MAGGIORANI, Carlo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 67 (2006)

MAGGIORANI, Carlo

Giulia Crespi

Nacque a Campagnano di Roma il 7 dic. 1800 da Tiberio e da Maria Gabrielli, in una modesta famiglia di agricoltori di antiche origini picene. Nel 1802, rimasto orfano del padre, fu accolto insieme con i due fratelli maggiori nella casa romana di un medico nativo di Campagnano, amico di vecchia data dei Maggiorani, Dario Fedele Angelucci, con il quale più tardi la madre avrebbe contratto seconde nozze.

L'Angelucci sostituì a pieno titolo la figura paterna per il M. ed esercitò una decisa influenza sulla sua formazione: professionista affermato, colto, di idee liberali e patriottiche, contribuì indubbiamente a orientarne gli interessi scientifici e politici.

Conclusi gli studi umanistici presso il Collegio romano, il M. si iscrisse alla facoltà medica della Sapienza; conseguì la laurea il 13 luglio 1819 e la matricola che lo abilitava all'esercizio professionale il 18 luglio 1820.

Tuttavia non dette inizio subito alla pratica medica: affascinato dalle ricerche archeologiche illustrate da A. Nibby nelle lezioni che aveva ascoltato alla Sapienza, il M. si dedicò con passione a tali studi per un periodo che culminò nel 1823, quando partecipò a una spedizione inglese nei centri della Magna Grecia organizzata.

Tornato a Roma e superato il relativo concorso, nel 1824 iniziò a esercitare la professione medica come assistente presso l'ospedale S. Giovanni. Si distinse presto come valente clinico, fornito di ottima preparazione teorica e orientato verso il nascente anatomismo clinico: significativa fu, al riguardo, la sua pronta adozione dell'uso dello stetoscopio, mostratogli da un medico inglese allievo di R.-T.-H. Laënnec, che ne era stato l'inventore, per il preciso rilievo dei fenomeni auscultatori cardiaci e polmonari, che suscitò sorpresa e diffidenza tra i colleghi. L'esito negativo del concorso per medico assistente dell'ospedale S. Spirito, al quale aveva partecipato il 16 sett. 1825, gli apparve assolutamente ingiustificato e lo indusse a pubblicare un articolo in cui rivendicava la validità della prova sostenuta e denunciava apertamente l'assoluta incompetenza specifica degli esaminatori (Sopra alcuni giudizi medici. Riflessioni di Carlo Maggiorani, in Giorn. arcadico di scienze, lettere ed arti, 1825, vol. 27, pp. 3-20). Trasferito l'anno successivo presso il piccolo ospedale di S. Maria della Consolazione, solo nel 1829 poté finalmente entrare nell'organico del S. Spirito, il più grande dei nosocomi romani e sede dell'insegnamento universitario di clinica medica istituito da Pio VII nel 1815. Aveva intanto iniziato a esercitare la professione anche privatamente, affermandosi presto per la sua capacità, particolarmente apprezzata, tra gli altri, da G.G. Belli.

Nel 1832 il M. conseguì presso la Sapienza il titolo di professore soprannumerario, sostituto in "universa medicina", con l'incarico cioè di sostituire i professori assenti di qualunque disciplina medica e con il diritto a succedere al primo docente che avesse lasciato l'insegnamento.

Nel 1833 sposò Elena Costa, dalla quale avrebbe avuto dieci figli.

Aveva nel frattempo iniziato a pubblicare una serie di lavori scientifici. Nel 1840 inaugurò i suoi studi sul magnetismo e sull'effetto esercitato dalle correnti elettro-dinamiche sulla materia organica (Sopra alcune modificazioni dell'albumina per opera del ferro, e sulle correnti elettro-dinamiche che si suscitano fra queste due sostanze. Osservazioni, in Giorn. arcadico di scienze, lettere ed arti, 1840, vol. 82, pp. 36-57); illustrò poi in modo esemplare le funzioni della milza (Sulle funzioni della milza. Annotazioni, ibid., 1842, vol. 90, pp. 128-201) e condusse accurate osservazioni sulla malaria, allora vero flagello dell'Agro romano (Storia di febbri perniciose e cenni sulle medesime, ibid., 1843, vol. 94, pp. 122-166; 1844, voll. 97, pp. 3-26, e 98, pp. 28-58).

