CANADA

Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)

CANADA (VIII, p. 623)

Ugo FISCHETTI
Alberto BALDINI
Anna Maria RATTI
Silvio POZZANI

Popolazione (p. 630). - La populazione del dominion al censimento 1931 è risultata di 10.376.786 ab., con un aumento di 1.588.303 individui rispetto al precedente del 1921. Tutte le provincie avvertono aumento di popolazione tranne due delle tre provincie marittime (Isola Principe Edoardo, che da 88.615 individui scende a 88.038; Nuova Scozia da 523.837 a 512.846); i due Territori continuano a mantenere i valori più bassi assoluti, in leggiero aumento quello dello Yukon (da 4157 a 4230), un poco più accentuato quello del NO. (da 7988 a 9723). La densità si mantiene bassissima (i per kmq), con i valori più alti nelle provincie marittime e i più bassi nelle provincie della prateria e dell'ovest (Manitoba, Alberta 1,1 ab. per kmq., Columbia Britannica 0,7): spopolatissimi, per ovvie ragioni geografiche ed economiche, i due Territorî.

Nei riguardi delle nazionalità il censimento del 1931 dava le seguenti percentuali: 51,1% Inglesi e Americani; 28,2% Francesi; 20,7% altre nazionalità, rappresentate specialmente da Tedeschi (4,5%), Polacchi, Ucraini (3,5%), Scandinavi (2,1%), Ebrei (1,5%), Olandesi (1,4%), aborigeni (1,2%), Italiani (0,9%). Rispetto al censimento del 1921 si nota una sensibile diminuzione dell'elemento anglo-americano, diminuzione che si avverte anche per i computi precedenti (57,8% nel 1871; 56,8% nel 1901; 55,0% nel 1921). L'elemento francese presenta oscillazioni non molto notevoli (29,8% nel 1871; 30,8% nel 1901; 27,9% nel 1921; 28,2% nel 1931). In continuo aumento è l'elemento italiano (da 0,02% nel 1871 a 0,80% nel 1921, a 0,9% nel 1931), quantunque l'immigrazione italiana sia stata sempre modesta, soprattutto se paragonata con l'afflusso immigratorio nella vicina Confederazione. L'elemento asiatico è in aumento: 22.000 nel 1901, 55.000 nel 1921, 70.000 nel 1931, concentrato quasi esclusivamente nella sezione occidentale del Canada (Columbia Britannica), specialmente nelle grandi città.

Tra i due censimenti del 1921 e del 1931 si nota un aumento accentuato dei cattolici, che salgono da 3.389.636 individui a 4.285.388; aumento molto minore è avvertito dai protestanti (4.725.778 e 4.964.115 rispettivamente nel 1921 e nel 1931); in forte diminuzione ortodossi e israeliti.

L'aumento della popolazione nell'ultimo qumquennio (1931-1935) si è mantenuto superiore all'1% ma tende a diminuire costantemente. Tale diminuzione è causata anche dalla restrizione progressiva della corrente immigratoria: prima della guerra mondiale furono 384.878 gl'individui entrati nel dominion; il ritmo riprende dopo il 1923 mantenendosi fra i 140-160.000 individui di media all'anno nel periodo 1926-1930, per poi ridiscendere a 12.476 nel 1934 e a 11.277 nel 1935. La partecipazione italiana si fa sempre più modesta: fu del 6,4% nel 1913-14; 2,3% nel 1926-1927; 0,4% nel 1931; 0,2% negli ultimi anni. Accanto alla diminuita immigrazione sta anche la costante diminuzione del tasso di eccedenza delle nascite sulle morti: esso era del 16,2‰ nel periodo 1921-1925; scende al 13‰ negli anni 1926-1930; all'11,7‰ nel periodo 1931-1935. Tale tasso, pur mantenendosi molto più elevato di quello dei vicini Stati Uniti (10,7‰, 7,9‰, 6,3‰ rispettivamente), è di gran lunga inferiore a quello delle repubbliche centro-americane. Nell'ambito imperiale il Canada supera peraltro largamente la madrepatria, l'Australia, la Nuova Zelanda, ma viene oltrepassato dall'Unione Sudafricana.

