CAMERUN

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1991)

CAMERUN

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Giampaolo Calchi Novati

(VIII, p. 635; App. II, I, p. 490; III, I, p. 295; IV, I, p. 342)

Alla data dell'ultimo censimento (giugno 1976) la popolazione del C. ammontava a 7.663.246 ab.; stime più recenti (1988) effettuate dagli organismi internazionali la valutano in 11,2 milioni. Secondo queste cifre l'incremento medio annuo (nell'intervallo 1965-80) è risultato del 2,7%, salito però al 3,4% nel corso degli anni Ottanta.

La capitale Yaoundé nel 1986 contava 653.700 ab., mentre Douala, il maggiore centro economico del paese, 853.000 ab.; gli altri centri non toccano i 100.000 abitanti.

Le condizioni sociali della popolazione sono ancora di pesante arretratezza, anche se − rispetto a un decennio fa − il C. ha mostrato una sensibile vitalità e ha realizzato buoni progressi. L'analfabetismo interessa ancora il 40% della popolazione; esistono 23.000 posti-letto ospedalieri e nel paese opera un medico ogni 13.500 abitanti. La speranza di vita alla nascita è di 54 anni per i maschi e di 58 per le femmine. Secondo le stime della Banca Mondiale il reddito pro capite ammonta (1988) a 1010 dollari.

Il quadro economico del C. è in costante evoluzione. Nel corso degli anni Ottanta il concomitante apporto del petrolio e del settore agricolo ha consentito al paese il raggiungimento di uno dei più elevati tassi di sviluppo di tutto il continente africano (in termini reali il reddito pro capite è aumentato del 3,6% annuo nell'intervallo 1965-85; fra il 1980 e il 1985 il PIL è aumentato dell'8,6%, un incremento fra i più alti del mondo). La politica di diversificazione delle colture agricole ha dato i suoi frutti, anche se permangono gravi i problemi del settore (ospita il 62% della popolazione attiva e contribuisce solo con il 21% alla formazione del reddito complessivo). Per questa ragione anche per gli anni Novanta, nei piani di sviluppo, all'agricoltura è stato attribuito un interesse prioritario e sono previsti ingenti finanziamenti per rafforzare l'autosufficienza alimentare e per proseguire nella razionalizzazione delle colture destinate all'esportazione.

Nonostante i buoni progressi in agricoltura, il settore ha subito danni ingenti dalla persistente siccità dei primi anni Ottanta. Fra le colture destinate all'esportazione, cacao (1,2 milioni di q) e caffè (0,8 milioni di q) rivestono sempre la maggiore importanza, contribuendo con più del 50% alle entrate valutarie. Altre produzioni riguardano le banane (670.000 q), le arachidi (1,4 milioni di q), la palma e la canna da zucchero. Al consumo locale sono invece destinati il mais (4,3 milioni di q), il miglio (4 milioni di q), la manioca, il riso, ecc. Notevole importanza hanno l'allevamento (4,4 milioni di bovini, 5,8 milioni fra ovini e caprini, 1,2 milioni di suini) e la pesca. Il patrimonio forestale (il 52% della superficie del paese) è ancora scarsamente sfruttato.

Dal sottosuolo si estraggono petrolio (Rio del Rey), cassiterite e modeste quantità di oro, argento e titanio. In prospettiva è prevista la messa a coltura dei giacimenti di ferro (Kribi) e, soprattutto, di bauxite (Minim-Martrap). La caduta del prezzo degli idrocarburi sui mercati internazionali ha indotto i responsabili dell'economia a far interrompere la ricerca di nuovi giacimenti.

Il settore industriale è ancora scarsamente attrezzato. Sono in funzione un impianto per la produzione di alluminio (con minerali guineani) localizzato a Edéa, e una raffineria di petrolio (a Limba, ex Victoria) la cui capacità produttiva è attestata su 2 milioni di t l'anno. Altre attività riguardano essenzialmente la trasformazione dei prodotti dell'agricoltura. Consistente l'indebitamento del paese, anche se − espresso in rapporto al reddito prodotto − è fra i meno gravi dei paesi africani

Storia. - Per circa vent'anni la vita politica del C. è stata dominata dalla forte personalità di A. Ahidjo, il leader musulmano del Nord scelto dalla Francia per gestire la decolonizzazione in senso conservatore. Sia pure usando mezzi autoritari, Ahidjo riuscì a sconfiggere l'insurrezione radicaleggiante dell'Union des populations camerounaises e a saldare in un'unità abbastanza resistente, nonostante le differenze etniche, linguistiche e religiose, l'ex C. francese e la parte dell'ex C. inglese che non optò di fondersi con la Nigeria.