Nel 1844 il M. poté finalmente raggiungere due ambiti traguardi: nel marzo fu ammesso nel Collegio medico-chirurgico, divenendo in tal modo un autorevole funzionario dello Stato nel settore igienico-sanitario; nel settembre fu nominato professore titolare della cattedra di medicina politico-legale, insegnamento istituito alla Sapienza nel 1824 che abbracciava allora il campo notevolmente esteso della medicina forense e della polizia sanitaria. I nuovi incarichi accrebbero la notorietà professionale del M., tanto che nel 1846 fu invitato a far parte del collegio dei consulenti chiamati a pronunciarsi sulle condizioni di salute del papa Gregorio XVI. Il 30 giugno 1850 fu nominato socio dell'Accademia pontificia dei nuovi Lincei e il 20 novembre ebbe l'incarico di pronunciare, nell'aula magna dell'Università, l'orazione latina di inaugurazione del nuovo anno accademico.

Seguitò a pubblicare importanti lavori scientifici, fra cui: l'ampia esposizione dottrinale della sua disciplina (Prolegomeni allo studio della medicina politico-legale. Parte prima. Medicina forense, ibid., 1854, vol. 134, pp. 1-86; Parte seconda. Polizia medica, ibid., 1854, vol. 135, pp. 3-65; Parte terza. Fascicolo di scritture medico-legali e medico-politiche ad esercizio degli studiosi, ibid., 1854, vol. 136, pp. 3-119); la prosecuzione dei suoi studi sperimentali sull'azione esercitata dall'elettricità sulle varie sostanze (Dell'apparizione di nuovi corpi aventi le forme primitive dell'organizzazione nei liquidi sottoposti all'azione dell'elettricità, in Atti dell'Acc. pontificia dei Nuovi Lincei, IV [1850-51], pp. 568-573; Nuove osservazioni microscopiche sull'azione che l'elettricità esercita sull'albumina, ibid., X [1856-57], pp. 376-378); l'inizio delle sue osservazioni antropologiche, che avrebbe in seguito proseguito e ampliato (Saggio di studi craniologici sulla stirpe romana e sull'etrusca, ibid., XI [1857-58], pp. 383-388; Sulla forma del cranio cinese, in Giorn. arcadico di scienze, lettere ed arti, 1859, vol. 164, pp. 33-39; Sui caratteri della stirpe cinese, in Atti dell'Acc. pontificia dei Nuovi Lincei, XIII [1859-60], pp. 163-166; Continuazione degli studi craniologici sull'antica stirpe romana e sull'etrusca, ibid., XV [1861-62], pp. 409-415); le ricerche strumentali sul raffreddamento dei cadaveri, importanti anche per le possibili applicazioni nel settore medico-forense (Nota sul raffreddamento dei cadaveri, ibid., X [1856-57], pp. 94-99) e quelle, corredate dall'analisi delle condizioni ambientali, sull'origine della mummificazione dei corpi inumati nel cimitero di Ferentillo (Sulle mummie di Ferentillo. Notizie(accompagnate dall'analisi chimica delle terre di quel cimitero, ibid., XV [1861-62], pp. 264-274, e in Giorn. arcadico di scienze, lettere ed arti, 1861, vol. 173, pp. 94-110); le nuove illustrazioni delle funzioni della milza (Riflessioni critiche sopra alcune recenti opinioni intorno l'ufficio della milza, e tentativo di conciliazione delle opposte sentenze, ibid., 1859, vol. 164, pp. 150-165; Esperienze e studi sulle funzioni della milza, in Atti dell'Acc. pontificia dei Nuovi Lincei, XIV [1860-61], pp. 89-106) e delle caratteristiche cliniche della malaria (Sopra alcune fallacie che circondano la diagnosi delle febbri perniciose, in Giorn. arcadico di scienze, lettere ed arti, 1861, vol. 172, pp. 217-233); interessanti ricerche di fisiologia (Sulla endosmosi dell'albumina, ibid., 1857, vol. 149, pp. 238-242; Sull'ingresso delle sostanze pulverulente nelle vie della respirazione, ibid., 1858, vol. 155, pp. 50-59; Sull'origine della fibrina, ibid., 1859, vol. 160, pp. 3-12; Sulla penetrazione delle particelle solide a traverso i tessuti dell'economia animale, in Atti dell'Acc. pontificia dei Nuovi Lincei, XV [1861-62], pp. 61 s., 85-104) e alcune annotazioni di medicina legale e di polizia sanitaria (Di alcuni suicidi ultimamente avvenuti in Roma, in Giorn. arcadico di scienze, lettere ed arti, 1856, vol. 143, pp. 259-270; Sulla necessità d'istituire regolarmente le cure preventive, e sul dovere che corre ai medici d'inculcarle, ibid., 1861, vol. 173, pp. 285-360).

