CERCIDA di Megalopoli

Enciclopedia Italiana (1931)

CERCIDA (Κερκίδας o Κερκιδᾶς, Cercĭdas) di Megalopoli

Massimo Lenchantin De Gubernatis

La scoperta del papiro di Ossirinco 1082, contenente meliambi d'un Cercida cinico, ha permesso di fissare alla metà del sec. III a. C. l'epoca in cui egli fiorì. In essi infatti, oltre a un cenno alla morte recente di Diogene (fr.1), viene citato Zenone. stoico (fr. 11, 12), vissuto sino all'olimpiade 180ª (a. 260-256), e uno Sfero (fr. 8), discepolo di Zenone e Cleante. Il nostro Cercida può con sicurezza identificarsi con il Cercida di Megalopoli noto come legislatore e per la sua partecipazione nella lega achea, alle dipendenze di Arato di Sicione, quale comandante d'un contingente di Megalopolitani poco prima della battaglia di Sellasia (221 a. C.). Suo antenato fu molto probabilmente il Cercida, pure di Megalopoli, contemporaneo di Demostene e partigiano dei Macedoni. C. scrisse giambi (fr. 14-16 Powell) in cui tra espressioni spesso aspre e attacchi personali, espone massime di saggezza cinica. I meliambi sono così chiamati perché di carattere melico e giambico insieme, in quanto scritti in metro dattilo-epitritico di struttura particolare e talvolta simile a prosa numerosa. Il dialetto è dorico. Incerta l'attribuzione a C. dei frammenti in giambi contenuti nei papiri anonimi londinese, bodleiano (Oxford) e di Heidelberg.

Bibl.: S. A. Hunt, Oxyrhynchos Papyri, VIII, n. 1082; P. Maas, in Berliner Philolog. Wochenschrift, 1911, p. 1011; E. Diehl, Anthologia Lyrica, Lipsia 1923, p. 305; Powell, Analecta Alexandrina, Oxford 1925, pp. 201 e 213-19. Traduzione parziale in G. Fraccaroli, I lirici greci. Poesia melica, Torino 1913, p. 562.

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