FRUGONI, Cesare

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 50 (1998)

FRUGONI, Cesare

Giuseppina Bock Berti

Nacque a Brescia il 4 maggio 1881 da Pietro, avvocato molto noto alla fine dell'800, e da Rosa Camotti. Compiuti gli studi classici e iniziati i corsi universitari a Parma, si laureò in medicina e chirurgia nel 1904 presso l'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze. Frequentò poi per breve tempo l'istituto di patologia generale dell'università di Pavia, diretto da C. Golgi, quindi rientrò a Firenze ove prese servizio nella clinica medica diretta da P. Grocco dapprima come assistente, poi già dal 1909 con la qualifica di aiuto. Conseguite le libere docenze in patologia speciale medica nel 1910 e in clinica medica generale nel 1913, nel '14 vinse i concorsi per primario ospedaliero a Brescia e a Firenze, optando per quest'ultima sede.

Chiamato alle armi durante il primo conflitto mondiale, fu costantemente impegnato in zona di operazioni, meritando la croce di guerra e una medaglia d'argento al valor militare. Al termine delle ostilità fece ritorno a Firenze, ove nel 1921 fu incaricato dell'insegnamento della patologia speciale medica; costituitasi l'università fiorentina, nel 1923 vinse il concorso per la cattedra della stessa disciplina e ne divenne professore ordinario. Primo ternato al concorso per la cattedra di clinica medica dell'università di Modena, nel 1926 vi fu chiamato, ma preferì assumere la direzione della cattedra e dell'istituto di clinica medica generale dell'università di Padova succedendo a L. Lucatello. Nella nuova sede rimase dal 1926-27 al 1929-30, assumendo anche la direzione della scuola di perfezionamento in medicina dell'apparato respiratorio e l'incarico dell'insegnamento di clinica medica nelle scuole di perfezionamento in oculistica e in urologia, nonché, nell'ultimo anno, la direzione della clinica pediatrica. Nell'ateneo patavino recò un notevole contributo alla trasformazione e alla riorganizzazione dell'istituto di clinica medica.

Nel 1931 il F., succedendo a V. Ascoli, assunse la direzione della cattedra e dell'istituto di clinica medica generale dell'università di Roma, che mantenne fino al suo collocamento fuori ruolo, nel 1951. A Roma il F. ebbe anche, nell'anno accademico 1944-45, l'incarico della semeiotica medica, e favorì l'apertura presso il suo istituto, nel 1945, di un ambulatorio per lo studio dei gemelli: questa struttura, la cui direzione fu affidata a L. Gedda, fu attiva fino al 1953 e rappresentò il primo nucleo dell'istituto di genetica, inaugurato nel 1953-54.

Figura scientifica di primissimo piano, medico di non comune perizia e dotato di finissimo intuito diagnostico, il F. fu un autentico caposcuola e formò una schiera di allievi di grande valore. Fu appassionato studioso e si distinse per le numerose ricerche condotte pressoché in tutti i settori della patologia e della clinica medica.

Autore di circa 200 pubblicazioni, il F. recò contributi apprezzabili alla clinica medica generale, allora non ancora frammentata nelle varie specialità. Durante la sua permanenza nel laboratorio del Golgi studiò la forma morbosa nota come miastenia, grave o pseudoparalitica, individuandone la causa in alterazioni morfofunzionali a livello della placca motrice responsabili del blocco della trasmissione neuromuscolare, deduzione scaturita da osservazioni cliniche e istopatologiche sostanzialmente confermata dalle attuali acquisizioni che ascrivono l'etiopatogenesi della malattia alla presenza di anticorpi contro i recettori dell'acetilcolina a livello della giunzione neuromuscolare (Contributo alla anatomia patologica del morbo di Erb-Goldflam (Myasthenia gravis), in Boll. della Soc. medico-chirurgica di Pavia, XXI [1907], pp. 129-174). Tra i suoi primi lavori meritano in modo particolare menzione le ricerche sul diabete (Contributo allo studio della lipemia e lipoidemia diabetiche, in Il Policlinico, sez. medica, XVI [1909], pp. 49-76, in coll. con G. Marchetti), sulla tubercolosi (Studi sul siero di sangue dei tubercolosi e sugli essudati delle cavità sierose a mezzo della deviazione del complemento (e dell'anafilassi), ibid., XVII [1910], pp. 49-80), sulla citosteatonecrosi (Contributo sperimentale intorno alla conoscenza della citosteatonecrosi disseminata, in Arch. per le scienze mediche, XXXIV [1910], pp. 37-84, in coll. con G. Stradiotti), sulla particolare patologia infettiva causata all'uomo dal microrganismo Spirillum minus trasmesso dal morso del ratto (Intorno al primo caso diagnosticato in Italia di Sodoku (Rattenbisskrankheit), in La Riforma medica, XXVII [1911], pp. 1298-1304); e la messa a punto di un test per la ricerca della fragilità vasale, la cosiddetta prova del laccio divenuta poi classica nella pratica clinica (Le signe du lacet dans les maladies à manifestations hemorragiques, in Sémaine médicale, XXXI [1911], 3, pp. 25-28, in coll. con F. Giugni).