L'urbanesimo continua ad essere una delle caratteristiche fondamentali demografiche del Canada: sette città superano i 100.000 abitanti, per un totale di 2.328.175 individui, pari al 22° della popolazione complessiva dello stato. I valori massimi assoluti sono quelli di Montreal (818.577 ab. nel 1931) e di Toronto (631.207); tutte le città avvertono aumenti cospicui, soprattutto Vancouver, che raddoppia addirittura la sua popolazione (da 117.000 ab. nel 1921 a 246.593 nel 1931). Stazionarie rimangono invece le città delle provincie marittime, come nel caso di St John e Halifax.

Condizioni economiche: Agricoltura e allevamento (p. 636). - Le ultime statistiche agrarie dànno una superficie coltivata di 22-23 milioni di ettari pari al 2,5% della superficie totale, escluse le acque. Le maggiori aree sono destinate al grano, la cui superficie coltivata sale da 40.246 kmq. nel periodo 1909-1913, a 96.820 nel 1926-1930, a 103.137 negli anni 1931-1935. La produzione sale da 53,6 milioni di quintali a 118,6 nel 1926-30 per scendere a 83,2% negli ultimi anni. Si nota quindi una diminuzione costante della produzione relativa, che da 13,3 quintali per ettaro nel 1909-1913 cala a 12,2 negli anni 1926-1930 e a 8,3 nel periodo 1931-1936. La granicoltura canadese accentua, dunque, il suo carattere estensivo, concentrata com'è nelle provincie della prateria, a densità demografica limitatissima. Con tutto questo il Canada continua a mantenere il primato mondiale nel campo delle esportazioni (farine e grano) con l'alta cifra di 81,2 milioni di quintali di esportazione eccedente nel periodo 1926-1930, scesa a 57-58 milioni negli ultimi anni, superando peraltro largamente l'Argentina (42 milioni), l'Australia (36-37 milioni), ecc.

Il patrimonio zootecnico era forte al 1935 di 3.849.200 bovini da latte, di 4.971.400 altri bovini, di 3.421.100 ovini, di 3.654.000 suini, di 2.933.492 equini (1934).

Minerali e industrie (p. 639). - Il Canada accentua la sua posizione preminente nel campo minerario, soprattutto per quanto riguarda l'oro, la cui produzione è in continuo aumento: dai 58.000 kg. nel 1927 si è saliti a 102 mila nel 1935 (il valore sale da 38,3 milioni di dollari a 68), per cui attualmente il Canada è superato soltanto dall'Unione Sudafricana (335.110 kg. nel 1935), dall'Unione Sovietica (140-180.000 kg.), superando di poco gli Stati Uniti (100.683 kg. nel 1935), distanziando di molto gli altri grandi paesi quali la Rhodesia del Sud e l'Australia. Per il nichelio il dominion mantiene inalterato il suo assoluto predominio, salendo la produzione da 30.300 tonn. nel 1927 a 77.000 nel 1936, su un totale mondiale rispettivamente di 36.000 e 90.000 tonn. Anche per il rame, pur non avendosi un predominio così schiacciante, la situazione va continuamente migliorando: dalle 33.000 tonn. di rame nel 1927 si sale a 175.000 negli ultimi anni (1935-1936), per cui oggi il Canada occupa il terzo posto nel mondo dopo gli Stati Uniti (379.000 tonn. nel 1935) e il Chile (259.000). Condizioni di gran lunga meno favorevoli sono offerte dal ferro (la produzione dell'acciaio avverte, peraltro, negli ultimi anni una netta ripresa, salendo da 345.000 tonn. nel 1932 a 770.000 nel 1934, a 957.000 nel 1935), dal carbone, la cui produzione attuale (9-10 milioni di tonn.) è inferiore a quella del 1927-1930 (12 milioni). A tale deficienza provvedono le copiose risorse idriche (7,54 milioni di cav. installati nel 1935) soprattutto nelle industrie provincie di Quebec e di Ontario.

L'industria canadese continua a mantenere i suoi caratteri fondamentali di trasformatrice, in primo luogo, delle risorse agrarie e forestali dell'immenso paese. Nel 1934 il numero degli stabilimenti era di 25.663 e quello degli operai di 545.162 unità. Come numero di opifici prevalgono le industrie relative alla produzione della carta e alla lavorazione del legno (8075), seguite da quelle che lavorano i prodotti agricoli (5656), dell'allevamento (4504); e le industrie tessili (2234). Come numero di operai le industrie della carta e del legno stanno quasi alla pari con quelle tessili (116.691 e 115.695 rispettivamente) seguite a grande distanza da quelle agricole (77.644) e dell'allevamento (57.199). Fiorentissima si mantiene l'industria automobilistica (17.000 operai; 162.000 veicoli nel 1936) che viene oggi al 4°-5° posto nel mondo.

