CALEFAZIONE

Enciclopedia Italiana (1930)

CALEFAZIONE

Tommaso Collodi

. Si dice anche fenomeno di Leidenfrost. Se, sopra una lastra metallica fortememe riscaldata, si fanno cadere alcune gocce di acqua, si constata che esse si riuniscono in un ammasso di forma globulare appiattita, che scorre rapidamente qua e là sulla lastra arroventata, senza peraltro entrare in ebollizione, anzi evaporando assai lentamente. Questo fenomeno prende il nome di calefazione e si suol dire che il liquido che vi prende parte assume lo stato sferoidale. Tutti i liquidi possono assumere lo stato sferoidale, purché la lastra metallica abbia una temperatura molto superiore al punto di ebollizione del liquido. Se la lastra metallica viene gradatamente raffreddata, ad un certo punto il fenomeno della calefazione cessa bruscamente, e il liquido entra violentemente in ebollizione. Il fenomeno della calefazione è stato studiato, oltre che dal Leidenfrost, dal Boutigny, dal Faraday, dal Poggendorff e da altri. Il Boutigny ha dimostrato che il liquido, nello stato sferoidale, non tocca la lastra rovente, e si mantiene costantemente a una temperatura inferiore al proprio punto di ebollizione (l'acqua, a 95°,5, l'alcool a 75°, ecc.). La spiegazione del fenomeno di Leidenfrost è molto semplice: si suppone che la goccia liquida sia tenuta sollevata sopra il metallo riscaldato, dal vapore che si produce continuamente alla sua superficie: questo inviluppo gassoso, cattivo conduttore del calore, isola termicamente la goccia liquida dal metallo sottostante, e fa sì che la evaporazione proceda con relativa lentezza; inoltre, il vapore che si sviluppa irregolarmente sulla superficie inferiore della goccia, spinge qua e là la goccia stessa, e dà luogo al suo curioso e caratteristico movimento di va e vieni. Naturalmente, se la temperatura della lastra si abbassa, lo strato di vapore diviene ben presto incapace a mantenere sollevata la goccia liquida; questa allora prende contatto con la lastra, ed entra immediatamente in ebollizione.

Alla calefazione è talora imputabile lo scoppio di caldaie a vapore: se la caldaia, per essere rimasta in secco, si è arroventata, la introduzione dell'acqua dà luogo infatti al fenomeno di Leidenfrost e successivamente a una produzione di vapore eccezionalmente abbondante e repentina.

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