MINGUS, Charles

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1993)

MINGUS, Charles

Antonio Lanza

Contrabbassista, pianista e compositore statunitense di jazz, nato a Nogales (Arizona) il 22 aprile 1922, morto a Cuernavaca (Messico) il 5 gennaio 1979. Cresciuto a Los Angeles, nel ghetto di Watts, studiò dapprima il trombone, poi il violoncello e finalmente il contrabbasso. Nel 1940 fu scritturato dal complesso di Lee Young, fratello di Lester; fu poi ingaggiato, tra gli altri, da L. Armstrong (1941-43), da L. Hampton (1946-48) e da R. Norvo (1950-51). Nel 1952 fondò, con M. Roach, la casa discografica Debut, e con la sigla Jazz Composers Workshop incise i suoi primi dischi da leader (tra cui il celebre Gregarian chant), orientati verso uno sperimentalismo radicale. Nel 1955 creò un tipo di jazz profondamente innovativo, anche se ben radicato nella tradizione, caratterizzato da una polifonia aggressiva, dall'improvvisazione collettiva, da una sorta di caos organizzato, mai rinunciando al regolare pulsare ritmico. Elementi fondamentali della sua musica sono il blues, il gospel e il jungle style di Duke Ellington, rivisitati in chiave moderna; a essi si aggiunge la rabbiosa protesta per la discriminazione razziale, esplicita in ogni sua opera e, in particolare, in Fables of Faubus, sarcastica satira del governatore razzista dello stato dell'Arkansas.

Tra il 1956 e il 1964 realizzò i suoi dischi più significativi, tra cui Pithecanthropus erectus (1956), The clown e Tijuana moods (1957), Blues and roots, Mingus Ah Um (1959), Pre Bird, Ch. Mingus presents Ch. Mingus (1960), Oh Yeah (1961), The black saint and the sinner lady (1963), The great concert (1964). In trio con Ellington e M. Roach realizzò nel 1962 Money jungle. Due anni prima aveva organizzato un controfestival di protesta a Newport, sotto l'egida dei Newport Rebels, e aveva compiuto la sua prima tournée in Europa, partecipando al Festival di Juan-les-Pins. Dopo un periodo di rallentamento dell'attività − nel corso del quale scrisse la pittoresca autobiografia Beneath the underdog (1971; trad. it., 1979) −, rientrò sulla scena attiva del jazz nel 1971 incidendo, alla testa di una big band, il disco Let my children hear music, cui l'anno successivo seguì Ch. Mingus and friends. Nel 1974 fondò un quintetto col trombettista J. Walrath, il sassofonista G. Adams, il pianista D. Pullen e il batterista D. Richmond, con cui registrò i notevoli Changes one e Changes two. I suoi ultimi lavori importanti, realizzati con formazioni varie, furono Cumbia & Jazz Fusion (1976), Three or four shades of blues (1977), Something like a bird e Me, myself an eye (1978).

Bibl.: J. Goldberg, Jazz masters of the 50's, New York 1965 (19832); R.J. Wibraham, C. Mingus: a biography and discography, Londra 1967; G. Cane, Canto nero. Il free jazz degli anni Sessanta, Vicenza 1973; A. Polillo, Jazz. La vicenda e i protagonisti della musica afro-americana, ivi 1975; F. Tenot, C. Mingus, in AA.VV., I grandi del jazz, Milano 19792; M. Ruppli, C. Mingus discography, Francoforte sul Meno 1982; H.L. Lindenmaier, H.J. Salewski, The man who never sleeps: the C. Mingus discography, 1945-1978, Friburgo 1983; H. Weber, G. Filtgen, C. Mingus: sein Leben, seine Musik, seine Schallplatten, Gottinga 1983; B. Priestley, Mingus: a critical biography, Londra 1985.

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