CHIAVENNA

Enciclopedia Italiana (1931)

CHIAVENNA (A. T., 20-21)

Carlo CALZECCHI ONESTI
Piero BAROCELLI
Carlo Guido MOR
Manfredo VANNI

Cittadina della provincia di Sondrio, situata là dove la valle della Mera si biforca formando la valle del Liro (o di San Giacomo), che risale al passo dello Spluga (l'antico Cuneus aureus), e la valle Bregaglia, continuazione di quella della Mera, che risale al passo della Maloggia e a quello di San Giulio in Engadina. Anche nell'antichità a Clavema il braccio dello Spluga si riuniva con la via Curia Raetorum (Coira) - Comum (Como) - Mediolanum (Milano). Chiavenna deve perciò il suo nome all'essere la chiave delle Alpi verso la Rezia.

La città sorge a cavaliere del fiume Mera, a 355 m. s. m., ai piedi delle ripidissime pareti del Pizzo Stella (3163) e del Mottaccio (1927). Ha un importante birrificio, un grandioso enopolio, varie fabbriche di botti, di barili, di sci, di calzature specializzate per montagna; e inoltre importanti stabilimenti per la filatura e la tessitura del cotone. Poco fuori della città sono i Crotti (adibiti a uso di cantine), cavità naturali formatesi lungo le falde dei monti, in seguito a grandi franamenti, entro le quali il termometro non supera mai i 10, a causa di soffioni d'aria detti sorel, spiranti da meati interni. Chiavenna è un importante centro alberghiero e turistico; di qui partono i servizî automobilistici verso Campodolcino, hladesimo e lo Spluga, e verso i paesi della Val Bregaglia e dell'Engadina, tutti centri alpinistici assai frequentati. Un tronco ferroviario unisce Chiavenna a Colico sulla linea Milano-Sondrio.

Il comune di Chiavenna (10,96 kmq.) aveva nel 1921 una popolazione di 4699 ab., dei quali 3201 nel centro capoluogo, i rimanenti in altri 9 piccoli e piccolissimi agglomerati. Il territorio circostante alla città, detto Piano di Chiavenna, e tutto il fondo della valle della Mera sino al Lago di Como, sono costituiti da detriti alluvionali, i quali colmarono le acque del lago che, ancora in tempi recenti, doveva spingersi sino a pochi chilometri a sud di Chiavenna, al paese di Samolaco, Summus lacus (205 m. s. m.).

Monumenti. - Sul poggio roccioso si vedono i ruderi del castello distrutto dai Grigioni nel 1526 Nella chiesa di S. Lorenzo è molto interessante il fonte battesimale istoriato con la scena rituale del battesimo (1156). Preziosa è la coperta di evangelario, conosciuta come Pace, d'oro a sbalzo con filigrane, gemme e smalti, già ritenuta opera carolingia, ma invece del sec. XII.

Caratteristiche di Chiavenna sono le stufe, locali ampî, ove la famiglia si raccoglie nei mesi freddi, tutte rivestite in legno. Spesso a Chiavenna e in Valtellina queste stufe hanno raggiunto alto valore d'arte, come quella nel Museo Nazionale di Zurigo (dal 1890) già nel palazzo Pestalozzi (sec. XVI); né meno pregevole è l'altra che dal palazzo Pestalozzi emigrò nel 1900 al Museo granducale di Darmstadt. Un'altra stufa dei Pestalozzi rimane ancora a Chiavenna; l'altra è posseduta dalla famiglia De Giorgi; e della stessa opera d'intaglio è il mirabile soffitto cinquecentesco del palazzo De Peverelli, ora Giuriani. Presso Chiavenna, a Piuro, si trova il palazzo Vertemate, uno tra i più fastosi della Valtellina, decorato da Antonio Campi (v.).

Bibl.: L. Benapiani (Napoleone Brianzi), Il Palazzo Vertemate in Piuro, Milano 1907; A. Giussani, Stufe artistiche valtellinesi, in Rivista archeologica della provincia e antica diocesi di Como, 1910; P. Toesca, Storia dell'arte italiana, I, Torino 1927, pp. 890 e 1116.

Storia. - Non è improbabile che Chiavenna fosse capoluogo degli antichi Bergalei. Confinavano essi verosimilmente con gli Anieuniates abitanti la parte settentrionale del Lago di Como, il cui nome rivelerebbe origine retica. Dei Bergalei si conosce che erano stati inclusi nel territorio del municipio di Como (XI regione augustea) e che a cura dell'imperatore Tiberio furono composte controversie sorte fra essi e i Comenses. Che Chiavenna e la sua regione fossero incluse nell'Italia sembra confermato anche da Plinio e da Strabone.

Bibl.: Corp. Inscr. Lat., V, p. 558 segg.; Notizie degli scavi d'arte antica, 1909, p. 404.

Caduto l'Impero romano d'Occidente, Chiavenna rimane unita all'Italia; ma da quando la Rezia fu ceduta ai Franchi (sec. VI), pare che dapprima Chiavenna sia rimasta in saldo possesso dei Bizantini che ne avrebbero fatto (Schneider, Mor) uno dei capisaldi della linea fortificata che, per il lago di Como, l'Isola Comacina, Val d'Intelvi, Lugano e Bellinzona, si sarebbe congiunta con i fortilizî del territorio piemontese. Con l'invasione longobarda è dubbio se Chiavenna sia stata occupata dai Longobardi o dai Franchi. Nei secoli IX-XI a più riprese gl'imperatori concedono il ponte e il dazio di Chiavenna al vescovo di Como; nel sec. X vi era un castello, e il borgo era cinto da mura. Nel 1097 troviamo già Chiavenna eretta in comune, e abbiamo notizia di consoli misti chiavennaschi e piuresi. L'età delle autonomie passa in continui contrasti con Piuro, Bregaglia, Coira, e Como; rare volte passano per lo Spluga e per la Maloggia gli eserciti imperiali e solo il sobborgo deve soffrire qualche scorreria per opera dei visconti di Matsch, avogdri del vescovo di Coira, e più tardi delle Leghe Grige. Con la conquista della Valtellina per opera dei Visconti, anche Chiavenna diviene un castello dei signori di Milano, e nel sec. XV ebbe i suoi feudatarî nei conti Balbiani. La caduta però del ducato di Milano, dopo le numerose incursioni grigione, portò naturalmente a un'effettiva conquista dei cantoni svizzeri, che unirono Chiavenna alla Valtellina e a Bormio. Le condizioni di vita sotto tale rapace dominazione divennero delle più miserevoli, e ben si comprende come Chiavenna rispose con slancio all'insurrezione del 1620; più tardi si unì alla Valtellina e a Bormio nel chiedere l'unione alla Repubblica cisalpina. E da quel tempo (1798), malgrado i tentativi dei Grigioni presso il Congresso di Vienna (1815), seguì le sorti del resto della Lombardia.

Bibl.: V. Adami, Pagine di storia valtellinese, Milano 1926; P. Buzzetti, Documenti della Rezia chiavennasca anteriori al XIV secolo, Como 1903; id., Il palazzo biturrito dei conti Balbiani a Chiavenna, Como 1916; id., Torri e castelli della Rezia chiavennasca, Como 1919; G. B. Crollalanza, Storia di Chiavenna, Como 1897; Fossati, Codice diplomatico della Rezia, Como 1899-1900; C. G. Mor, in Archivio storico della Svizzera italiana, II e III; Stähelin, Die Schweiz in römischer Zeit, Basilea 1927.

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