ALBIZZATI, Carlo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 2 (1960)

ALBIZZATI, Carlo

Arturo Stenico

Nacque a Milano il 14 febbr. 1888; laureatosi con G. Patroni all'università di Pavia nel 1912, passò alcuni anni a Roma, studiando soprattutto nei Musei vaticani. Dopo avere insegnato dal 1924 archeologia e storia dell'arte greca e romana a Messina e poi a Cagliari, passò nel 1929 all'università di Pavia (dove ampliò le raccolte e attrezzò la biblioteca dell'Istituto di archeologia), finché, ai primi del 1947, fu chiamato all'università di Milano, ove rimase fino alla morte, avvenuta il 13 ott. 1950.

La produzione dell'A. è assai ampia. Tra i suoi lavori sono fondamentali quelli sulla ceramografia antica. Fu il primo a sistemare in modo scientifico gran parte della produzione vascolare etrusca a figure rosse (Due fabbriche etrusche di vasi a figure rosse [Clusium-Volaterrae], in Mitteilungen des Deutschen Archaeologischen Instituts Römische Abteilung, XXX [1915], pp. 129-160; Una fabbrica vulcente di vasi a figure rosse, in Mélanges d'archéologie et d'histoire. Acole Frani. de Rome ,XXXVII [1918-19], pp. 107-178; ecc.).

Nello studio dedicato all'esegesi delle pitture vascolari italiote (Saggio di esegesi sperimentale sulle pitture funerarie dei vasi italo-greci, in Atti d. Pontificia Accad. Romana di Archeol., s. 2, Dissertazioni, XIV [1920], pp. 149 ss.), accanto a un'interpretazione, ormai da tutti accettata, del contenuto delle figurazioni, l'A. abbozzò in più punti raggruppamenti che servirono di base all'ulteriore proseguimento degli studi. L'opera di maggior mole è il catalogo dei Vasi antichi dipinti del Vaticano (voll. 7, Roma 1924-1938), che è rimasto interrotto all'inizio della trattazione dei vasi attici a figure rosse. Importanti, anche per la profonda conoscenza che l'A. ebbe della tecnica antica, gli articoli sulla vetreria antica (Vetri dorati del terzo sec. d. Cr., in Mitteilungen des Deutschen Archaeologischen Instituts. Römische Abteilung, XXIX (1914], pp. 240-259; Quattro vasi romani nel Tesoro di S. Marco a Venezia, in Atti d. Pontificia Accad. Romana di Archeol., s. 3, Memorie, I, [1923], pp. 37 ss.; Il kantharos Disch, in Jahrbuch des Deutschen Archaeologischen Instituts, XLI [1926], pp. 74 ss.; ecc.). Si occupò del materiale archeologico della Sardegna, impostando su un moderno metodo scientifico diversi problemi relativi all'antica civiltà dell'isola (Sardus Pater, in Historia,I (1927], pp. 56 ss.; Due problemi di numismatica sardo-romana, in Annali d. facoltà di fllos. e lettere d. univ., Cagliari, III [1928], pp. 1 ss.; ecc.). Di molti monumenti e oggetti d'arte antica esistenti in Lombardia l'A. fu fortunato editore (per es.: Qualche problema sulle colonne romane di S. Lorenzo Maggiore in Milano, in Bollett. d'arte, XIV (1920], pp. 8488.; Una scultura greca arcaica nel Museo Giovio di Corno, in Atti d. Pontificia Accad. Romana ch. Archeol., s. 3, Rendiconti, III [1925], pp. 317 ss.; Due sculture di una vecchia collezione lombarda, in Historia, IV [1930], pp. 218 ss.; Lavori di toreutica celtica nella regione dei Cenomani Cisalpini, ibid., VII [1933], pp. 570 ss.; ecc.).

Fu uno dei primi ad affermare i valori dell'arte tardoromana e di quella etrusca, in un periodo nel quale a questi campi si soleva dedicare poca attenzione fuori dal mero studio antiquario. Fra i diversi articoli, si ricordano: Questioni sull'arte romana del V sec. d. Cr., in Annali d. facoltà di filos. e lettere d. univ., Cagliari, III (1928), pp. 21 ss.; Quattro sculture dell'ultimo periodo romano, in Historia, III (1929), pp. 401 ss.; Ritratti etruschi arcaici, in Atti d. Pontificia Accad. Romana di Archeol., s. 2, Dissertazioni, XIV (1920), pp. 11 ss.; I trovamenti di Veio, in Il Primato artistico italiano, II (1920), pp. 15 ss.; Il Satiro etrusco della Gliptoteca di Monaco, in Atti d. Pontificia Accad. Romana di Archeol., 8. 3, Rendiconti, III (1925), pp. 73 ss.; ecc. Validi sono gli studi dell'A. intorno a diversi problemi delle religioni nel mondo classico (fra l'altro, Un'aretalogia di Astarte, in Athenaeum, n.s., XI [1933], pp. 227 ss.; La lanx di Parabi ago e i testi orfici, ibid., n.s., XV (1537], pp. 59 ss.; ecc.). Non secondaria l'attività dell'A. come riconoscitore di falsi: in Historia e in Athenaeum soprattutto sono comparsi non pochi articoli in questa materia.

Bibl.: Si vedano in particolare le commemorazioni di A. Stenico, in L'Università di Milano, V (1950), p. 8; A. S[tenico], in Bollett. d'Arte, XXXV (1950), pp.314 s. (con bibl.); A. Vogliano, in Acme, III (1950), pp. 185 ss. (con bibl. di A. Stenico); G. Q. Giglioli, in Archeologia Classica, II (1950), p. 221; A. Vogliano, in Gnomon, XXIII (1951), pp.228 ss.

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