PASCAL, Carlo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 81 (2014)

PASCAL, Carlo

Giorgio Piras

– Nacque a Napoli il 21 ottobre 1866 da Stefano e Maria Gaetana Lapegna (la famiglia era di lontana origine francese) e fu fratello del matematico Ernesto (1865-1940).

Laureatosi a Napoli con Enrico Cocchia nel 1887, insegnò nei ginnasi di Lucera (1887-88), Sezze (1889) e Reggio Calabria (1890). Fu vicesegretario amministrativo del ministero della Pubblica Istruzione a Roma dal 1891 al 1896. Ottenuta l’abilitazione alla libera docenza in letteratura latina presso l’Università di Napoli (1895), tornò all’insegnamento nel r. liceo Manzoni di Milano (lettere latine e greche, 1897-1900). Divenne quindi professore di letteratura latina presso l’Università di Catania, dove rimase dal 1901 al 1909 ed ebbe anche l’incarico dell’insegnamento di grammatica greca. Passò poi come professore ordinario di letteratura latina all’Università di Pavia, dove aveva già tenuto corsi della materia come insegnante privato (1900-03) e come libero docente (1903-04). Qui rimase fino al 1926 ed ebbe tra i colleghi Giuseppe Fraccaroli ed Ettore Romagnoli; ricoprì vari altri insegnamenti e fu preside di facoltà e direttore della nuova scuola speciale di filologia e antichità classica, da lui fortemente voluta (1924-25).

Il suo «era un insegnamento di carattere più umanistico che filologico, ma che non evitava le discussioni su codici e varianti, e non ignorava, talvolta polemicamente, i contributi della filologia tedesca» (Malcovati, 1976, p. 6). Tra i suoi allievi di Pavia da ricordare Giacomo Devoto, Piero Meriggi ed Enrica Malcovati. Fece anche parte del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione (1915-18) e della sua giunta (1917-18, 1922).

Di una instancabile attività e delle molteplici iniziative culturali di Pascal resta traccia nella assai vasta produzione di carattere scientifico, non sempre particolarmente originale, da cui emerge una evidente attitudine per la ricerca storico-letteraria piuttosto che critico-filologica. Oltre che di letteratura latina e autori come Ennio, Lucrezio, Cicerone, Virgilio, Orazio, Seneca, si occupò anche di questioni storiche e filosofiche (Fatti e leggende di Roma antica, Firenze 1903; Epicurei e mistici, Catania 1911, 2a ed. rivista 1913; Visioni storiche, Milano 1919), nonché di mitologia e storia delle religioni (Studii di antichità e mitologia, Milano 1896; Dèi e diavoli. Saggi sul paganesimo morente, Firenze 1904; Dioniso. Saggio sulla religione e la parodia religiosa in Aristofane, Catania 1911; Le credenze d’oltretomba nelle opere letterarie dell’antichità classica, I-II, Catania 1911, Torino 1923-242; Paganesimo e cristianesimo, in Nuova rivista storica, I (1917), 2, pp. 148-161; Feste e poesie antiche, Milano 1926).

Celebre e discusso fu il suo volumetto in cui si attribuiva a una fazione cristiana la responsabilità dell’incendio di Roma del 64 d.C. (L’incendio di Roma e i primi cristiani, Milano 1900, Torino 19002, poi rist., con appendici, in Fatti e leggende, cit., pp. 117-185 e in Nerone nella storia aneddotica e nella leggenda, Milano 1923, pp. 287-324; trad. franc. Paris 1902). Aspra fu la polemica con Giovanni Pascoli a seguito di una recensione di Pascal all’antologia di poesia epica latina Epos (in Rivista di filologia e di istruzione classica, XXVI (1898), pp. 174-176; v. inoltre: C. Pascal, A proposito di una mia recensione sul volume del sig. prof. G. Pascoli, intitolato "Epos", Milano 1898 e, sull’intero episodio, P. Treves, L’idea di Roma e la cultura italiana del secolo XIX, Milano-Napoli 1962, p. 320 e n. 37).

