KINGSLEY, Charles

Enciclopedia Italiana (1933)

KINGSLEY, Charles

Salvatore Rosati

Scrittore inglese, nato a Holne, presso Dartmoor (Devonshire) il 12 giugno 1819, morto a Eversley (Hampshire) il 23 gennaio 1875. Fece gli studî al King's College di Londra, poi a Cambridge. Datosi alla carriera ecclesiastica, ottenne nel 1842 la curia di Eversley; nel 1859 divenne cappellano della regina Vittoria, ebbe nel 1869 un canonicato a Chester e lo mutò nel 1873 con uno a Westminster. S'interessò presto ai problemi sociali del tempo, e divenne uno dei più attivi rappresentanti di quel socialismo cristiano che faceva capo a F. D. Maurice e che si proponeva come fine immediato il miglioramento delle classi operaie. Nel 1860 fu nominato professore di storia moderna a Cambridge, ma nel 1869 si dimise.

Fu efficace divulgatore del socialismo cristiano: la sua ricca umanità e il suo romantico amore per la natura (fu studioso appassionato delle scienze naturali) infusero calore e colore alle sue prediche e ai suoi sermoni, tra cui i migliori sono: The Message of the Church to Working Men e Twenty-five Village Sermons (raccolti in volume nel 1849). Dei suoi numerosi scritti ecclesiastici e sociali è da ricordare What, then, does Dr. Newman mean? (1864) che dal Newman provocò in risposta la celebre Apologia pro vita sua. Concepì la vita ecclesiastica come una milizia e appunto per liberarsi dalla concezione medievale della santità distaccata anche dai più alti e puri affetti umani, scrisse The Saint's Tragedy (1848), opera interiormente vissuta, ma priva di qualità teatrali. In quel medesimo anno, insieme col Maurice e con J.A. Froude, cominciò a pubblicare col titolo di Politics for the People una serie d'opuscoli diretti alle classi operaie, evidente tentativo di ripresa degli opuscoli connessi col movimento di Oxford; inoltre collaborò attivamente a The Cristian Socialist, The Journal of Association e People's Friend.

Le molteplici attività di parroco, predicatore e scrittore egli cercò di fondere nella sua opera narrativa, che rappresentò la sua vocazione più autentica, e nella quale egli tentò di dar forma artistica ai problemi che lo interessavano. Così i due primi romanzi: Yeast, a Problem (pubbl. nel Fraser's Magazine nel 1848; in volume nel 1851) e Alton Locke (1850), con tutti i segni della fretta e delle preoccupazioni sociali dell'autore; e così anche Two Years Ago (1857), nel quale l'intreccio è disorganico e ai personaggi mancano spesso il rilievo e la vivacità che hanno negli altri libri di K. Si provò con risultato migliore nel romanzo storico (Hypathia, 1851; Hereward the Wake, 1866, l'ultimo suo romanzo). Ma dell'epoca vittoriana il K., quando s'abbandonò alla propria natura immaginosa, espresse soprattutto felicemente lo spirito epico e avventuroso in Westward Ho! (1855), che narra avventure marinare dell'epoca elisabettiana, ed è fra le sue opere migliori.

K. fu soprattutto un vivido descrittore: la sua immaginazione sapeva ravvivare il passato e la sua capacità di descrivere anche paesi mai visti nasce non tanto dall'abbondanza di particolari esotici quanto dalla nettezza del tocco. Il suo amore per la natura trovò espressione anche nei Prose Idylls (1873), brevi saggi e descrizioni che contengono alcune delle sue cose più belle. Lo stesso spirito dei Prose Idylls si trova in parte anche nel racconto d'un viaggio alle Indie Occidentali (At Last. A Christmas in the West Indies, volumi 2, Londra 1871). Questo aspetto del K. fu in parte lo spunto per quella letteratura avventurosa ed esotica che fiorì nell'epoca vittoriana ed ebbe per rappresentante maggiore R.L. Stevenson. K. è inoltre autore di alcuni libri per l'infanzia, tra i quali il principale è The Water Babies (1863). Come poeta, il K. rimase inferiore al romanziere; tuttavia sono da ricordare il poemetto Andromeda (1858), che è forse il miglior esempio d'esametri di tutta la letteratura inglese, e alcune brevi ballate spesso eccellenti.

Natura poco equilibrata, pronto a difendere tutte le utopie e sedotto da molte generose illusioni, il K. riuscì inadeguato come storico. Nonostante le debolezze delle sue opere a fondo sociale, inferiori ai romanzi storici e a quelli avventurosi, il K. contribuì soprattutto, col Disraeli, a sostituire al romanzo storico quello sociale e politico. Rappresentante di un'epoca intimamente agitata, egli cercò, secondo lo spirito del tempo, di guidare i suoi simili verso condizioni migliori di vita, e con la serietà morale che è sua peculiare caratteristica, contribuì a legare la forma del romanzo, allora tutta popolare, all'attivo movimento sociale proprio dell'epoca in cui visse.

Ediz.: Poems. Complete Collected Edition (Londra 1872; nuova ediz., ivi 1889); The Life and Work of C. K. (voll. 19, Londra 1901-03; comprende anche Letters and Memories of the Life of C. K. by his Wife, precedentemente pubblicato in 2 volumi, Londra 1877).

Bibl.: W. R. Greg, Literary and Social Judgments, 2ª ed., Londra 1869; M. Kaufmann, C. K., Christian Socialist and Social Reformer, Londra 1892; J. A. R. Marriott, C. K. Novelist, Londra 1892; C. W. Stubbs, C. K. and the Social Movement, Londra 1899; M. Cazamian, Le roman social en Angleterre, Parigi 1903, pp. 436-531.