CAISSOTTI DI CHIUSANO, Carlo Francesco Giacinto

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 16 (1973)

CAISSOTTI DI CHIUSANO, Carlo Francesco Giacinto

Isabella Ricci Massabò

Primogenito del conte Filippo Felice Vittorio e di Anna Francesca del conte Amedeo Valperga di Masino, nacque a Torino il 10 novembre 1754.

Avviato, com'era tradizione familiare, alla carriera militare, l'8 ott. 1769, a soli 15 anni, ottenne una "piazza" l'ufficiale nel reggimento d'Asti, di cui era colonnello lo zio Giuseppe Damiano conte di Priocca; il 1º sett. 1775 fu nominato luogotenente ordinario. Morto il padre, fu investito il 17 luglio 1790 di Chiusano e Pontedassio con titolo comitale, e il 19 febbraio dell'anno 1791 ricevette la signoria di Pocapaglia dallo zio vescovo d'Asti, titolo confermato con investitura regia il 28 luglio 1792. Proseguendo frattanto la carriera militare, il 2 apr. 1792 ebbe la carica di maggiore, quindi il 19 marzo 1793 quella di maggiore nel reggimento granatieri; promosso l'8 apr. 1794 luogotenente colonnello nel reggimento di Vercelli, fu dal duca di Monferrato posto al comando del III battaglione granatieri, dal quale passò, poi, al 2º reggimento granatieri col grado di colonnello, come risulta dalla patente 16 marzo 1796. Non fu dato al C. di assurgere a più elevate cariche militari a causa degli eventi politici nei quali fu coinvolto. Il 18 nov. 1796 con la riduzione delle forze militari avvenuta dopo la tregua di Cherasco, il C. fu posto in aspettativa "col solo grado e con la relativa divisa" di colonnello di fanteria. Sopravvenuta l'occupazione francese, invitato dal generale Grouchy a propagandare il nuovo regime, scrisse Voto politico delconte Carlo Caissotti di Chiusano (Torino 1799).

In esso il C. addita come soluzione "unica vantaggiosa ed onorevole" l'unione del Piemonte alla Francia, quale dipartimento di essa. Questo scritto all'atto dell'effimera restaurazione austro-russa (22 giugno 1799) fu causa dell'accusa di giacobinismo e della conseguente sentenza del Consiglio supremo presieduto dal conte Thaon di Sant'Andrea: con il rescritto datato 8 dic. 1799 il C. veniva "radiato dall'esercito e veniva a lui inibito l'uso della divisa". La sentenza fu mantenuta nonostante una Memoria giustificativa inviata al re con la quale il C. ricordava la sua partecipazione alla presa di Cuneo (3 dic. 1799) combattendo con gli Austro-Russi contro i Francesi e giustificava il suo scritto democratico con la necessità di sottrarsi ad arbitrarie imposizioni fiscali.

La vittoria di Napoleone a Marengo segnò il ritorno del dominio francese in Piemonte e con esso un rapido assurgere del C. a notevoli incarichi militari ed amministrativi. Egli, che era entrato quale semplice milite nella guardia nazionale, in pochi mesi ne divenne capo battaglione (22 sett. 1800) e quindi con il grado di colonnello, restituitogli dal governo francese, fu promosso capo dell'intero corpo. Nel 1801, celebrando il nuovo regime, il C. diede alle stampe L'Aurora della Libertà, ovvero lo scioglimento del Consiglio Supremo, dedicata all'inclito Bonaparte (Torino 1801), commedia di carattere repubblicano con spunti autobiografici, intessuta di motivi polemici nei confronti delle recenti vicende della luogotenenza del conte Thaon di Sant'Andrea. Dall'amministratore del Piemonte, generale J. B. Jourdan, il C. fu poi inviato a Cuneo per istituirvi la Mairie e il 28 luglio 1801 assunse la carica di maire tenendola fino al 24 dic. 1803. Frattanto il 14 vendemmiaio anno XII (7 ott. 1803) era stato eletto membro del Corpo legislativo a Parigi; dopo quattro anni, scaduto il mandato, rinunziò a nuovi incarichi amministrativi conservando la posizione di membro della Legion d'onore. Essendo stata costituita a Cuneo una guardia donore a cavallo in occasione della visita che Napoleone avrebbe dovuto fare alla città, il C. nell'aprile 1805, col grado di colonnello, ne assunse il comando. Il suo sonetto La guardia d'onore del dipartimento della Stura (Cuneo 1807) ne celebra la gloria. In seguito lo stesso Napoleone, giunto a Torino, gli fece offerta di impieghi militari e lo stesso giorno lo, nominò colonnello di cavalleria. Non gli fu però mai assegnato un reggimento; fu invece chiamato prima al comando militare del dipartimento della Stura, poi a quello del dipartimento della Sesia, infine a quello della seconda subdivisione militare. Il 15 ott. 1809 gli fu conferito il cavalierato dell'Impero. Il 12 nov. 1812 chiese all'amministrazione francese di essere collocato in pensione.

