Rainaldi, Carlo

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Architetto (Roma 1611 - ivi 1691). Contribuì con la sua attività a caratterizzare l'aspetto barocco della Roma del 17° sec. con numerose opere, nelle quali sperimentò le più originali e complesse ricerche linguistiche del periodo. Tra i suoi lavori: chiesa di S. Maria in Campitelli (1655-67), tribuna e abside di S. Maria Maggiore (1669-75), prospetto di S. Maria in Via (1681), facciata di S. Andrea della Valle (1656-65).

Vita e opere

Fu avviato allo studio dell'architettura dal padre Girolamo, con il quale lavorò fino al 1655 (anno della morte di Girolamo): altare maggiore di S. Girolamo della Carità (1645), Palazzo Capitolino (1645), ciborio e altare maggiore di S. Maria della Scala (1647-50), tutte opere romane. Tra i primi progetti, liberi dalle influenze paterne, va ricordato quello di S. Agnese a Piazza Navona (1652-56; realizzata poi con radicali trasformazioni ascrivibili a F. Borromini): un'opera in cui, dalla soluzione del vano a pianta centrale e dall'articolazione plastica delle colonne, sembrano emergere sensibili analogie con il linguaggio di Pietro da Cortona. Al decennio successivo (1655-67) risale la costruzione della chiesa di S. Maria in Campitelli, sempre a Roma, una delle opere più interessanti e significative del sec. XVII in Roma. Nella facciata R., elaborando la tipologia delle chiese del Cinquecento (come, per es., la chiesa di S. Susanna di C. Maderno), ne articola la struttura piana assimilandola alle più originali e complesse ricerche linguistiche del periodo. Egli adotta, infatti, un doppio ordine corinzio che fa slittare, alternativamente, sia all'interno sia all'esterno della massa muraria, quasi a dissimulare una raffinata operazione di scavo: soluzione, in realtà, finalizzata alla determinazione della compresenza di ben tre piani compositivi. Questa complessità va anche ritrovata nella concezione spaziale dell'interno, risolta nell'assemblaggio di tre unità architettoniche autonome, rilevabili in pianta. L'attività di R. contribuì a caratterizzare l'aspetto della Roma del sec. 17º con numerose opere: la facciata di S. Andrea della Valle (1656-65), la tribuna e l'abside di S. Maria Maggiore (1669-75), la facciata e due cappelle della chiesa della Compagnia del Suffragio (1669-75), il completamento del prospetto di S. Maria in Via (1681), il disegno del sagrato della chiesa di S. Teodoro (1690). Ebbe R. del suo secolo il gusto delle complesse sistemazioni edilizie, e ne fornì un esempio col progetto delle due chiese di Santa Maria in Montesanto e S. Maria dei Miracoli, all'inizio del Corso, fra le vie del Babuino e di Ripetta, felice soluzione per una sorta d'ingresso trionfale alla città, come gli era stato richiesto da papa Alessandro VII (1662): l'opera, interrotta alla morte del pontefice, venne in seguito ripresa e modificata notevolmente dal Bernini e da Carlo Fontana. Oltre a queste opere principali, R. costruì in Roma il palazzo oggi Salviati sul Corso, ricco, ma poco felice nella facciata per il serrato ritmo spaziale tra le finestre e la pesantezza del cornicione scolpito; l'elegante loggetta del palazzo Borghese verso il Tevere; le chiese di S. Maria del Suffragio (1669) e del S. Sudario (1687): condusse lavori parziali per quelle di Gesù e Maria e di S. Maria in Via, e per varie altre fornì disegni di cappelle e di altari. Gli vengono attribuite le chiese di Monte Porzio e di Monte Compatri, presso Frascati. Lavorò anche nelle Marche per le facciate delle chiese dell'Angelo Custode (1679) e del Carmine ad Ascoli Piceno, e di S. Ignazio a Fano.

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