MAGNO, Celio

Enciclopedia Italiana (1934)

MAGNO, Celio

Giuseppe Toffanin

Nacque da nobile famiglia cittadina a Venezia il 12 maggio 1536. Si diede all'avvocatura: poi accompagnò Iacopo Mocenigo in Siria; Alvise Grimani in Dalmazia; in Spagna fu segretario di Alberto Badoer. Fu anche segretario del Consiglio dei Dieci e del Senato; morì a Venezia nel 1602. Come letterato fece parte della "compagnia" che Domenico Venier radunava nel suo palazzo di S. Maria Formosa e il cui petrarchismo significava anche pensoso interesse per la lingua volgare.

Le sue rime volgari furono stampate con quelle di Orsatto Giustinian nel 1600 e, per il senso della morte che v'è cupamente presente, fanno pensare più al Tasso che al Petrarca. S'ispirò ad avvenimenti politici: per la battaglia di Lepanto pubblicò, sotto gli auspici del "Beatissimo Padre e del Serenissimo Re Cattolico e Principe di Venezia" una sua cantata che fu musicata e rappresentata, pare, nella sala del Gran Consiglio.

Bibl.: G. Zanella, Della vita e degli scritti di C. M., Venezia 1881; Cega, Un poeta della reazione cattolica, in Cultura, 1889; C. Magno, Il Trionfo di Cristo, ecc., ristampato per cura di U. Angeli, Monteleone 1893; A. Pilot, Filippo II di Spagna in una canzone inedita di C. M., in Nuova Rassegna, 1905.