Dopo la Restaurazione non v'è traccia di cariche pubbliche a lui affidate. Partecipe della vita culturale del tempo, il C. fu membro della Società di agricoltura, scienze ed arti di Cuneo e diede alle stampe numerose poesie e commedie: tra le altre l'Anacreontica estemporanea (Cuneo 1820) e Morte di Claudio prologo all'Ottavia di V. Alfieri (Pisa 1830): nell'introduzione di quest'ultima, povera di sostanza ideologica, piace al C. ricordare il legame di amicizia che in età giovanile lo unì all'Alfieri.

Bibliofilo d'eccezione, il C. raccolse una biblioteca di 6776 volumi, che primeggiò tra le librerie piemontesi dell'epoca, e fece uso di molti ex libris, uno deiquali inciso dallo Stagnon. Per disposizione testamentaria, nel 1833 vennero consegnati all'Accademia delle scienze "i libri proibiti dal Sacro Collegio di Roma e giudicati tali all'occasione della redazione dell'inventario" steso sotto la vigilanza del notaio Francesco Porta nel 1832.

Morì a Torino il 22 nov. 1831.

Fonti e Bibl.: Chiusano, Arch. Caissotti di Chiusano, Mem. di C. G. C.;Arch. di Stato di Torino, Sez. Cam., Patenti Controllo Finanze, reg. 94, f. 110; reg. 99, f. 37; Investiture, art. 746/7;Ibid., sez. IV, Miscellanea, mazzo 11, f. 1336; Assenti Ufficiali, regg. 38, 39;Ibid., sez. II, Insinuazioni, 1831, libro X, vol. 4, c. 1636; 1831, libro XI, vol. 3, c. 1443; 1832, libro II, vol. 3, c. 2558; 1833, libro I, vol. 1, c. 513; 1833, libro I, vol. 3, c. 1089;Torino, Accademia delle Scienze, Carteggi, 19183, 19184; Torino, Bibl. reale, Miscellanea, 114, 97;Torino, Bibl. naz., A. Manno, Il patriziato subalpino (datt.), III, 1, pp. 123 s.; P. Rossi, Annuaire statistique du départ. de la Stura, Cuneo 1806, p. 111; Museo Caissotti ovvero catalogo degli oggetti preziosi in bronzi, marmi, Torino 1834;T. Vallauri, Storia della poesia in Piemonte, II, Torino 1841, p. 338; F. Gabotto, Storia di Cuneo, Cuneo 1898, p. 263;A. Bertarelli-D. H.Prior, Gli ex libris italiani, Milano 1902, pp. 127-129;A. Manno, Bibliografia stor. degli stati della monarchia di Savoia, Torino 1902, ad Indicem;C. Fresia, Cuneo dei tempi andati, Cuneo 1927, pp. 65 s.;G. Roberti, L'assedio di Cuneo del 1799…, Torino s.d., p. 24.

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