CAROTIDI

Enciclopedia Italiana (1931)

CAROTIDI (dal gr. καρωτίς da καρόω "giaccio in sonno profondo"; fr. carotides; sp. carótidas; ted. Karotiden; ingl. carotid arteries)

Giuseppe FAVARO
Ottorino UFFREDUZZI

Sono le arterie della testa distinte in carotide interna e carotide esterna: la prima si distribuisce, insieme con l'arteria vertebrale (assente nei Vertebrati inferiori), all'encefalo e all'occhio; la seconda alle parti extracraniche della testa, inclusa la regione branchiale. Sono collaterali ascendenti indirette dell'arco aortico, dal quale sorgono di regola fuse in un tronco unico, detto carotide comune; questa può unirsi a sua volta con la succlavia formando l'arteria anonima; le due anonime destra e sinistra possono finalmente fondersi in un tronco collaterale impari dell'arco aortico detto arteria anonima comune.

Nell'uomo esiste di norma un'arteria anonima a destra e una carotide comune a sinistra.

Mentre l'arco aortico definitivo deriva dal quarto aortico embrionale sinistro (v. cuore), l'arteria anonima si differenzia invece dal segmento ventrale ascendente del quarto arco aortico destro; le due carotidi comuni derivano simmetricamente dal segmento ventrale ascendente del terzo arco aortico del proprio lato; questo stesso arco con gli altri suoi segmenti dà luogo al tratto iniziale della carotide interna, la quale si sviluppa poi più perifericamente dai segmenti dorsali discendenti dei due primi archi, prolungandosi cranialmente oltre il livello di questi; in maniera consimile si evolve la carotide esterna dai segmenti ventrali ascendenti dei due primi archi aortici, mentre il segmento intermedio di questi, posto fra l'ascendente e il discendente, cade in atrofia.

La carotide comune di sinistra è più lunga della destra di tutta l'altezza dell'anonima e ascende poi, cranialmente a questa, simmetrica con la carotide destra, negli strati profondi del collo. Le carotidi comuni non emettono normalmente collaterali; nell'angolo della loro biforcazione, a livello circa della base della laringe, si trova un accumulo di sostanza soprarenale midollare, che vien chiamato glomerulo carotideo (v.) o anche ghiandola carotica.

La carotide interna, di calibro lievemente superiore, dapprima laterale e un po' dorsale rispetto all'esterna, si sposta quindi medialmente a questa; attraversata la base del cranio, emette come collaterali l'a. oftalmica per la cavità orbitale e l'occhio; l'a. comunicante posteriore, che va a sboccare nella cerebrale posteriore (dell'a. basilare) dello stesso lato; l'a. coroidea anteriore, la quale, unita a quella del lato opposto per mezzo dell'a. comunicante anteriore, chiude ventralmente il circolo arterioso (del Willis), ecc.

La carotide esterna, pure con tragitto ascendente, emette sin dall'origine rami collaterali, dei quali i maggiori e più costanti sono le arterie tiroidea superiore, linguale, mascellare esterna, faringea ascendente, sternocleidomastoidea, occipitale, auricolare posteriore; termina scindendosi nei due rami terminali: a. temporale superficiale e a. mascellare interna. La normale disposizione delle carotidi e dei loro rami va soggetta a variazioni.

Chirurgia. - Le carotidi interessano il chirurgo per l'ímportanza delle lesioni e delle ferite e per gl'interventi che su di esse si praticano per curare aneurismi o per ischemizzare dati territorî irrorati da esse.

Carotide comune. - Ne è indicata la legatura, nelle ferite del tronco stesso e dei suoi rami; negli aneurismi; nell'emostasi preventiva in alcuni casi di tumori estesi della lingua e dei mascellari. Però l'ischemia favorisce lo stabilirsi dell'infezione; inoltre il circolo collaterale in tempo breve è spesso causa di emorragie secondarie, molto temibili. La legatura della carotide può dare gravi disturbi di circolo nel cervello e fatti di rammollimento nei vecchi e negli arteriosclerotici. La legatura può venire praticata alla base del collo, ma il luogo di elezione della legatura è nel triangolo omotiroideo, all'altezza del laringe (processo di Cooper).

Carotide esterna. - La legatura è indicata nelle ferite del tronco e dei suoi rami, negli aneurismi, nell'emostasi per alcuni interventi sulla lingua, sul collo, sul cavo orale. Ma le ampie anastomosi sulla linea mediana con le omonime dell'altro lato rendono questa emostasi molto aleatoria. La c. e. viene legata nella fossa carotidea (proc. di Guérin).

Carotide interna. - La legatura è indicata nelle emorragie primarie e secondarie, negli aneurismi e anche nell'esoftalmo pulsante traumatico. Fu allacciata senza alcun risultato nell'epilessia. Il punto di elezione è subito dopo la biforcazione. È più temibile della legatura della carotide comune perché, essendo esclusa la carotide esterna, si annullano tutte le possibilità di circolo collaterale riflesso attraverso i rami di questo vaso.

Le ferite della carotide sono relativamente rare e dovute quasi sempre ad arma da fuoco, molto più raramente a quelle da punta; quasi mai la carotide è interessata nelle frequenti ferite da taglio (rasoio, coltello), perché la sua sede prof0nda e la sua spostabilità la fa sfuggire all'arma. Sono invece frequenti le emorragie per arrosione del vaso da parte di processi settici o neoplastici. Se l'emorragia non si vuota all'esterno per mancato parallelismo tra la ferita del vaso e quella dei tegumenti, si forma un ematoma rapidamente progressivo che, spostando la trachea e comprimendo il laringe, produce la morte per asfissia prima che per dissanguamento (v. emostasi).

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