BARABINO, Carlo

Enciclopedia Italiana (1930)

BARABINO, Carlo

Mario Labò,

Architetto, nato a Genova l'11 febbraio 1768, morto il 3 settembre 1835. Figlio di un capomastro e impresario, che gli fornì soda istruzione anche letteraria, fu dal padre inviato a Roma a compiere la sua preparazione architettonica col Barberi. Tornato a Genova nel 1793, divenne architetto degli edili della Repubblica ligure. Rimosso dalla carica nel 1798, solamente con la restaurazione riebbe il favore dei magistrati, e nel 1818 fu eletto architetto civico. Da quest'epoca fino alla morte, la sua attività fu instancabile. Impresse un segno profondo in tutta la viabilità genovese, con la riforma del centro di Genova (piazza Deferrari e via Carlo Felice), con la sistemazione della passeggiata dell'Acquasola, col Piano d'ampliamemo della città di Genova, approvato nel 1825. Lo sviluppo periferico della città, via Assarotti, via Caffaro, via Fieschi, la regione di Carignano, gli orti pianeggianti prossimi al Bisagno, nei loro rettifili ed incroci geometrici, serbano l'impronta sua. Il cimitero di Staglieno non è che lo svolgimento di un suo progetto.

Nell'architettura sacra non ebbe occasione di manifestazioni importanti. Disegnò la facciata per le chiese di S. Siro e dell'Annunziata e altari in S. Lorenzo; costruì dalle fondamenta la piccola rotonda di N. S. del Rosario (1824). Nell'architettura civile produsse poco: l'opera sua principale è il teatro Carlo Felice (1826-28).

Il B. impersona a Genova un neoclassicismo tardo, già irrigidito nella formula: più Restaurazione che Impero, secondo il gusto del tempo. Fu professore di architettura all'università e all'Accademia ligustica.

Bibl.: F. Alizeri, C. F. B., in Not. dei proff. del disegno in Liguria, dalla fondazione dell'Accademia, III, Genova 1866; M. Labò, C. B., in Emporium, LIV (1921), pp. 207-23; Codignola, Come e da quali artisti fu ideato per la prima volta il teatro "Carlo Felice", in La grande Genova, Marzo 1928.

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