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Gioco, in cui due squadre si contendono il pallone cercando di farlo entrare nella porta avversaria. Nato in Inghilterra nel 19° sec. (football), si è diffuso in pochi decenni, divenendo nel corso del 20° sec. lo sport più popolare nel mondo. Le squadre sono formate da 11 giocatori ciascuna, ma soprattutto a livello amatoriale è diffuso anche il c. giocato da squadre di 5-6 (➔ calcetto) o 8 giocatori (calciotto), su campi di dimensioni ridotte.

Il campo

fig.

Le gare si disputano all’aperto su un campo di forma rettangolare (v. fig.) della larghezza minima di 45 m (massima di 90 m) e della lunghezza minima di 90 m (massima di 120 m). Per le gare internazionali la larghezza minima del campo deve essere di 64 m (massima di 75 m), la lunghezza minima di 100 m (massima di 110 m). Le linee che delimitano il rettangolo di gioco sono chiamate linee di fondo (o linee di porta), quelle dei lati minori, e linee laterali quelle dei lati maggiori. A ciascun vertice del rettangolo è piantata un’asta con una bandierina. A metà campo, parallelamente alle linee di fondo, è tracciata la linea centrale del campo, il cui centro coincide con il centro di un cerchio, di raggio di 9,15 m, detto cerchio del centrocampo. Lungo le linee di fondo sono collocate le porte, formate da due pali verticali distanti fra loro 7,32 m e riuniti da una sbarra trasversale (traversa) posta a 2,44 m da terra; la porta è chiusa dietro e lateralmente da una rete che ha lo scopo di trattenere il pallone, eliminando possibili dubbi su un’avvenuta segnatura. Davanti a ciascuna porta è delimitata una zona, detta area di porta. Alla distanza di 16,50 m da ciascun palo sono tracciate due linee perpendicolari a quella di fondo e della lunghezza pure di m 16,50, congiunte da un’altra linea parallela al fondo campo: lo spazio così delimitato si chiama area di rigore.

Le regole

Tempi di gioco

Ogni partita ha la durata di 90 minuti ed è divisa in 2 tempi di 45 minuti ciascuno, con un intervallo che non può superare i 15 minuti. All’inizio si procede a un sorteggio, la squadra vincitrice del quale sceglie una metà campo, mentre l’altra batte il calcio d’inizio dal centrocampo. Una rete (o gol, o marcatura) si intende segnata quando la palla abbia superato interamente la linea di porta. La squadra che l’ha subita ridà avvio al gioco, battendo un nuovo calcio d’inizio. Finito il primo tempo, dopo l’intervallo, le squadre si scambiano la metà campo e il calcio d’inizio del secondo tempo è dato dalla squadra che non l’aveva battuto nel primo.

Nel caso di un risultato di parità, se il regolamento della competizione richiede che sia comunque stabilito un vincitore, si effettuano 2 tempi supplementari di 15 minuti ciascuno e, se permane il pareggio, si procede all’effettuazione di calci di rigore, alternando il battitore di turno dell’una e dell’altra squadra. Se dopo 5 calci di rigore sussiste ancora la parità, si procede a oltranza finché non si verifica che una delle compagini sbagli il proprio calcio di rigore e l’altra lo realizzi.

I giocatori possono colpire o toccare la palla con qualsiasi parte del corpo, esclusi gli arti superiori, a eccezione del portiere che può fare uso delle mani ma solo entro la propria area di rigore e comunque non in seguito a un passaggio volontario di un compagno. Nel corso della partita, sono ammesse sostituzioni di giocatori, in numero e modalità differenti a seconda delle categorie e delle competizioni (in tutte quelle ufficiali non più di 3).

Arbitraggio

Le partite sono dirette da un arbitro, specificamente designato per ciascuna partita, che ha il compito di far rispettare il regolamento sia sul piano tecnico sia su quello disciplinare; il suo giudizio è insindacabile; nella sua opera è coadiuvato da due guardalinee, che seguono la partita dai bordi del campo, e da un quarto componente dell’équipe arbitrale, che, in prossimità del terreno di gioco, segue in particolare gli eventi relativi alle sostituzioni, al comportamento dei giocatori, allenatori e dirigenti seduti in panchina e al tempo di gara. Un commissario di gara, infine, ha il compito di stendere una relazione, destinata agli organi federali competenti.

