Chelati

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Composti di coordinazione derivanti da leganti polidentati, ovvero contenenti più di un atomo donatore, capaci di legarsi allo stesso atomo o ione centrale. Il processo di coordinazione che porta alla formazione dei c. si dice chelazione. Da esso derivano delle strutture che si chiudono ad anello come le chele di un crostaceo, da cui il nome. Per motivi sterici non sempre alla presenza di leganti polidentati corrisponde la prerogativa di dare c.: così l’1,4-diamminobenzene (p-fenildiammina) non dà c. al contrario dell’1,4-diamminoetano (etilendiammina). I c. trovano impiego nel trattamento delle acque per sequestrare il calcio, in agricoltura per combattere le microcarenze di metalli, nelle sintesi organiche per conferire al sistema reagente particolari cammini selettivi. Caratterizzati da particolare stabilità chimica, i c. sono inoltre impiegati in chimica analitica per la determinazione quantitativa di molti metalli.

Le sostanze capaci di formare c. con i metalli sono dette chelanti.Tra i chelanti, il BAL (2,3-dimercaptopropanolo), l’EDTA (acido etilendiamminotetracetico) e altri sono impiegati in farmacologia per sequestrare e rimuovere dai tessuti i cationi metallici depositatisi in concentrazione tossica. Requisiti essenziali per un farmaco chelante sono: scarsa tossicità, minima azione farmacodinamica, tropismo selettivo verso un determinato metallo con il quale deve formare un c. atossico, chimicamente stabile, farmacologicamente inattivo ed eliminabile attraverso gli emuntori.

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