STEIN, Charlotte von

Enciclopedia Italiana (1936)

STEIN, Charlotte von

Giuseppe GABETTI

Dama di corte della duchessa Anna Amalia di Weimar e amica di Goethe: nata a Eisenach il 25 dicembre 1742, morta a Weimar il 6 gennaio 1827. Figlia del maresciallo di corte von Schardt, sposò a ventidue anni il barone von Stein, dal quale ebbe sette figli. Entrò nella vita di Goethe nel 1776 e, cercando di mantenere con dolcezza e fermezza la relazione di amore entro i confini di una sentimentale e intellettuale intimità di anime, esercitò per oltre un decennio una profonda influenza sull'evoluzione dello spirito di lui. Intelligentissima, capace d'occuparsi con lucida praticità delle piccole cose della vita d'ogni giorno e, al medesimo tempo, di muoversi a suo agio nell'atmosfera di alta spiritualità a cui il genio del poeta si sollevava, divenne ogni giorno più nella sua esistenza la confidente quotidiana, indispensabile, che era a parte di ogni piccolo o grande segreto della sua anima e che - con il dominio di sé, con la sua mite ma imperturbabile saggezza, con la sua limpida, sensibile ma contenuta femminilità - lo accompagnò e guidò a poco a poco verso la calma serena di una compiuta interiore armonia. E non solo le liriche di Goethe in questo periodo, ma tutte le sue opere sono piene di lei. Per lei scrisse i Geheimnisse; ella è Antiope in Elpenor, Eleonora in Tasso, Natalie nei Wilhelm Meister. Ella è Ifigenia. Ma soprattutto ella vive, quale fu realmente, nella spesso ardente passione di cui Goethe l'avvolse nelle 1800 lettere d'amore che di lui ci restano. La rottura avvenne dopo il viaggio in Italia, quando non soltanto ella era ormai quasi cinquantenne, ma anche Goethe era diventato "un altro uomo", in una disposizione d'animo nuova che gli rendeva l'antica amica anche spiritualmente lontana. Quando Goethe accolse in casa Christiane, la situazione si aggravò ancora, e corsero parole aspre da una parte e dall'altra, ma specialmente da parte della St., che cercò sfogo, fra altro, anche nella composizione di una tragedia su Didone.

Poi gli animi si calmarono; e dal 1795 in poi le lettere acquistano quel tono di affettuosità quieta e chiara, che, dopo le grandi tempeste, suole far seguito alle grandi rinunzie.

Epistolario e opere: Goethe Briefe an Charlotte von Stein, ed. Scholl, 3ª ed. con aggiunte e correzioni, a cura di J. Wahle, Francoforte 1899; ed. Frankel, Jena 1908; e ora - specialmente - ed. Petersen, Lipsia 1923. La tragedia Dido è stata ristampata nel Goethe-Kalender, 1923, e un'altra tragedia, Die zwei Emilien, è stata pubblicata dal Petersen nello Jahrbuch der Sammlung Kippenberg, 1923. Le poesie di Goethe alla St. sono edite in facsimile a cura di J. Wahle, Weimar 1924. La St. stessa distrusse le proprie lettere prima di morire.

Bibl.: H. Düntzer, Ch. v. St., Stoccarda 1874; specialmente W. Bode, Ch. v. St., Berlino 1910; I. Boy-Ed, Das Martyrium der Ch. v. St., Stoccarda 1916; L. Voss, Goethes unsterbliche Freundin, Lipsia 1921; E Höfer, Goethe und Ch. v. St., Berlino 1923.