Durante gli anni trascorsi al fronte il F. ebbe modo di studiare la patologia infettiva che si manifestava tra i combattenti e condusse interessanti osservazioni sul tifo (Sull'eliminazione del bacillo di Eberth per la bile nei tifosi studiata con il sondaggio duodenale alla Einhorn, in Clinica medica italiana, LIV [1915], pp. 106-116; Appunti pratici intorno al tifo di guerra, in Il Policlinico, sez. pratica, XXIII [1916], pp. 229-233) e soprattutto su alcuni casi di ittero secondario a catarro gastroenterico caratterizzati dalla tendenza alla "diffusione batterica" e da fenomeni di iposurrenalismo probabilmente provocati da sostanze tossiche a spiccata azione emolizzante (Ittero epidemico al campo da bacillo paratifo B, in Lo Sperimentale, LXX [1916], pp. 25-40; Studi sull'ittero epidemico castrense (con speciale riguardo alla eziologia e ad una particolare sindrome di iposurrenalismo cronico residuale), ibid., pp. 587-695, in coll. con G. Gardenghi - G. Ancona; Intorno all'eziologia dell'ittero epidemico, ibid., LXXI [1917], pp. 335-360, in coll. con S. Cappellani).

Il F. legò il suo nome a una particolare forma di splenomegalia fibroso-congestizia, di natura essenzialmente vascolare e ben distinta dalle sindromi bantiane, associata o meno a ostacolo portale e a decorso caratterizzato da ricorrenti emorragie digestive, della quale studiò e descrisse accuratamente le peculiarità anatomo-patologiche e cliniche che illustrò in una serie di importanti pubblicazioni (La splenomegalia tromboflebitica primitiva, in Arch. di patologia e clinica medica, III [1924], pp. 574-591; Des gastrorragies au cours de la splénomégalie thrombophlébitique, in La Presse médicale, XXXVII [1929], pp. 33 s.; Splenomegalia tromboflebitica e piletromboflebite da diffusione, in Minerva medica, IX [1929], 1, pp. 15-22; Gastrorragie in corso di splenomegalia tromboflebitica, in Giorn. medico dell'Alto Adige, I [1929], pp. 5-9; La splénomégalie thrombophlébitique, in Revue belge des sciences médicales, X [1938], pp. 227-236): questa patologia è anche conosciuta come malattia di Frugoni - Chauchois - Eppinger, per ricordare il F. e gli altri due autori che l'avevano studiata.

Il F. recò un notevole contributo nel settore delle malattie allergiche: la sistemazione e la precisazione dei concetti di ipersensibilità e di anafilassi, la corretta definizione della terminologia specifica, l'introduzione di un rigoroso metodo semeiologico, la dettagliata rassegna dei vari quadri clinici assicurarono allo studioso italiano una indiscussa notorietà nazionale e internazionale (Problemi di ipersensibilità in patologia umana, in Il Policlinico, sez. medica, XL [1933], pp. 1-37; Stati allergici, diatesi, anomalie costituzionali, in Medicina interna. Manuale pratico per medici e studenti, dir. da A. Ceconi - F. Micheli, VI, Torino 1940, pp. 669-740). Spiccano, in questo campo di indagine, le sue ricerche sull'asma bronchiale, che interpretò come espressione, in molti casi, di uno stato di ipersensibilità generale con iperreattività respiratoria nei confronti di sostanze eterogenee, talvolta di una risposta anomala a semplici stimoli irritativi (L'asma bronchiale (eziologia e terapia), in Rivista ospedaliera, XI [1921], pp. 147-168; Ulteriori studi sull'asma bronchiale, in Il Policlinico, sez. medica, XXXII [1925], pp. 161-190, in coll. con G. Ancona; Dell'asma anafilattico, in La Riforma medica, XLI [1925], pp. 409-415; Ueber den gegenwärtigen Stand der Frage des anaphylaktischen Asthma bronchiale, in Beiträge zur Klinik der Tuberkulose und spezifischen Tuberkulose-Forschung, LXI [1925], pp. 203-220). Ancora in tarda età il F. fu autore, con U. Serafini, della voce Asma bronchiale nell'Enc. medica italiana, II, coll. 1373-1397.

