in Archivum franciscanum historicum, XIX (1926), pp. 297-300; Id., Le origini del monastero ambrosiano di S. Maria sopra il Monte di Varese e il beato B. C. da Milano, in Studi francescani, XIV(1928), pp. 389-449; A. M. Salsa, Biogr. del b. B. C., Varallo Sesia 1928: Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclès., VIII, col.787 (sub voce Bernardin de Chaimis); Bibliotheca Sanctorum, III, col.644.

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