Pur essendosi avvicinato ad ambienti liberali e pur avendo fatto parte della Commissione medico-chirurgica della Repubblica Romana, il M. si mantenne fedele al governo pontificio, tanto che alla caduta della Repubblica, nell'agosto del 1849, fu nominato medico visitatore della Dogana e, a novembre, membro della commissione preposta alla difesa sanitaria dello Stato. Negli anni successivi la sua adesione al movimento nazionale si fece più netta: entrò nel Comitato nazionale romano, fece opera di propaganda liberale tra gli universitari, partecipò nel 1859 alla delegazione dei liberali romani ricevuti dall'ambasciatore del Piemonte a Roma, rifiutò nel 1860 di riconoscere pubblicamente l'origine divina del potere temporale. La risposta del governo pontificio alle scelte politiche del M., confermate dalla partecipazione dei figli maggiori a manifestazioni studentesche filoliberali, assunse forme decise nell'agosto 1863, quando il M. fu destituito dall'Università e dal Collegio medico. Il mese successivo, ottenuto il passaporto per motivi di salute e ammonito a non tornare mai più nello Stato della Chiesa, di fatto esiliato, il M. partì per Napoli. Qui fu poco dopo raggiunto dai familiari e ricevette dal ministro della Pubblica Istruzione M. Amari l'invito a reggere la cattedra di clinica medica dell'Università di Palermo.

A Palermo, dove iniziò i corsi il 19 nov. 1863 con la prolusione Del miglior modo di condurre gli studi clinici, pubblicata nello stesso anno nella stessa città, incrementò l'attività della clinica, che fu trasferita dall'ospedale S. Saverio a quello della Concezione, propose la fondazione del periodico Gazzetta clinica dello Spedale civico di Palermo, stimolò l'aggiornamento clinico-terapeutico di docenti e discenti mediante la convocazione bimestrale di conferenze cliniche. Riprese il filone delle osservazioni antropologiche con la descrizione dei tipi umani presenti in Sicilia, in uno studio che avrebbe pubblicato dopo il suo rientro a Roma (Reminiscenze antropologiche della Sicilia, in Atti dell'Acc. pontificia dei Nuovi Lincei, XXV [1871-72], pp. 1-11). Nei due rendiconti della sua attività di clinico universitario descrisse accuratamente le misere condizioni economiche e ambientali dell'isola, la diffusa arretratezza civile degli abitanti e il suo collegamento con la criminalità, anche organizzata, le allarmanti abitudini socio-sanitarie delle classi più povere (Ragguaglio di un triennio di clinica medica nella R. Università di Palermo, Palermo 1866; Ragguaglio di un secondo triennio di clinica medica nella R. Università di Palermo, ibid. 1870). Meritano ancora di essere ricordati i suoi articoli: Prima conferenza bimestrale di clinica medica, in Gazzetta clinica dello Spedale civico di Palermo, I (1869), pp. 17-27; Seconda conferenza bimestrale di clinica medica, ibid., pp. 137-144, 169-177; La diagnosi (prelezione scolastica al corso di clinica medica 1869-70), ibid., pp. 261-266; II (1870), pp. 1-4; Peritonite acutissima da perforazione spontanea di un cistovario, ibid., pp. 229-237; L'insufficienza relativa della valvola tricuspidale, ibid., pp. 281-285.