Vale ancora la pena di ricordare la descrizione dell'osteite cistica in rapporto ad adenoma paratiroideo per il cui trattamento il F. propose l'intervento chirurgico di asportazione delle paratiroidi, che fu operata con successo da R. Alessandri (Primo caso in Italia di asportazione di adenoma della paratiroide per osteite fibroso-cistica generalizzata, in Il Policlinico, sez. pratica, XXXIX [1932], pp. 1765-1776); le belle ricerche di ordine etiopatogenetico e clinico sulla collocazione nosologica, la diffusione e la profilassi di un vasto gruppo di epatopatie croniche, raccolte in una monografia scritta in coll. con M. Coppo (Epatite epidemica e sindromi affini, Milano 1950); e quelle su interessanti argomenti di infettivologia, che furono oggetto di relazioni al 50° e al 54° congresso della Società italiana di medicina interna (Le malattie dell'apparato respiratorio da virus e rickettsie, in Atti del 50° Congresso della Soc. ital. di medicina interna, Roma 1949, II, Relazioni, Roma 1949, in coll. con F. Magrassi - G. Giunchi; Antibiotici e immunità nel processo di guarigione delle malattie infettive, in Atti del 54° Congresso della Soc. ital. di medicina interna, Roma 1953, III, Relazioni, ibid. 1953, in coll. con G. Giunchi).

Tra gli scritti di maggior mole del F. si ricordano poi Lezioni di clinica medica, Roma 1934, Attualità terapeutiche, Milano 1939, e i due volumi Diagnostica funzionale, ibid. 1941.

Nel 1974 il F. pubblicò, a Milano, il volume Ricordi e incontri, un'originale autobiografia nella quale, dai racconti di interessanti episodi di cui fu protagonista e dalla cronaca dei suoi rapporti con pazienti della più varia estrazione, anonimi esseri sofferenti o illustri personalità, traspaiono il senso del dovere, il rispetto per il codice deontologico, la rigorosa aderenza ai severi principî formativi che informarono tutta la sua opera di medico e di educatore.

Clinico assai noto e apprezzato, il F. ebbe in cura illustri personaggi: G. Marconi, B. Mussolini, A. Toscanini, I. Pizzetti, R. Graziani, P. Togliatti, il re d'Egitto Fu'ād I, Alfonso XIII di Spagna, le famiglie Volpi e Cini. Ebbe importanti incarichi: presidente del Consiglio superiore di sanità, della Società italiana di medicina interna, dell'Accademia medica di Roma, fu membro delle più importanti società scientifiche italiane e straniere e insignito della medaglia d'oro al merito della Pubblica Istruzione. Fu anche direttore generale delle terme di Montecatini. Diresse importanti periodici medici, quali Minerva medica, La Riforma medica, Il Policlinico, Archivio italiano delle malattie dell'apparato digerente, Cuore e circolazione, Giornale medico dell'Alto Adige, Acta medica italica. Collaborò, inoltre, alle edizioni di manuali e trattati per medici e studenti, tra cui Manuale di patologia e terapia medica, Napoli 1931, e Medicina interna, Torino 1940.

Dal matrimonio con Margherita Almici ebbe due figli, Rosy e Pietro, che divenne poi neurochirurgo all'università di Padova; rimasto vedovo, sposò in seconde nozze, nel 1965, il mezzosoprano Giulietta Simionato.

Lucidissimo e attivo fin quasi agli ultimi giorni, morì a Roma il 6 genn. 1978. La sua salma fu traslata nella città natale.

Fonti e Bibl.: Oltre ai necrologi apparsi il 7 genn. 1978 sui quotidiani Il Corriere della sera, La Repubblica, La Stampa, Il Giorno, Il Giornale nuovo, si ricordano quelli in Giornale di clinica medica, LIX (1978), 3-4, pp. 163-166 e in Atti dell'80° Congresso della Soc. ital. di medicina interna, 1979, Roma 1979, pp. XLI-XLV; si veda inoltre: Il libro d'oro. I medici italiani ai loro eroi, Roma s.d., p. 385; F. Pellegrini, La clinica medica padovana attraverso i secoli, Verona 1939, p. 186 e tav. XXXXIV; G.P. Arcieri, Figure della medicina italiana contemporanea, Milano 1952, pp. 147-151; A. Pazzini, La storia della facoltà medica di Roma, Roma 1961, I, pp. 256 s.; II, pp. 491 s.; L. Sterpellone, Eponimia medica, Roma 1976, p. 157; A. Bisetti, C. F. e la moderna pneumologia, in Riv. di patologia e clinica della tubercolosi e di pneumologia, XLIX (1978), pp. 67 s.; L. Favero, C. F. (1881-1978). Le opere e i giorni, Università degli studi di Padova, Facoltà di medicina e chirurgia, tesi di laurea, rel. L. Premuda, a.a. 1980-81; L. Premuda, C. F. presidente dal 1942 al 1958, in Soc. ital. di medicina interna. Celebrazione del centenario, Roma 1987, pp. 76-79; G. Cosmacini, Medicina e sanità in Italia nel ventesimo secolo…, Roma-Bari 1989, ad Indicem; Id., Storia della medicina e della sanità nell'Italia contemporanea, Roma-Bari 1994, ad Indicem; I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte…, I, p. 460; Enc. Italiana, App. I, p. 636.

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