CENCIO

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 23 (1979)

CENCIO

Dieter Girgensohn

Sull'origine di C. (che nelle sottoscrizioni autografe si firma talvolta anche Cinthius) si possono fare soltanto ipotesi, dato che le fonti tacciono al riguardo. Comunque, poiché sembra risultare in stretti rapporti con papa Anastasio IV e i cardinali Giovanni Paparo e Gregorio il Giovane di S. Angelo, tutt'e tre romani (Tillmann), è probabile che anche C. fosse originario di Roma.

Nulla sappiamo della sua famiglia. L'affermazione che appartenesse alla famiglia dei Cenci è stata respinta già nel secolo XVII come uno scambio non accettabile tra nome e cognome. Recentemente la Tillmann ha avanzato l'ipotesi che C. fosse imparentato con una persona (o più) di nome Cencio (Cinthius) Gregorii (de Grogorio), di cui si hanno notizie per gli anni 1148-1185. Infatti nell'unico manoscritto conservato della Historia pontificalis di Giovanni di Salisbury C. viene chiamato una volta "Gregorius Chencius". Ma nell'altro passo che lo riguarda, relativo alla sua elevazione al cardinalato è detto "Chenchius", mentre Giovanni Paparo è ricordato dall'autore quasi sempre con tutt'e due i suoi nomi. Perciò gli editori più recenti hanno a ragione considerato l'aggiunta "Gregorius" come un errore di un copista e l'hanno cancellata. Ma anche se il testo originale avesse, indicato C. con tutt'e due i nomi, "Gregorius Chencius" non corrisponde a "Cencius Gregorii". L'ipotesi della Tillmann non appare quindi sostenibile.

La prima notizia relativa a C. è del 1151, quando Eugenio III lo nominò cardinale, probabilmente alla solita scadenza dell e quattro tempora, il 2 marzo. C. appose per la prima volta la propria firma a un privilegio pontificio il 30 marzo. A questa data era solo cardinale diacono senza chiesa; il 10 maggio appare con la diaconia di S. Maria in Aquiro.

In quel momento la Curia si trovava a Ferentino. Nel luglio C. la seguì a Segni, dove il 20 febbr. 1152 sottoscrisse per l'ultima volta come cardinale diacono: già il 1° marzo risulta cardinale prete di S. Lorenzo in Lucina. C. rimase con Eugenio III a Segni fino all'inizio di ottobre e giunse con lui a Roma il 9 dicembre, dopo, un breve soggiorno ad Albano. Il papa lasciò Roma di nuovo solo poco prima della morte: morì infatti l'8 luglio 1153 a Tivoli. Pochi giorni dopo fu eletto papa Anastasio IV, ma non sappiamo se a Tivoli o a Roma, perché il primo documento, sottoscritto anche da C., è emanato solo il 23 luglio nel Laterano. Alla fine di ottobre troviamo C. con il papa per alcuni giorni presso il Pantheon, dove ebbero inizio i lavori per un nuovo palazzo. Di ritorno nel Laterano, C. figura per l'ultima volta come cardinale prete il 30 marzo 1154: il 18 aprile risulta già vescovo di Porto e S. Rufina.

Nello stesso periodo fu promosso, vescovo di Sabina il cardinal diacono Gregorio di S. Angelo. Una circostanza questa, molto illuminante per le nostre conoscenze su C., perché secondo Giovanni di Salisbury egli faceva parte, insieme con il suddetto Gregorio di S. Angelo e con Giovanni Papato, creato cardinal prete di S. Lorenzo in Damaso nel 1151, di un ristretto gruppo particolarmente influente all'interno del Collegio cardinalizio. Ed in effetti si deve ricordare che Anastasio IV, il quale non creò nessun nuovo cardinale, promosse a un grado superiore, oltre a questi due cardinali, un solo altro prelato. Il che sembra confermare l'evidenza di stretti legami tra C., Gregorio - certamente anche Giovanni Paparo - e il papa.

