CATTI

Enciclopedia Italiana (1931)

CATTI (Chatti, Χάττοι)

Pietro Romanelli

Popolo tra i più forti della Germania, abitante di là dagli agri decumates, fra il Reno, che toccava per un breve tratto in corrispondenza della catena del Tauno, e la selva Ercinia; un fiume salato, forse la moderna Werra, Io divideva dagli Ermunduri. Una più precisa determinazione del suo territorio riesce difficile, per le vaghe e non sempre concordanti testimonianze dei geografi.

Dopo l'umiliazione dei Cherusci seguita alla morte di Arminio, i Catti, che erano stati loro rivali, assurgono al primo posto fra i popoli della Germania: il loro nome ritorna perciò con straordinaria frequenza nelle guerre combattute dai Romani oltre il Reno, a cominciare dalla campagna di Druso dell'11-9 a. C. Nel 15 d. C. Germanico conquista e mette a fuoco il loro centro principale Mattium, la cui ubicazione è incerta (recenti ricerche lo vorrebbero fissare ad Altenburg presso Niedenlstein) e trionfa nel 17 de Cheruscis Chattisque. Sotto Claudio, per due volte, nel 41 e nel 50, i legati imperiali debbono ridurli all'obbedienza; nel 69-70 anch'essi prendono parte alla grande rivolta dei Batavi, con i quali erano legati da vincoli di stirpe. Domiziano, nell'83, imprende una campagna contro di loro, usciti appena da una vittoria sui rivali Cherusci, e ne riporta il trionfo. Al tempo della guerra marcomannica di M. Aurelio, irrompono nella Germania e nella Rezia, ma sono respinti. Il loro nome ritorna ancora nel sec. IV in Sulpicio Alessandro e in Claudiano (De bell. Goth., 420), e con quasi certezza deve esso stesso riconoscersi nel più tardo Hassi, Hessi.

Tacito nella Germania (30 segg.) ci dice che le virtù precipue dei Catti erano il valore, la resistenza, e soprattutto la disciplina nelle armi, virtù per cui, più che agli altri Germani, essi si assomigliavano ai Romani.

Bibl.: K. Zeuss, Die Deutschen, Monaco 1837, p. 95 segg.; Ihm, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Altertumswiss., III, col. 2199 segg., s. v.; H. Hofmeister, Die Chatten, in Germanische Denkmäler d. Frühzeit, II, i, Francoforte sul Meno, 1930.

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