CENTURIPE

Enciclopedia dell' Arte Antica (1959)

Vedi CENTURIPE dell'anno: 1959 - 1994

CENTURIPE (Κεντόριπα, Κεντόριψ, Κεντούριπαι, Centurĭpae)

G. V. Gentili

Centro abitato della Sicilia, oggi in provincia di Enna, di origine sicula poi ellenizzato L'antica città sorse in cospetto dell'Etna, a dominio delle valli del Simeto (Symaithos), del Salso (Kyamosoros) e del Dittaino (Chrysas) su un gruppo di colli scoscesi, di formazione pliocenica, con quote oscillanti tra m 708 e m 733, collegati da lievi selle, che formano un unico terrazzo proteso in forma schematica di figura umana incedente (Strabo, vi, ii, 4). I fianchi precipiti generano cinque avvallamenti concavi attraversati da piccoli corsi d'acqua. La posizione dell'abitato ed i suoi successivi sviluppi sono indicati principalmente dalle varie necropoli, che erano disposte intorno ad esso, più che da una cinta urbana di fortificazioni che forse il luogo, data la sua natura orografica, non necessitava che in parte. Sulle alture si stabili anzitutto un propugnacolo siculo, il σικελικὸν πόλισμα ricordato da Tucidide (vi, 94, 3), che forse già allora era chiamato col nome di Kentoripa o con uno non troppo diverso, fiorente nell'VIII sec. e fino alla metà del sec. VI a. C., quando appaiono i primi rapporti col mondo greco, che porteranno, nel IV sec. a. C. alla soggezione politica a Siracusa. Documento della penetrazione greca è un vaso con iscrizione sicula in alfabeto calcidese. Ma sia per l'età arcaica, sia per il periodo classico non conosciamo l'estensione precisa dell'abitato, che doveva limitarsi al terrazzo superiore, fino a che nell'età ellenistica, con Gerone II, e quindi sotto l'influenza di Roma, quale civitas sine foedere, immunis ac libera, C. ebbe il suo massimo splendore urbanisfico (Cic., In Verr., ii, 163) ed artistico. Con arditi terrazzamenti nelle vallate maggiori e di più dolce pendio, in una disposizione scalante, che doveva quanto mai sfruttare gli effetti scenografici, si disposero le abitazioni ellenistico-romane riccamente ornate di motivi plastici in terracotta (cariatidi, telamoni), di pitture parietali e di pavimentazioni in cocciopesto. Partitamente nel I sec. dell' Impero, sorsero nel municipium grandi edifici pubblici, quali i bagni, dalle possenti architetture laterizie con coperture a vòlta, e il marmoreo edificio di contrada Difesa, forse sede degli Augustales, da cui provengono ritratti, vivificati dall'arte aulica e metropolitana, di Augusto e dei due Drusi. Non si conosce invece la provenienza di un tripode con serpente, di esecuzione accurata, resto di una statua apollinea.

Un primato artistico fu raggiunto da C. nella ceramica. Già nel VI sec. a. C. un'erma centuripina (Kekulé, Terr., fig. 7) riflette un gusto ionizzante e sul finire del secolo una aruletta col gruppo del leone che aggredisce il toro presenta un motivo decorativo di origine orientale filtrato attraverso una precisa stilizzazione greca arcaica. Fu però dal sec. III in poi che l'arte della coroplastica ottenne larga espansione, meritando a C. il nome di Tanagra della Sicilia. In essa si riflettono le tendenze della scultura ellenistica con preferenza per i temi riferentisi alla cerchia di Afrodite e di genere idilliaco, caricaturale e comico, influenzati questi ultimi da un realismo di gusto locale, con varietà di tipi che vanno dalle leziose Veneri agli Eroti volanti, dalle Psychài ai fauni danzanti, dalle figure di comici, di vecchi e di personaggi esotici alle caricature muliebri dai volti animaleschi: esemplari tutti che rivelano una inesauribile fantasia creativa, nonostante siano prodotti in serie da stampi: né mancano veristiche statuine di animali, come già la figura di una pantera, di mirabile modellato e movimento, era comparsa nelle monete di età timoleontea. Altre specialità di C. furono i vasi nei quali si accoppia una decorazione policroma a rilievo floreale ed architettonico ad un vero e proprio dipinto a tempera, con scene spesso dionisiache, trattate con finezza di sfumature, o con grandi teste o busti colorati in viso d'una tinta rossastra ombreggiata da tratti di rosso-bruno con fare rapido e sommario. Qualche studioso (Rizzo, Libertini) ha illustrato una interessante serie di ritratti, che spiccano entro tondi o "clipei", attribuendoli ad età ellenistica. Contro l'autenticità di tali documenti della pittura iconografica di C. si sono però levati serî dubbi (Albizzati). Sicura rimane, in realtà, l'esistenza di simili ritratti su clipei di terracotta, di destinazione probabilmente sepolcrale. Dubbi, invece, possono sorgere per alcuni esemplari nei quali un troppo largo rifacimento moderno ha cancellato ogni traccia di un eventuale originale antico (anche per alcune terrecotte indicate come di origine centuripina sembra prudente riservarsi il giudizio prima di uno studio approfondito).

Bibl.: F. Ansaldi, I monumenti dell'antica C., Cataia 1851; A. Holm, Storia della Sicilia nell'Antichità, III, parte I, trad. ital., Torino 1901, p. 451; G. Libertini, C., Catania 1926; R. Kekulé, Terrakotten, II, Berlino 1884, tavv. 28-50, p. 69 ss.; Catal. of the British Museum Terrakottas, D. I. 50; A. Salinas, R. Museo di Palermo, p. 30; B. Pace, Arte e civiltà della Sicilia antica, II, Milano 1938; id., Ceramiche ellenistiche di C., in Studi Siciliani, Palermo 1946, p. 165 ss.; G.E. Rizzo, Monum. d. Pittura Antica, Centuripae, fasc. I. Ritratti di età ellenistica, Roma 1940; P. Ducati, Pittura etrusca, italo-greca e romana, 1941, p. 14, tav. 35; P. Griffo, Nuova testa di Augusto e altre scoperte di epoca romana fatte a C., Agrigento 1949. V. inoltre gli articoli nelle raccolte: Archiv. stor. per la Sicilia orientale, I, p. 264 s; Dioniso, III, nn. 5-6, 1933; Not. Scavi, 1903, p. 439 ss.; 1947, p. 259, ss.; 1949, p. 190 ss.; 1952, p. 332 ss.; 1953, p. 353 ss.; e per i ritratti: L'Arte, 1940, p. 198 ss.; Le Arti, III, 1941, p. 14 ss.; Athenaeum, XX, 1942, p. 62; XXVI, 1948, p. 237 ss.; Boll. Stor. Catanese, VII, 1942. Per la numismatica: A. Holm, op. cit., III, parte II, trad. it., Torino 1906: B. V. Head, Historia numorum, Oxford 1911, p. 1911; A. Salinas, Le monete delle antiche città di Sicilia, Palermo 1872-1922; E. Gabrici, La monetazione di bronzo della Sicilia antica, Palermo 1927, p. 102; G. E. Rizzo, Monete greche della Sicilia, Roma 1946; G. V. Gentili, in Not. scavi, 1954, p. 70 ss.