Nel 1980 Ahidjo fu rieletto all'unanimità presidente per altri cinque anni, ma due anni dopo, nel novembre 1982, senza una giustificazione ufficiale, decise di dimettersi a favore del suo delfino, P. Biya, un cristiano bilingue originario del Sud, che dal giugno del 1975 occupava il posto di primo ministro.

Ahidjo non uscì del tutto dalla scena perché conservò la presidenza del partito di governo, l'Union Nationale Camerounaise (UNC). La convivenza fra Ahidjo e Biya però fu di breve durata. Era evidente che Biya voleva emanciparsi da una tutela che impacciava la sua libertà d'azione e che riversava su di lui le critiche che si era meritato Ahidjo. Sembrava che Biya volesse una sincera liberalizzazione della politica, assecondando gli stimoli che venivano da una delle società africane più sviluppate, ma ben presto la lotta politica degenerò in uno scontro di gravità inaudita. Il primo strappo fu un tentativo di colpo di stato (agosto 1983) che fornì a Biya lo spunto per ottenere che Ahidjo lasciasse anche la presidenza dell'UNC.

Il 14 gennaio 1984 Biya fu rieletto presidente e pochi giorni dopo fu approvato dall'Assemblea nazionale un emendamento costituzionale che ripristinava la denominazione originale di Repubblica del C. facendo cadere l'aggettivo "unita". Per il complotto del 1983 Biya fu conciliante, commutando in carcere a vita le condanne a morte contro i responsabili, fra cui lo stesso Ahidjo, autoesiliatosi in Francia. Nell'aprile 1984 ci fu la sollevazione di un reparto delle forze armate che mise in serio pericolo il governo. La repressione questa volta fu durissima. Dall'esilio Ahidjo negò di essere coinvolto; qualche sospetto fu avanzato su una possibile complicità della Francia. Il recupero del consenso da parte di Biya fu avviato nel marzo 1985 con il Congresso del partito, che assunse la nuova denominazione di Rassemblement démocratique du peuple camerounais. Dopo le elezioni amministrative dell'ottobre 1987, si tennero, nell'aprile 1988, quelle per il Parlamento e la Presidenza. Nel dicembre 1990 il Parlamento ha varato una serie di riforme volte a rendere effettiva la libertà politica e di associazione, garantita dalla Costituzione ma nei fatti disattesa.

Forte di un'agricoltura molto ricca e diversificata, di discrete riserve di petrolio, di una borghesia dotata di iniziativa e imprenditorialità, il C. ha un'economia relativamente prospera anche se caratterizzata da notevoli diseguaglianze a livello sociale. Biya è impegnato in una politica di correzione e di riequilibrio, ma i suoi sforzi sono stati frustrati dalla crisi economica seguita al crollo sul mercato mondiale dei prezzi del petrolio e delle principali materie agricole esportate dal Camerun. Il 21 agosto 1986 il paese è stato colpito da un'insolita calamità naturale per l'eruzione di una nube tossica dalle acque del lago Nyos, che ha provocato centinaia di vittime.

Teoricamente bilingue, il C. ha fatto parte del sistema coloniale della Francia e nel 1989 ha aderito al vertice francofono. Pur militando nel campo conservatore, pratica un accorto dosaggio per non esporsi troppo alle obiezioni degli oppositori interni. Nell'agosto 1986 il governo ha deciso di ristabilire le relazioni diplomatiche con Israele: passo particolarmente delicato e controverso perché il C. ha una popolazione in maggioranza musulmana e aderisce alla Conferenza islamica.

Bibl.: J.-F. Bayart, L'Etat au Cameroun, Parigi 1979; Woungby-Massaga, Où va le Kameroun?, ivi 1984; Cameroun, an AED Special Report, Londra 1985; E. Kengne Pokam, La problématique de l'Etat national au Cameroun, Parigi 1986.

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