Punizioni e sanzioni

Per una serie di falli e scorrettezze, per es. sgambetti, spinte, trattenute, atterramenti ecc. l’arbitro concede contro la squadra che ha commesso l’irregolarità un c. di punizione, che può essere diretto, indirizzato direttamente verso la porta avversaria, o indiretto, che richiede che la palla sia toccata anche da un altro giocatore, oltre al battitore, perché un eventuale gol sia valido. Un gol segnato in violazione di una qualsiasi regola sarà annullato e verrà accordato un calcio di punizione in favore dell’altra squadra.

Le infrazioni compiute entro la propria area di rigore sono punibili con il c. di rigore, tirato a gioco fermo da un dischetto posto all’interno dell’area di rigore, a 11 m di distanza dalla linea della porta. Al momento della battuta possono sostare nell’area solo il portiere (che non può spostarsi dalla linea di porta fino a che la palla non sia stata calciata) e il battitore (che non può essere disturbato o controllato da nessuno).

Oltre alla sanzione tecnica l’arbitro può infliggere sanzioni disciplinari, che variano a seconda della gravità dell’irregolarità commessa: l’ammonizione, notificata con l’esibizione di un cartellino giallo al giocatore interessato, è un richiamo ufficiale al rispetto delle regole del gioco e un invito a non reiterare quel tipo di comportamento; le violazioni più gravi comportano invece l’espulsione (notificata con l’esibizione di un cartellino rosso), che implica l’allontanamento definitivo del giocatore interessato dal terreno di gioco. Anche una seconda ammonizione comporta automaticamente l’espulsione.

Falli laterali e corner

Quando la palla supera una linea laterale (fallo laterale), si accorda la rimessa in gioco che viene effettuata, con le mani, da un avversario di chi ha toccato per ultimo la palla. Se la palla supera la linea di fondo (fallo di fondo), dopo essere stata colpita da un attaccante sarà rimessa in gioco, con un calcio di rinvio, da un giocatore dell’altra squadra; se invece è stato un difensore a mandare la palla oltre la propria linea di fondo, gli avversari beneficeranno di un calcio d’angolo.

L’organizzazione

In Italia il c., giunto dopo il 1890, fu praticato inizialmente da squadre di studenti e per svago. Il primo campionato nazionale fu disputato nel maggio del 1898, durò soltanto un giorno e fu vinto dalla squadra del Genoa.

L’organismo competente sull’attività calcistica in Italia è la FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio), parte integrante della federazione europea (UEFA, Union of European Football Associations) e di quella mondiale (FIFA, Fédération Internationale Football Associations).

I campionati nazionali sono in larga prevalenza suddivisi in 2 gironi (di andata e ritorno) secondo un calendario per cui ogni squadra incontra due volte ciascuna avversaria, in casa e fuori casa. Esistono però campionati con formule diverse (per es. girone finale tra le squadre meglio classificate) o nei quali, per l’esiguità del numero di squadre, i gironi sono più di due e ogni squadra affronta ciascuna delle altre tre o più volte. La classifica, redatta in base ai risultati, prevede l’assegnazione di tre punti per ogni vittoria, un punto per il pareggio e zero per la sconfitta.

Oltre ai campionati nazionali esistono diversi tornei per squadre di club a livello continentale: i più importanti sono quelli europei (soprattutto Champions League e Coppa UEFA) e sudamericani (principalmente Coppa Libertadores), che con formule analoghe mettono di fronte le formazioni migliori, di prima e seconda fascia, delle singole nazioni, selezionate sulla base dei risultati delle stagioni precedenti e sul peso tecnico-politico delle rispettive federazioni.

Coppa del mondo

Le selezioni dei migliori giocatori appartenenti alle diverse nazioni danno luogo a gare internazionali a vari livelli. La nazionale italiana ha sostenuto il primo incontro internazionale il 15 maggio 1910 contro la Francia, vincendo per 6 a 2. Nel 1936 ha vinto a Berlino la medaglia d’oro nei Giochi olimpici. La massima competizione calcistica mondiale è considerata però la Coppa del mondo o Campionato del mondo, la cui fase finale cade ogni quattro anni; disputatasi nel 1930, 1934, 1938, poi interrotta a causa della guerra, è stata ripresa nel 1950. Gli azzurri l’hanno vinta quattro volte: nel 1934 a Roma, nel 1938 a Parigi, nel 1982 a Madrid e nel 2006 a Berlino.

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