Nel 1916 diede vita al «Corpus Scriptorum Latinorum Paravianum», che si proponeva di essere «una collana nazionale di classici latini, ricondotti alla genuina lezione dei codici, liberati dalle troppe congetture di cui i filologi li avevano inquinati […] non erano, né poteano essere edizioni critiche in senso stretto» (Malcovati, 1976, pp. 17 s.). Evidente, anche se non esplicito, l’influsso di un certo spirito nazionalistico (Pascal era stato interventista) e dell’antifilologismo di parte dei classicisti italiani del tempo: si veda, ad esempio, la lettura entusiasta dell’impresa da parte di Ettore Romagnoli (L’aurora classica boreale, Bologna 1917, pp. 14 s.) e Corrado Barbagallo (in Nuova rivista storica, I (1917), pp. 127-132) e d’altro canto il duro giudizio di Giorgio Pasquali (Storia della tradizione e critica del testo, Firenze 19522, p. 3 n. 1; cfr. I. Gualandri, in Rendiconti dell’Istituto lombardo, pt. generale e atti ufficiali, CXXIV (1990), pp. 222-224; tra Pasquali e Barbagallo vi furono anche altri motivi di polemica e Pascal si schierò dalla parte del secondo: Malcovati, 1976, p. 11). La collana si apre con l’edizione di Catullo dello stesso Pascal (Torino, 1916 e 1925; a Catullo è dedicato anche Poeti e personaggi catulliani, Catania 1916, e un volume di traduzioni, Milano 1915). Pascal curò per il Corpus Paravianum anche le edizioni del De re publica di Cicerone (Torino 1916), delle Bucoliche, del Moretum e della Copa pseudovirgiliani (Torino 1917), dei Captivi (Torino 1917; cfr. anche Osservazioni critiche sui "Captivi" di Plauto, in Rivista di filologia e di istruzione classica, XXIX (1901), 1, pp. 1-15; A proposito dei Captivi di Plauto, Milano 1903), del Pervigilium Veneris e dei Priapea (Torino 1919) e collaborò al Tacito minore di Cesare Annibaldi (Torino 1916 e 1918).

Spiccati furono anche gli interessi linguistico-glottologici ed epigrafici di Pascal (Saggi linguistici, Torino 1893; Tre questioni di fonologia, Firenze 1895; Note etimologiche, in Studi di filologia romanza, VII (1899), pp. 89-98, 240-248). Scrisse anche di letteratura greca, di letteratura latina medievale (Poesia latina medievale. Saggi e note critiche, Catania 1907; Letteratura latina medievale, Catania 1909) e di letterature moderne (Machiavelli presso il Duca Valentino e Un poemetto inedito del Meli, entrambi Napoli 1887; Le scritture filologiche latine di Giacomo Leopardi, Catania 1918 [su cui v. S. Timpanaro, La filologia di Giacomo Leopardi, Roma-Bari 19973, pp. 189 s.]; La sorella di Giacomo Leopardi, Milano 1921; La poesia lirica di Giovanni Prati ed altri saggi critici, Catania 1913; L’opera poetica di Mario Rapisardi, Catania 1914; Federico Amiel, Modena 1909). Autore di un Dizionario dell’uso ciceroniano (Torino 1899), fu inoltre un buon divulgatore, curò diverse edizioni e antologie commentate di classici per la scuola e diresse le collane «Biblioteca Paravia Storia e Pensiero», «Biblioteca di critica storica e letteraria» (Battiato, Catania) e «Biblioteca di filologia classica» (Battiati, Catana).

Nel 1913 fondò la rivista Athenaeum. Studii periodici di letteratura e storia, di cui rimase direttore fino alla morte, caratterizzata fin dagli esordi da un’attenzione verso le discipline storico-letterarie non classiche e da un certo eclettismo nella scelta dei contributi e dei collaboratori.

Fu socio corrispondente di numerose Accademie e istituti, tra cui il R. Istituto lombardo di scienze e lettere (dal 1907, membro effettivo dal 1915), l’Accademia Virgiliana di Mantova (1909), l’Accademia Pontaniana di Napoli (1911), la Società reale di Napoli (Accademia di archeologia, lettere e belle arti, 1914), l’Istituto italiano di numismatica (1916), la R. Accademia delle scienze di Torino (1922), l'Académie royale des sciences, des lettres et des beaux arts du Belgique (1925). Dopo la morte di Attilio De Marchi (1916), divenne presidente della sezione milanese della società Atene e Roma per la diffusione e l’incoraggiamento degli studii classici.

Come il fratello Ernesto fu avverso al fascismo (entrambi furono tra i firmatari del manifesto degli antifascisti del 1925: cfr. E. Signori, Minerva a Pavia. L’ateneo e la città tra guerre e fascismo, Milano 2002, pp. 122, 263); il montare di una certa ostilità locale lo indusse infine a lasciare l’Università di Pavia (cfr. anche P. Fraccaro, in Malcovati, 1949, pp. 8 s.). Accolta la proposta di trasferirsi presso l'Università di Milano, dove era rimasta vacante la cattedra di lingua e letteratura latina a seguito del pensionamento di Remigio Sabbadini (cui era già succeduto all’Università di Catania nel medesimo insegnamento), Pascal tuttavia morì a Milano, il 22 settembre 1926, prima di assumere tale incarico.

Non ebbe discendenti. La parte più cospicua dei suoi libri fu destinata alla biblioteca della facoltà di lettere di Pavia (v. Corriere della sera, 26 settembre 1926, p. 2), ma una donazione significativa raggiunse anche la biblioteca dell’Istituto lombardo (cfr. Rendiconti dell’Istituto lombardo di scienze e lettere, s. 2, LIX (1926), pp. 735-737).