Subito dopo la presa di Roma, fu chiamato a far parte della Giunta provvisoria di governo nominata da R. Cadorna il 22 sett. 1870 e il successivo 7 ottobre della delegazione che consegnò al re i risultati del plebiscito romano di adesione. Reintegrato nei ruoli universitari con decreto luogotenenziale datato 12 nov. 1870, assunse la direzione di una delle due cattedre di clinica medica, cedutagli spontaneamente da G. Valeri, affiancando così nell'insegnamento G. Baccelli nella rinnovata e ampliata sede presso l'ospedale S. Spirito e fu incaricato di esercitare le funzioni di preside della nuova facoltà di medicina e chirurgia; inoltre, con decreto dell'11 dic. 1870, confermato il 22 dic. 1872, fu nominato membro straordinario del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, del quale sarebbe divenuto membro ordinario nel 1874. Promosse l'istituzione, nel 1875, dell'Accademia medica di Roma, della quale fu presidente. Ebbe anche inizio in quel primo periodo della Roma italiana la partecipazione del M. alla vita politica: il 13 nov. 1870 fu eletto consigliere comunale e il 15 nov. 1871 fu nominato con regio decreto senatore del Regno. In Senato si impegnò per il riordino degli studi medici nelle Università, e partecipò con importanti proposte ai dibattiti sulla sanità pubblica e alle discussioni sui progetti di codice penale.

