CATANIA

Enciclopedia dell' Arte Antica (1994)

Vedi CATANIA dell'anno: 1959 - 1973 - 1994

CATANIA (vol. Il, p. 433 e S 1970, p. 191)

G. Rizza

Dopo il 1970 numerose scoperte hanno notevolmente arricchito le conoscenze su C. antica; indagini particolarmente significative sono state condotte in Piazza Duomo, nell’area della scena del teatro romano, in Via Crociferi, nell’area dell’ex monastero dei Benedettini.

In Piazza Duomo il sottosuolo è stato più volte esplorato in seguito ai lavori per il completamento delle fognature. Nel 1975 furono identificati consistenti elementi della sistemazione della piazza prima del terremoto del 1693: a O e a S della Fontana dell’Elefante, a c.a 1 m di profondità, furono messe in luce due strade, fiancheggiate da botteghe, che furono identificate con la «Via della Luminaria» e con la «Via Sacra»; si è potuto così risalire alla risistemazione della c.d. Platea Magna (con la cattedrale e la Loggia Senatoria) avvenuta agli inizi del sec. XVIII. Negli strati sottostanti, a m 2,80 di profondità, alcuni saggi permisero di identificare costruzioni con orientamento diverso, associate con ceramica medievale. A m 3 si incontrò una falda d’acqua. A m 0,50 sotto il livello dell’acqua si raccolsero frammenti di terra sigillata e di un’epigrafe latina. Nel lato opposto, in asse con Via Etnea, altri saggi furono condotti nel 1984; furono messe in luce consistenti costruzioni, particolarmente rilevanti per la vicinanza con i resti delle Terme Achelliane conservati davanti alla cattedrale sotto il livello della piazza. Negli anni 1979 e 1980 uno scavo sistematico fu condotto nell’area della scena e dell’orchestra del teatro romano. Nell’area della scena, sotto il piano attuale di calpestio, si trovò un riempimento di c.a 1 m formato da accumuli conseguenti al terremoto del 1693; sotto di esso furono identificate strutture precedenti al sisma e direttamente sovrapposte ai resti del teatro. Sullo stesso piano, nell’area dell’orchestra, si mise in luce un cortile con acciottolato irregolare, sul quale si trovarono numerosi resti di sculture in marmo, verosimilmente provenienti dalla scena. Sotto lo strato precedente il terremoto apparvero le strutture dell’ultima fase del teatro: nell’area della scena si identificò una delle porte laterali. Davanti alla fronte della scena, a c.a 7 m di distanza, si mise in luce il muro del pulpitum decorato con nicchie rettangolari e semicircolari; in una di queste ultime si trovò una scultura decorativa in marmo, una replica della Leda con il cigno attribuita a Timoteo.

In Via Crociferi una scoperta fortuita ha permesso di accertare nel 1989 la presenza di un edificio di età romana con pavimenti a mosaico, disposto su più piani lungo il declivio dell’altura; era delimitato nella parte alta da un portico e da nicchie davanti alle quali fu rinvenuta una statua marmorea di atleta. A monte dell’edificio correva una strada con direzione N-S.

Le scoperte più rilevanti sono da segnalare nella parte più alta della città antica, nell’area dell’ex monastero dei Benedettini dove, a partire dal 1978, sono state effettuate sei campagne sistematiche di scavi che hanno permesso di accertare una successione stratigrafica continua dal Neolitico al terremoto del 1693. Su tutta l’area, a immediato contatto col rifuso lavico di un’antica colata, sono stati individuati i resti di un insediamento preistorico i cui materiali appartengono prevalentemente alle facies di S. Cono e Malpasso; notevoli sono tuttavia i resti di ceramiche del tipo di Diana, mentre alcuni frammenti attestano anche la presenza di ceramiche del tipo di Stentinello. Furono anche identificati i resti di una struttura circolare, probabilmente pertinente a una capanna, e fu messa in luce una tomba a fossa rivestita e coperta con grandi lastroni; vi si trovò uno scheletro rannicchiato che aveva accanto una tazza cilindrica monoansata di età eneolitica. Sono da segnalare infine frammenti di ceramiche collocabili lungo l’Età del Bronzo e nella prima Età del Ferro: pochi, ma sufficienti per documentare la continuità della frequentazione del sito fino all’insediamento della colonia calcidese.

La prima colonia calcidese è documentata da alcuni frammenti di coppe protocorinzie del tipo di Thapsos e da pochi resti di costruzioni datate nel VII sec. a.C. Resti più consistenti si possono attribuire alle fasi più tarde della città greca, nelle cui strutture edilizie è possibile distinguere tre orientamenti diversi, rispettivamente assegnabili al VII, al VI e al IV-III sec. a.C.

Nel tratto centrale del cortile antistante all’ingresso principale del monastero, i resti di età greca erano coperti da due edifici della prima età imperiale con pavimenti in cocciopesto e pareti decorate a fresco. Del primo, probabilmente con atrio a colonne, si misero in luce sei ambienti; del secondo, in corso di esplorazione, se ne conoscono cinque; quest’ultimo si conserva in alcuni tratti per un’altezza di poco meno di due metri. Nel corso del III sec. d.C., forse nella prima metà, l’area fu occupata da un grande edificio, allineato nel senso N-S; il suo lato orientale, finora messo in luce per più di 70 m a partire dall’angolo S, era delimitato da una strada selciata. L’edificio presenta segni di rimaneggiamenti che fanno supporre una prolungata utilizzazione; lo spianamento del terreno, che in questo tratto mantiene il livello tardoantico, rende difficile l’identificazione delle fasi successive, la cui presenza è attestata da residui di fondazioni, o da materiali in fosse la cui cronologia si segue ininterrottamente fino al terremoto del 1693.

Bibl.: G. Rizza, in Kokalos, XXII-XXIII, 1976-1977, p. 644 ss.; id., Catania. Scavi e scoperte negli anni 1975-78, in CronAStorArt, XVIII, 1979, p. 103 ss.; F. Giudice, Catania. Scavo in Piazza Duomo nell'area ad Ovest della fontana dell'elefante, ibid., p. 106 ss.; F. Tomasello, Catania, Piazza Duomo. Contributo per la restituzione dell'impianto urbano della città secentesca, ibid., p. 114 ss.; F. Giudice, E. Procelli, M. Frasca, R. M. Albanese, Catania. Scavo all'interno del muro di cinta del monastero dei Benedettini, ibid., p. 129 ss.; G. Rizza, in Kokalos, XXVI-XXVII, 1980-1981, p. 768 ss.; XXX-XXXI, 1984-1985, p. 848 ss.; id., in BTCGI, V, 1987, p. 165 ss., s.t.