Commercio (p. 641). - Il commercio canadese continua a mantenere, benché attutito come valore assoluto, il carattere che si è andato nettamente delineando dopo la guerra mondiale, del prevalere netto delle esportazioni sulle importazioni: poco più di 500 milioni di dollari alle importazioni (media 1934-1936); 757 milioni alle esportazioni.

Quanto al traffico, i porti fondamentali sono quelli di Montreal, Halifax, St John e Vancouver: nell'interno ha importanza Toronto.

Aviazione civile (p. 645). - Le compagnie aeree al 1° gennaio 1938 sono rappresentate dalle seguenti imprese: 1. Canadian Airways Ltd., la più importante di tutte, gestisce una trentina di linee; 2. Canadian Colonial Airways Ltd.; 3. Dominion Skyways Ltd.; 4. M. e C. Aviation Company Ltd.; 5. Mackenzie Air Services; 6. Mc Neal Air Service; 7. Murray Aeronautical Corporation Ltd.; 8. Northwest Airlines Ltd.; 9. Northern Airways Ltd.; 10. Northern Flight; 11. Skylines Express Ltd.; 12. Starratt Airways and Transportation Ltd.; 13. United Air Transport; 14. Wings Ltd. Gli aerei civili sono complessivamente 700, di cui 100 in servizio regolare sulle linee civili.

Organizzazione ecclesiastica (p. 645). - Sono state create le diocesi di S. Giovanni di Quebec (1933), Saskatoon (1933), Nelson (1936) e l'archidiocesi di Moncton (1936); elevata a vicariato (1931) la prefettura apostolica della Baia di Hudson.

Esercito (p. 645). - Al principio del 1937 la "milizia attiva permanente" è stata portata a 6960 tra ufficiali, sottufficiali e soldati; mentre la "milizia attiva non permanente" è stata aumentata a 127.000 uomini. La milizia attiva permanente comprende: 3 reggimenti di fanteria, 2 reggimenti di cavalleria, 1 brigata di artiglieria ippotrainata, 3 batterie di artiglieria, 1 batteria di medio calibro, 1 batteria antiaerei, 1 corpo segnalatori e servizî.

La milizia attiva non permanente comprende: 19 brigate di fanteria (59 battaglioni fucilieri, 26 battaglioni mitraglieri, 1 battaglione carri d'assalto), 5 brigate di cavalleria e reggimenti autonomi (in totale 20 reggimenti), 2 brigate motorizzate mitraglieri, 27 brigate di artiglieria da campagna, 6 di medio calibro, 2 da costa e 1 contraerei, 40 compagnie e 1 squadrone genio, 1 corpo segnalatori su 32 sezioni e 2 compagnie da fortezza.

Finanze (p. 647). - Nonostante il notevole incremento delle entrate ordinarie, il deficit (coperto con prestiti) causato dall'eccesso delle spese straordinarie per lavori pubblici, assistenza ai disoccupati e soccorsi all'agricoltura è tuttora considerevole.

Al 31 marzo 1937 il debito pubblico interno era di 2,7 miliardi (di cui 2,5 consolidato) e quello estero di 0,8.

In conformità delle proposte della Commissione d'inchiesta Macmillan (1933) nel giugno-luglio 1934 è stata creata una banca centrale (in funzione dall'11 marzo 1935), cui è riservato il monopolio dell'emissione - prima esercitata insieme dallo stato e dalle chartered banks - e che ha l'obbligo di tenere una riserva in metalli preziosi e divise pari al 25% dei biglietti stessi e degli impegni a vista. La legge ha stabilito inoltre il passaggio alla Banca del Canada dei biglietti e delle riserve di stato, oltre che il graduale ritiro dalla circolazione dei biglietti emessi dalle suddette banche commerciali (attualmente 10). Queste ultime sono state obbligate a versare il proprio oro e a tenere una riserva del 5% dei loro impegni a vista sotto forma di depositi infruttiferi presso la Banca o di biglietti della stessa.

Al 31 dicembre 1937 i biglietti in circolazione, sia della Banca del Canada sia delle Chartered banks (convertibili solo sotto forma di lingotti di 400 once), ammontavano complessivamente a 207 milioni e la riserva del governo e della Banca era di 109 oltre 15 milioni in divise.