In quegli anni riprese le sue ricerche di fisio-patologia sperimentale sul magnetismo, il promettente settore di studi inaugurato in un moderno spirito scientifico da A. Volta circa un secolo prima, che così notevoli sviluppi avrebbe poi registrato fino alle attuali applicazioni diagnostiche e terapeutiche (si veda anche Enc. medica italiana, IX, coll. 40-48, s.v. Magnetismo ed elettromagnetismo): illustrò i rapporti intercorrenti tra fenomeni fisiologici ed elettromagnetismo (Saggio di una storia fisiologica della magnete, in Atti dell'Acc. pontificia dei Nuovi Lincei, XXV [1871-72], pp. 326-368; Sulla metalloscopia, in Atti della R. Acc. medica di Roma, IV [1878-79], 2, pp. 6-9; VI [1880-81], 3, pp. 19-28); illustrò le alterazioni indotte dal campo magnetico sullo sviluppo embrionale (Influenza del magnetismo sull'uovo fecondato nel corso della incubazione, in Lo Spallanzani, VIII [1879], pp. 433-442; questo lavoro fu tradotto in tedesco da B. Kraus, Ueber den Einfluss des Magnetismus auf das befruchtete Ei, e pubblicato nel 1879 nel volume 24 dell'Allgemeine Wiener Medizinische Zeitung), mettendone in evidenza, su preparazioni allestite con la collaborazione di G. Magini, gli effetti generalmente frenanti, letali in alcuni casi (Influenza del magnetismo sulla embriogenesi, contributo alle ricerche biologiche, in Atti della R. Acc. dei Lincei. Rendiconti, s. 4, I [1884-85], pp. 1-5; Influenza della magnete nella embriogenesi, in Bull. della R. Acc. medica di Roma, X [1884], pp. 307-310); indagò sulle possibili azioni esercitate dal campo magnetico sul sistema nervoso (Sopra alcune analogie fra gli effetti della elettrizzazione del simpatico, e quelli che succedono all'applicazione del magnete, in Atti dell'Acc. pontificia dei Nuovi Lincei, XXV [1871-72], pp. 243-246; La influenza speciale che la calamita esercita sul cervelletto, in Atti della R. Acc. medica di Roma, V [1879-80], 3, pp. 54-78; Sulla craniologia degli epilettici, in Bull. della R. Acc. medica di Roma, X [1884], pp. 76-91). Condusse poi studi fisio-patologici e anatomo-clinici sul sistema nervoso (Le localizzazioni cerebrali, in Atti della R. Acc. medica di Roma, IV [1878-79], 1, pp. 105-115; Della frequente associazione della tisi all'isterismo, ibid., V [1879-80], 1, pp. 114-123; Sul centro nervoso che presiede ai fenomeni della catalessi, ibid., 2, pp. 253-281; Un epilettico con asimmetria del cranio, in Bull. della R. Acc. medica di Roma, X [1884], pp. 76-91), tra i quali un cenno particolare meritano le osservazioni sugli effetti fisiologici esercitati sull'attività nervosa dalle vibrazioni molecolari prodotte da metalli, calamite e risuonatori in grado di interferire sulla conduzione dell'impulso e sul loro possibile impiego terapeutico (Continuazione degli studi sugli effetti fisiologici delle vibrazioni sonore: esempio d'interferenza nervosa, digressione sui sordomuti, ibid., VII [1881-82], pp. 151-194, 201-206). Tra gli altri lavori pubblicati dal M. dopo il suo ritorno a Roma si ricordano ancora una nota di fisio-patologia sperimentale (Sulla diminuita quantità del ferro negli animali smilzati, in Atti della R. Acc. dei Lincei. Rendiconti, s. 4, I [1884-85], pp. 55-58) e la dettagliata e ampliata esposizione delle sue precedenti osservazioni sulle mummie di Ferentillo (Sulla mummificazione dei cadaveri, in Atti dell'Acc. pontificia dei Nuovi Lincei, XXVI [1872-73], pp. 29-48, in collab. con A. Moriggia).

Proseguì nell'intensa attività professionale e di ricerca anche dopo aver lasciato nel 1875 l'insegnamento.

Il M. morì a Roma il 13 ag. 1885.

Fonti e Bibl.: La raccolta di saggi C. M.: politica e medicina nel Risorgimento, a cura di C. Canonici - G. Monsagrati (Roma 2004) costituisce una preziosa ed esaustiva fonte di notizie sulla vita e l'attività del Maggiorani. La biografia del M. è stata curata da A. Moriggia, in Annuario biografico universale diretto da A. Brunialti, II, Roma-Napoli 1886, pp. 225-228; necrologio in R. Università degli studi di Roma, Annuario scolastico 1885-86, Roma 1886, pp. 147-152. Notizie sul M. alla guida della clinica medica palermitana si trovano in D. Mirto, Le facoltà mediche italiane. La facoltà di Palermo, in Minerva medica, XXVI (1935), 1, p. 246. Inoltre: N. Spano, L'Università di Roma, Roma 1935, pp. XII, 96, 102, 126, 132, 179 s., 183, 239, 245, 333, 335, 342; A. Pazzini, La storia della facoltà medica di Roma, I, Roma 1961, pp. 247-249; A. Hirsch, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte, IV, p. 30; Enc. Italiana, XXI, p. 888.

CATEGORIE
TAG

Accademia pontificia dei nuovi lincei

Valvola tricuspidale

Stato della chiesa

Repubblica romana

Elettromagnetismo