Durante il pontificato di Anastasio la Curia non si mosse da Roma e i documenti attestano anche la continua presenza di Cencio. Il papa morì il 3 dic. 1154 e il giorno seguente fu eletto Adriano IV. Poco dopo il nuovo papa mandò C., alla testa di una legazione composta da tre cardinali, in Lombardia alla corte di Federico Barbarossa.

Il re si stava dirigendo a Roma con il suo esercito e Adriano IV aveva interesse a far rinnovare in tempo il trattato concluso nel 1153 a Costanza. I tre legati devono aver lasciato Roma tra la fine del 1154 e l'inizio del 1155 muniti di una lettera di raccomandazione del papa per Wibald di Stablo, abate di Corvey: C. infatti era ancora a Roma il 27 dicembre, quando sottoscrisse un privilegio. Conclusa la missione rientrò in Curia, dove lo troviamo il 16 aprile: poiché il cardinal prete Ottaviano di S. Cecilia risulta tornato a S. Pietro già il 30 marzo, è probabile che anche C. sia rientrato alla fine di marzo.

Quando Adriano IV lasciò Roma nel maggio del 1155 per andare incontro al re tedesco, C. non pare averlo accompagnato. Ma probabilmente assistette all'incoronazione di Federico Barbarossa il 18 giugno a S. Pietro. Lo troviamo poi il 4 luglio, presso Tivoli, nel settembre e nell'ottobre a Ferentino, nel novembre a Benevento. Era sicuramente presente quando nell'ottobre nei pressi di Montecassino Adriano IV ricevette il giuramento di fedeltà dal principe Roberto di Capua e da altri grandi del Regno di Sicilia.

Nel giugno del 1156 il papa concluse la pace con Guglielmo I. C. fu sicuramente presente, anche se mancano le sue sottoscrizioni tra l'aprile (a Benevento) e l'agosto (a Narni). La Curia tornò a Roma passando da Orvieto e da Viterbo. La presenza di C. a Roma è attestata per la prima volta il 7 novembre nel Laterano, dove da questa data sottoscrisse regolarmente; l'ultima sua sottoscrizione - secondo le fonti conservate - risale al 13 giugno 1157.

È questa l'ultima volta che C. è ricordato. Non conosciamo neanche la data della sua morte. Un suo successore sulla cattedra vescovile di Porto è attestato soltanto il 14 genn. 1159.

Fonti e Bibl.: Wibaldus Stabulensis, Epistolae, in Ph. Jaffé, Bibliotheca rerum Germanicarum, I,Berolini 1864, pp. 569 s.; Iohannes episcopus Saresberiensis, Historia pontificalis, a cura di W. Arndt, in Mon. Germ. Hist., Scriptores, XX, Hannoverae 1868, pp. 539 s. (poi, a cura di R. L. Poole, Oxford 1927, p. 72; ancora, a cura di M. Chibnall, London 1955, p. 71); J. M. Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkoll. von 1130-1181, Berlin 1912, pp. 53 s., 99, 106; J. Bachmann, Die päpstlichen Legaten in Deutschland und Skandinavier: (1125-1159), Berlin 1913, pp. 122 s.; H. Zatschek, Beiträge zur Gesch. des Konstanzer Vertrages vom Jahre 1153, in Sitzungsberichte der Akademie der Wissenschaften in Wien, phil.-hist. Kl., CCX (1930), 3, pp. 24 ss., 51; G. Dunken, Die polit. Wirksamskeit der päpstlichen Legaten in der Zeit des Kampfes zwischen Kaisertum und Papsttum in Oberitalien unter Friedrich I., Berlin 1931, pp. 24 s.; M. Maccarrone, Papato e Impero dalla elezione di Federico I alla morte di Adriano IV (1152-1159), Roma 1959, pp. 52, 107; P. Rassow, Honor Imperii, München 1961, pp. 66 s.; B. Zenker, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130 bis 1159. Würzburg 1964, ad Indicem; H.Tillmann. Ricerche nell'origine dei membri del Collegio cardinalizio nel XII secolo, in Rivista di storia della Chiesa in Italia, XXIX(1975), pp. 363 ss.

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