I principali istituti bancarî sono la Bank of Montreal (1817) e la Royal Bank of Canada (1869); sono inoltre importanti la B. of Nova Scotia (1832), la B. of Toronto (1855), la B. canadienne nationale (1873), l'Imperial B. of Canada (1875).

Bibl.: V. per le cifre le pubblicazioni periodiche della Società delle nazioni e soprattutto l'Annuario.

Storia (p. 674).

La crisi economica mondiale 1929-1933 si ripercosse assai crudamente nell'economia canadese, se si considera che il reddito nazionale, che nel 1929 era stimato di 6 miliardi di dollari canadesi, nel 1933 fu della metà e cioè di appena 3 miliardi di dollari canadesi. Ciò perché il Canada, nonostante l'abbondanza delle sue risorse naturali ed agricole, ha un'economia estremamente rigida. Infatti larghissime zone del Canada sono dedicate alla produzione di un solo prodotto. Così sopra una gran parte delle zone occidentali non si coltiva che grano e in gran parte invece delle zone settentrionali e centrali non si raccoglie che polpa di legno per carta. tm'economia siffatta è perciò molto vulnerabile durante i periodi di depressione, non solo perché le deficienze del raccolto si ripercuotono troppo gravemente sul complesso dell'economia nazionale, ma anche perché i prodotti che essa offre sul mercato mondiale sono essenzialmente a domanda anelastica e perciò troppo dipendenti dalle fluttuazioni dell'economia mondiale. Lo sforzo dei governanti del Canada, a partire dall'accennata depressione economica mondiale, sono stati rivolti alla ricerca di un possibile equilibrio economico interno, tentando di attenuare al massimo la dipendenza dalle altre economie nazionali. Questa politica non ha però in concreto avuto risultati sostanziali; piuttosto il Canada è stato favorito sulla via della ricostruzione economica dagli accordi preferenziali entro il quadro dell'Impero britannico, stabiliti precisamente nella sua capitale, Ottawa, nel 1931 e dall'accordo commerciale con gli Stati Uniti, che è entrato in vigore il 1° gennaio 1936.

Sotto l'aspetto politico l'evoluzione del Canada nell'ultimo decennio è stata assai significativa, non tanto rispetto ai movimenti di politica interna per i quali mentre alle elezioni del 1930 furono portati al potere i conservatori capeggiati da R. B. Bennett, alle elezioni dell'ottobre 1935 furono portati al potere i liberali capeggiati da W. L. Mackenzie King, quanto per la precisazione della situazione politica internazionale del Canada nei confronti dell'Impero britannico, cioè della sua situazione di Dominio.

È infatti in questo periodo, nel 1931, che il principio di eguaglianza di statuto e di completa autonomia per le parti componenti il Commonwealth britannico nei riguardi della politica interna e di quella estera enunciato nella dichiarazione Balfour del 1926, acquista valore concreto con l'adozione dello Statuto di Westminster. Ed è perciò in questo periodo che vigoreggiano considerevolmente le tendenze centrifughe, nei rispetti dell'Impero britannico, della nazione canadese. A queste tendenze concorrono due fattori assai importanti: uno, la vicinanza con gli Stati Uniti, per la quale il Canada va assumendo sempre più il carattere di una nazione americana, indipendente dalla Gran Bretagna, e l'altro la compattezza etnica, sociale e religiosa dell'elemento francese nel Canada, che osteggia in ogni modo la prosecuzione di una politica "imperiale". Questo atteggiamento indipendente nei confronti della politica britannica si è rivelato specialmente al momento del conflitto italo-etiopico, nella quale occasione il primo ministro canadese Mackenzie King fece delle dichiarazioni che costituirono un serio ostacolo alla prosecuzione della politica sanzionistica voluta dagli elementi filoleghisti d'Inghilterra.

La conferenza imperiale, tenutasi a Londra nel maggio 1937, non modificò questa tendenza del Canada, poiché si risolse in una evasiva conferma di una generica solidarietà imperiale. Ma, invece, le correnti filoamericane e quella del Canada francese continuarono a manifestarsi, per giunta progredendo. Nei riguardi della politica interna è di una qualche importanza ricordare che nel 1937 la Corte Suprema canadese ha bocciato alcuni progetti di riforma economica escogitati dal primo ministro Mackenzie King come mezzi di ricostruzione dell'economia canadese, facendo così risultare un parallelismo assai notevole con la politica interna degli Stati Uniti nei quali i progetti di riforma economica del New Deal di Roosevelt furono bocciati pure dalla loro Corte Suprema.

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