CHARLEROI

Enciclopedia Italiana (1931)

CHARLEROI (A. T., 44)

Valeria BLAIS
F. L. GANSHOF
Adriano ALBERTI

Città del Belgio meridionale capoluogo di circondario nella provincia di Hainaut, con 27.689 ab. (1927). È posta sulla Sambre, che in questo punto è navigabile, e consta di due parti: la parte alta, una volta tutta circondata da potenti fortificazioni, al cui posto si estendono ora bei viali; e la parte bassa, riunita con un ponte a una località intermedia chiamata Entre-deux-villes. Ha un'ottima scuola industriale, un importante collegio di mineralogia e un museo. È città intensamente industriale, poiché è al centro di un ricco bacino di giacimenti di carbon fossile e ferro, che ha principio sul suolo francese e si estende attraverso tutto l'Hainaut sino a Liegi. Charleroi conta perciò numerosi altiforni, fonderie, stabilimenti per la costruzione di macchine; vi sono inoltre fiorenti vetrerie e si sfruttano alcune cave di pietra dei dintorni. Molto attivo è il commercio di esportazione di ferro, carbon fossile e prodotti dell'industria locale, nonché di bestiame.

Una fitta rete di ferrovie s'irradia verso Bruxelles, Parigi, Mons, Mezières, Namur e Lovanio. Un canale, aperto nel 1826, l'unisce a Bruxelles. La città conta poche opere d 'arte nelle chiese. Nel museo archeologico, importanti antichità preistoriche, belgo-romane e franche.

Storia. - Fu costruita nel 1667 dal marchese di Castel-Rodrigo, governatore generale dei Paesi Bassi spagnoli, sul posto del villaggio di Carnoy, come piazza forte che egli fece chiamare Charleroi dal nome di re Carlo II. Per la sua importante posizione strategica sul fiume Sambre, al di sopra della fortezza di Namur, Charleroi fu soprattutto una fortezza.

Presa senza combattimento dal Turenne l'anno stesso in cui fu costruita, durante la guerra di Devoluzione, annessa alla Francia dal trattato di Aquisgrana nel 1668, fortificata di nuovo sotto la direzione del Vauban, essa servì di base per le operazioni delle truppe francesi nei Paesi Bassi durante la guerra di Olanda. Invano cercò di impossessarsene il principe Guglielmo d'Orange nel 1672. Però la pace di Nimega (1672) restituì Charleroi al re di Spagna. Durante la guerra della Lega di Augusta, dopo un infruttuoso tentativo fatto dal maresciallo di Boufflers, la città, assediata dal 9 settembre all'11 ottobre 1693 dal maresciallo di Villeroi e dal Vauban, dovette aprire le sue porte ai Francesi.

Nel sec. XVIII Charleroi ebbe a subire altri due assedî, tutti e due condotti vittoriosamente dalle truppe francesi: l'uno nel 1746 durante la guerra di Successione austriaca, l'altro nel 1794, durante la conquista dei Paesi Bassi austriaci.

Bibl.: E. De Seyn, Dictionnaire historique et géograph. des communes belges, Bruxelles 1926; E. Dony, Hist. du Hainaut de 1433 à nos jours, Charleroi 1925; H. Lonchay, La rivalité de la France et de l'Espagne aux Pays-Bas, Bruxelles 1896; C. Piot, Le siège de Charleroi en 1693, in Bulletin de la Commission royale d'Histoire, 1894. V. anche belgio: Storia.

La battaglia di Charleroi. - Il 22 agosto 1914, mentre due corpi tedeschi attaccavano Namur, la 2ª armata comandata dal von Bülow occupava i passaggi sulla Sambre a monte di questa fortezza, respingendo i Francesi sulle alture a sud del fiume, e l'indomani attaccava con tre corpi d'armata attivi ed uno e mezzo di riserva la 5ª armata francese (generale Lanrezac) che aveva preso posizione a sud del fiume nell'attesa di passare all'offensiva ordinata dal Joffre, ma della quale il Lanrezac non era molto entusiasta. Il Lanrezac disponeva di quattro corpi d'armata attivi e di uno e mezzo di riserva. L'urto della 2ª armata costrinse il Lanrezac, contemporaneamente attaccato sul fianco destro dalla 3ª armata tedesca (von Hausen, tre corpi d'armata dei quali uno di riserva), a ripiegare per evitare di essere accerchiato. La 3ª armata tedesca fu al passaggio della Mosa tenuta a bada da deboli forze e la battaglia si svolse quindi per la 2ª armata in modo puramente frontale e costò perdite sensibili alle due parti (pei Tedeschi 11 mila uomini); piccolo il bottino del vincitore: 2000 prigionieri, 35 cannoni (dati del von Bernhardi, Deutschlands Heldenkampf). Lo stesso carattere frontale ebbe anche la battaglia di Mons che contemporaneamente divampava più ad ovest fra gl'Inglesi e la 1ª armata tedesca. Queste lotte ebbero però grande effetto morale, perché stroncarono al nascere l'offensiva francese ed aprirono invece la Francia all'invasore facendo a esso acquistare una superiorità morale che durò sino alla battaglia della Marna. La battaglia è nota fra i Tedeschi anche col nome di battaglia di Namur (v. guerra mondiale).

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