Opere. Sulla vita e sulle opere di Ferdinando Galiani, Napoli 1885; Versi: traduzioni, Napoli 1886 (da Catullo, Tibullo e Virgilio); Asinio Pollione nei carmi di Vergilio, Napoli 1888; La questione dell’egloga IV di Vergilio, Torino 1888 (v. anche Rivista di filologia e di istruzione classica, XVIII (1890), pp. 151-174); Caratteri e origine della nuova poesia latina nel periodo aureo, Torino 1893; Studia philologica, Roma 1893; Quaestionum Ennianarum Particulae I-IV, in Rivista di filologia e di istruzione classica, XXV (1897), pp. 85-99, 236-249, XXVI (1898), pp. 24-36, XXVII (1899), pp. 1-10; Commentationes Vergilianae, Palermo 1900; Studii sugli scrittori latini (Ennio, Plauto, Cicerone, Livio, Orazio, Tibullo), Torino 1900; I codici minori di Plauto nell’Ambrosiana, in Studi italiani di filologia classica, XI (1903), pp. 390-400; Studii critici sul poema di Lucrezio, Roma 1903; Emendationes Arnobianae, in Rivista di filologia e di istruzione classica, XXXII (1904), pp. 1-9; Graecia capta. Saggi sopra alcune fonti greche di scrittori latini, Firenze 1905; Seneca, Catania 1906; La falsa corrispondenza tra Seneca e Paolo, in Rivista di filologia e di istruzione classica, XXXV (1907), pp. 33-42; Figure e caratteri (Lucrezio, L’Ecclesiaste, Seneca, Ipazia, G. Carducci, G. Garibaldi), Palermo 1908; La critica dei poeti romani in Orazio, Catania 1919; Scritti vari di letteratura latina, Milano 1920.

V. inoltre la bibliografia stampata in calce al ricordo di E. Malcovati del 1926, cit. infra, pp. 339-355 (spesso imprecisa; una prima lista si legge in Studi critici offerti da antichi discepoli a C. P. nel suo XXV anno d’insegnamento, Catania 1913, pp. 279-297).

Fonti e Bibl.: Pavia, Archivio storico dell’Università, fascicoli docenti, C. P.; Personale, Varie, reg. 855 (stato di famiglia); R. Università degli studi di Pavia, Annuario accademico, 1900/1-1926/27.

Commemorazioni: M. Lenchantin, C. P., in Rivista di filologia e di istruzione classica, LIV (1926), pp. 562-565; E. Malcovati, C. P., in Athenaeum, n.s., IV (1926), pp. 325-355 (rist. in Anniversari dell’antichistica pavese, a cura di G. Mazzoli, Milano 2009, pp. 143-150 e in G. Salanitro, Profili di latinisti catanesi, Catania 2010, pp. 17-21); M. Galdi, C. P., in R. Università degli studi di Pavia, Annuario accademico, a. 1926-27, pp. 223 s.; v. anche Rendiconti dell’Istituto lombardo, s. 2, LIX (1926), pp. 727-729, 732 s., 735-737; E. Janni, C. P., in Corriere della sera, 24 settembre 1926.

M. Lenchantin De Gubernatis, PASCAL, Carlo, in Enciclopedia Italiana, Appendice I, Roma 1938, p. 921; E. Malcovati, Per l’inaugurazione di una lapide in onore di C. P. nell’Università di Pavia il 10 aprile 1949, Pavia 1949; E. Paratore, Gli studi di latino negli ultimi cinquant’anni, in Cinquant’anni di vita letteraria italiana, 1896-1946. Scritti in onore di Benedetto Croce per il suo ottantesimo anniversario, I, Napoli 1950, p. 422; E. Gabba, Il secondo cinquantennio della «Rivista di filologia e di istruzione classica», in Rivista di filologia e di istruzione classica, C (1972), p. 446; E. Malcovati, Nel cinquantenario della morte di C. P., in Athenaeum, n.s., LXIV (1976), 1-2, pp. 3-18; I. Lana, La filologia latina nel sec. XX, in La filologia greca e latina nel secolo XX. Atti del congresso internazionale, Roma… 1984, II, Pisa 1989, p. 1152; A. Grilli, Filologia classica, in L’Istituto lombardo Accademia di scienze e lettere (secoli XIX-XX), III, Storia della classe di scienze morali, a cura di M. Vitale - G. Orlandi - A. Robbiati Bianchi, Milano 2009, pp. 221-225; G. Polara, Gli studi di filologia latina, in Anniversari dell’antichistica pavese, a cura di G. Mazzoli, Milano 2009, pp. 133-136.

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